11.14.2012
Lo sciopero, in generale
I folletti della spazzatura, tutte le notti escono dai loro
nascondigli e lavorano alacremente per continuare ad innalzare il muraglione di
rifiuti, sotto casa mia. Siamo già a buon punto. I topi ballano, saltellano e
piroettano felici. Fanno tenerezza, e lo sembrano teneri quando fanno “scronc”
sotto i copertoni.
A vedere quel muraglione di immondizia, si potrebbe anche
pensare che oggi non passeranno a raccoglierla perché c’è lo sciopero generale.
E pure domani, se volessi fare finta di essere cretina, potrei mentire a me
stessa dicendomi: “Finalmente uno sciopero come dio comanda! Non passeranno
nemmeno oggi.” Ma non c’è gusto ad essere cretini e quindi lo sciopero non c’entra,
e nemmeno la povertà di un territorio derubato come tutto il resto dello
stivaletto italico. È la mafia che comanda i folletti della spazzatura, non è
altro che la mafia.
Alla TV stanno dicendo che c’è lo sciopero generale, e che
ci sono tensioni con la polizia. Parlano da ore di scontri, della lotta impari
tra i buoni e i cattivi, tra chi ha fame e chi fa finta di non averla. Peccato
però, che siccome ce lo stanno raccontando in diretta TV e video diretta dai
giornali on line, significa che lo sciopero non c’è, o almeno non c’è per
tutti. Perché quando c’è lo sciopero generale, nemmeno i giornalisti dovrebbero
lavorare.
C’è lo sciopero generale e quindi gli alunni sono rimasti a
casa. Giusto! Ma molti professori sono a scuola. Altri, pochini e disperati,
resistono rimembrando tempi andati, in cui almeno lo sciopero un senso lo aveva.
C’è lo sciopero generale, ma sotto casa mia continuano
imperterriti a suonare i clacson dei guidatori indispettiti dalla doppia e
terza fila, per il parcheggio del supermercato. Perché lo sciopero è generale,
ma si dovrà pur mangiare, e quindi il negozio si apre, che – signora mia – con la
crisi che c’è, e come si fa?
In generale, lo sciopero è l’astensione dal lavoro per bla
bla, cosi che bla bla, e bla, bla, bla …
Lo sciopero generale di oggi, serve sostanzialmente a due
cose: ai sindacati e ai partiti che vi aderiscono per mostrar di avere le
palle, e allo stato fascista nel quale viviamo per dar sfoggio della potenza
fisica della sua polizia. Il resto è nulla.
Io non sciopero. Anche perché non ho un datore di lavoro da …
mi sembra fosse … che ne so? Il secolo scorso? Però ci tornerei volentieri a
una manifestazione, magari a Roma. Lo farò senz’altro quando finalmente si
comprenderà che durante uno sciopero generale, le città dovranno sembrare
deserti, aree urbane silenziose, dove è impossibile persino trovare un bicchier
d’acqua da comprare. Tornerò in piazza quando sarà certo il giorno di inizio
della manifestazione, ma non se ne conoscerà la fine, da fissarsi a
raggiungimento dell’obiettivo raggiunto. Tornerò ad avere rispetto dello
sciopero, quando avremo fatto mea culpa, per averci lasciato cancellare anche
questo ultimo diritto.
Rita Pani (APOLIDE)