3.16.2013

 

E pure per Francesco è tutta colpa dei comunisti


Viviamo una miseria così profonda che ci accontentiamo di nulla. Forse è un buon segno, il segno che comunque vada riusciremo sempre a conservarci, plasmando il nostro essere con la materia del bisogno.
“Non mi importa di quel che si dice del Papa, per me l’importante è che mi ha fatto una buona impressione, e poi, si chiama Francesco, e poi ha pagato il conto dell’albergo, e poi non vuole il trono, e la croce; la croce! Ha tenuto la sua, non ha voluto quella d’oro fatta a posta per lui.” Dice la gente, la stessa abituata a scendere in piazza con la speranza di vedersi porre un microfono dinnanzi alla bocca per poter dire: “C’ero anche io!”
La stessa gente che nell’immediatezza dell’elezione di Benedetto sedicesimo, colta da extasy divina riuscì a dire: “Ha gli occhi buoni!” (Oh Gesù!)
Allora, per quanto in questi giorni sia stata abbastanza silente, questa mattina trovo il messaggio di un seguace di Dio in terra – quello misericordioso – che dopo avermi augurato le sette piaghe d’Egitto escluse forse solo le cavallette, mi allega il link della dichiarazione di Padre Lombardi, quella che imputa ai comunisti anticlericali come me, la responsabilità delle bugie sulla storia dell’Argentina.
La miseria fa sperare ma non aiuta a sognare, a fantasticare.
Per esempio un Padre Lombardi che durante la conferenza stampa dice: “Sì, quando era ancora un vescovo o un arcivescovo o un cardinale, il monsignor Bergoglio, in effetti ebbe una sorta di collusione con il regime, ma che ci volete fare, era la storia di quei tempi e ti dovevi assoggettare. Poi però ha chiesto scusa, si è confessato, e quindi tutto è tornato ad essere come se nulla fosse. Fatta tabula rasa della sua anima, e assurto al soglio di Pietro per ricominciare.”
La miseria ci fa accontentare, e quindi che sia: tutta colpa dei comunisti. Tanto ci siamo abituati.
La miseria è così profonda che ci accontentiamo anche del veleno, e quindi giù, a menare a caso, “ndo cojo cojo”.
“Ti chiami Francesco? AH! Allora sarai il mio Papa quando andrai scalzo, quando venderai tutto l’oro della chiesa per dar tutto ai poveri, quando vivrai in povertà … venditi la casa.”
Si chiami Francesco, si chiami Ciccio, Chicco, Chikkinu, Franciscu, il mio Papa non lo sarà mai, perché non sono cattolica. Così come è difficile che il Rabbino Di Segni sia il mio rabbino. Tuttavia riconosco l’importanza del ruolo che assume e per questo anche a me piacerebbe …
Non che andasse scalzo, questo proprio non lo vorrei. È un vecchio, ha la stessa età di mia mamma, poverella. È vecchio quanto quel tizio, perché mai andar scalzo?
Mi piacerebbe che per esempio, Francesco, iniziasse a ragionare sullo IOR, a stanare e punire i pedofili che si annidano nella chiesa riempiendo le segrete del Vaticano di questi individui abominevoli. Mi piacerebbe che finalmente aprisse i cassetti segreti di duemila anni di storia, e dicesse alla famiglia Orlandi, che ne è stato di Emanuela. Mi piacerebbe che le collusioni mafiose dei cardinali con lo stato di mafia venissero rese pubbliche, giudicate e poi punite e che le case offerte in sacrificio ai vari Bertolaso, fossero messe disposizione di chi ne ha bisogno. Cose così, insomma, cristiane e francescane che aiuterebbero a correggere le nefandezze di una storia, che non può essere cancellata nemmeno con la scolorina di Dio.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
"dove e come ti vengono queste parole ?" frutto di una fantasia\culturale\sublime! complimenti sempre!
per quello che riguarda la chiesa è mia opinione "Francesco" dovra lottare per un cambiamento a favore dei poveri? la storia dimostra il contrario se riuscira' anche in parte sarebbe ammirevole? aspettiamo i fatti le prediche non calmano la fame spesso dimenticata da chi ha la pancia piena!! saluti dal vecio
 
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