8.24.2013

 

Salvate il culo del re

Nemmeno Bocassa osò tanto; ed è tutto dire, dato che gli trovarono della preziosa carne umana dentro il frigo.
Non ricordo nemmeno più quando si oltrepassò la soglia del ridicolo, in questa landa desolata, quando varcammo il limite del non ritorno; forse il giorno che smettemmo di dire: “Al peggio non c’è mai fine”, consci del fatto che mai asserzione fosse stata più reale.
Anche la vergogna è sentimento che ha perso senso, la proviamo certo, ma con la noncuranza di chi ormai trova normale anche vergognarsi dinnanzi al mondo che ti guarda e ti ride dietro. E comunque, anche la vergogna come qualunque altro sentimento è qualcosa che tocca solo il popolino, quello miserabile e vessato. Che ogni giorno un po’ muore dentro.
Amnistia, grazia, indulto, rilettura della legge Severino? Si può scegliere come cedere al ricatto malavitoso di un tizio, un criminale qualunque, che ormai da anni tiene in ostaggio – per le palle –un’intera nazione. Si può scegliere come annullare, dopo la democrazia, anche la dignità di un’intera popolazione che annaspa e si regge sulle spalle di una generazione di pensionati che piano, piano ci abbandona.
Qualche anno fa ebbi il coraggio di consigliare agli esimi giuristi – gli avvocati legislatori di un criminale qualunque – di porre fine all’agonia dell’Italia disponendo una legge che prevedesse l’impunità per l’imperatore. Avremmo risparmiato tempo e anche danaro, avremmo potuto occuparci delle briciole che ci riguardano, avremmo ormai imparato che legalmente lui è lui e noi non siamo un cazzo, risparmiandoci anche l’umiliazione d’esser sbeffeggiati da pseudo salvatori della patria, pseudo politici impegnati, pseudo partiti pseudo politici.
Ma loro non lo ebbero il coraggio, preferirono continuare a deteriorare la capacità di pensiero e comprendonio, logorare l’esistenza della gente per renderla schiava e succube.
Mentre tutto intorno muore, quindi noi attendiamo. Nel frattempo ovviamente non accade nulla, perché per fortuna, memori degli antichi fasti, la maggior parte di noi continua a far finta di credere che la possibilità di cambiare risieda nelle urne, nel nostro voto, nella nostra partecipazione attiva su Facebook o Twitter (si può ancora scegliere il social network, grazie addio).
Resto sempre attaccata all’idea romantica di una marea umana, che marcia silente la notte, armata di fiaccole e forconi, per nulla bellicosa. Sento solo il rumore dei passi che si avvicinano ai palazzi, immagino il batter dei denti dell’orda di barbari rinchiusa tra le mura dorate. Vorrei vederli uscire in fila, una dietro l’altro, mentre la folla si apre come le acque del Mar Rosso, e vederli sparire all’orizzonte per non vederli mai più.
Poi però leggo che il 30 agosto Renzi scenderà in campo, leggo che le nuove BR [le nuove nuove, dato che le nuove furono debellate anni orsono] hanno scritto due lettere (per fortuna non condivise su Facebook) e che il PD no, non salverà il culo a un criminale.
Mi tengo l’idea romantica e attendo … tanto io la fame – quella vera – l’ho già fatta, non mi spaventa più. Non ho bisogno di fingere di sperare che ci sia ancora un domani migliore.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Ciao Rita,
...continuo a pensare che forse aveva proprio ragione Monicelli, che è la speranza che ci frega, che "la speranza è una trappola, la speranza è di quelli che ti dicono: state buoni, state zitti, pregate, che avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell'aldilà; perciò adesso state buoni!". Alla nostra storia manca un pezzo, quello della Rivoluzione Italiana... e oggi mi fanno proprio ridere comunisti e fascisti, destri e sinistri, che si rincorrono tra loro per salvare il re di turno (mica l'Italia), ma solo per salvare il loro culo... 'mmmah
 
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