4.11.2013

 

Sentirsi vivi


Ogni giorno, almeno una volta al giorno, leggo i moniti di questo o quello: “Attenzione, perché poi si rischia la violenza!” Sono balle, purtroppo, perché chi lo dice sa che siamo un popolo di codardi e fancazzisti, che la massimo la violenza la rivolge contro sé stesso, privandosi della vita dato che alla vita, quest’esistenza sempre meno somiglia.
Non ho mai avuto una brillante intelligenza economica, anzi! Mi riconosco un’ignoranza abissale in materia. Sono ancora convinta che la soluzione della crisi più che matematica sia elementare aritmetica: tu produci, io lavoro, tu mi paghi, io consumo, tu fai profitto, io vivo. Una sorta di circolo virtuoso banale quanto sensato. Invece no. L’economia è quella cosa confusa della quale alla fine riusciamo a comprendere solo l’essenza: chi ce la fa sopravviva, e il resto vada pure a morire ammazzato. Suicida, meglio, così a nessuno potrà essere ascritta la responsabilità. Nessuno si lorderà le mani del sangue altrui.
Vogliamo lavoro! Si è sempre gridato nelle piazze. E altre cose che suonavano dignitose, come “pane e lavoro” lavorare meno lavorare tutti. Poi le cose son cambiate come sappiamo, grazie a ciò che sappiamo, e soprattutto grazia alla maestosa opera di demolizione della coscienza civile di un’intera popolazione, che ancora dimostra di non aver capito che non è accontentandosi del “meno peggio” che si ristabilirà il minino della giustizia e della riscossa collettiva.
“Quel lavoro non lo voglio!” si urlerebbe oggi nelle piazze, se ancora ci si andasse come ci si dovrebbe andare, magari con le tette coperte e una mazza chiodata tra le mani, perché il lavoro è la base fondante di questa dannata repubblica delle banane. Invece no. Siamo arrivati vergognosamente quanto silenziosamente alle proposte di lavoro “a costo zero”, dove unica retribuzione per i collaboratori occasionali, persino di comuni o enti pubblici, sarà la menzione in curriculum. “ Lo schiavo Pinco Pallo, ha avuto l’onore e la fortuna di prestare gratuitamente la sua opera per il Comune di … per la Provincia di …” e farà titolo, per la candidatura al concorso che non si terrà mai, e favorirà l’accesso al lavoro che non troverai mai. Non è uno scherzo, per quanto possa sembrarlo, è la realtà di questo paese che prende il peggio delle idee innovative di qualunque meno peggio si affacci alla ribalta della non politica italiana. Sono quelle notizie che passano in sordina, che a nessuno conviene urlare, come quando si “ricercano figure professionali con esperienza” per un compenso pari a 2,50 euro l’ora. Però poi, quando qualcuno si ammazza, ecco riesplodere la rabbia collettiva, la sete di sangue e vendetta che porterà l’allarme sociale per una nazione che non si ribellerà mai, nemmeno denunciando chi anziché il lavoro, gli offrirà un comodo posto da schiavo.
L’altro giorno con l’espressione sbigottita e divertita, seguivo una preoccupata indagine giornalistica sul boom (tutto ormai è boom tranne le esplosioni) sul nuovo fenomeno dell’emigrazione. Il commentatore avvilito snocciolava numeri da dopo guerra, e quasi sembrava non riuscisse a spiegare il perché. Proprio come se non facesse parte di questo nostro piccolo e miserabile mondo, in cui il deserto avanza rischiando di portarsi via tutti quelli che non riusciranno a procurarsi un pezzetto d’ombra.
Ma non è tempo ancora per questi discorsi, la violenza di strada è una possibilità troppo remota. Vien prima la possibilità di governare senza governo, trovare il candidato per la Presidenza della Repubblica, la battaglia finale tra Bersani e il figlio putativo del tizio di Arcore, e il grande sogno del reddito di cittadinanza, che allora sì che finirà il tormento di sperare un giorno di poter lavorare, essere produttivi, vivere la dignità d’essere utili alla società. Sentirsi vivi.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
forse forse sara' per la nostra indifferenza a quello che succede intorno a noi sara' per la paura del bigottismo che ci hanno inculcato sara' stata la perseverante propaganda fascista degli ultimi 20\anni adesso dovremmo accorgerci che c'è qualche roba che non funziona le fabbriche chiudono come i negozi a molti manca il lavoro (senza stipendio non si va avanti?) il nodo è cosa fa la politica?
far mercato di "scranni" incontri\segreti\trattative\accordi? non serve a noi non produce reddito? non risolleva il paese dall'immobilismo anzi crea preoccupazione ? quindi sono inefficenti inutili come vermi che divorano il grano? adesso o quando scenderemo in massa a occupare il parlamento magari riportando qualche ferita smuoveremmo qualche neutrone nei cervelli delle marionette\teste\ di legno e come dicevano i nostri antenati; tanti contro pochi potrebbe funzionare? non vorrei stancarmi d'aspettare? il tempo viene il tempo va veloce il tempo finisce! saluti dal vecio
 
Sai cosa? Il fatto è che io indifferente non lo sono stata mai, e per questo, forse, mi fa rabbia due volte. Un abbraccio, R.
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?