8.28.2012
Il senso della minchia di Henry
Forse anche io sono arrivata al punto di non ritorno. Il
fatto è che trovo più sensata la notizia sulla minchia del principe Henry che
quella sul “Decretone” sulla salute dello staterello italiano. Henry è un
principe, il terzo nella linea di successione al trono d’Inghilterra, e per
questo non può eccedere con i suoi divertimenti. La fidanzata, umiliata, l’ha
lasciato.
Il decretone sulla salute del governo tecnico, ha stabilito
che per promuovere la crescita dello stato si deve puntare su un più alto
livello di tutela della salute. Oddio! Scritto così, a parte “Decretone”, potrebbe
sembrare anche che un senso ce l’abbia, ma non è così, o almeno non è quello
che ci piacerebbe sognare.
Ieri, con le mie orecchie, ho udito il ministro per la
salute e la sana e robusta costituzione, spiegare al popolo italiano quanto
fantastica sia la prospettiva di ritornare all’intramoenia. La giornalista che
lo intervistava ha anche fatto finta di essere una giornalista, paventando il
dubbio che con la pratica privatistica all’interno degli ospedali, il cittadino
semplice non potesse ricevere le stesse cure del cittadino abbiente. “No, anzi,
l’intramoenia sarà una garanzia per tutti i cittadini, perché i redditi dei
medici saranno finalmente controllati.”
Ha più senso il clamore sulla minchia di Henry.
Intra o extra moenia in Italia da una vita, dopo la visita
medica il dottore ti dice: “Bene
signora, sono 200 senza ricevuta fiscale, oppure 400. Faccia un po’ lei.” Ma
questo il ministro non lo sa. Forse il ministro nemmeno sa che ormai le visite
specialistiche a pagamento sono riservate solo a chi può ancora pagare oppure
indebitarsi. Forse il ministro non sa che chi non può pagare è destinato a
morire, o vivere a metà portandosi dietro tutti i suoi guai.
Però avremo l’assistenza sanitaria garantita ventiquattr’ore
su ventiquattro, dice sempre il ministro con lo stupore di Alice nel paese
delle meraviglie. Una novità assoluta che in Italia non si era vista mai, nemmeno
con a guardia medica che copre le assenze dei medici di base. Quei dottori che
chiami alle quattro del mattino perché hai mal di pancia e l’insonnia ti lascia
sospettare un tumore. Quei medici che non si sono nemmeno presentati al
concorso indetto a Milano, perché fare la guardia medica, ormai, è faticoso e
antieconomico.
Povero Henry, la fidanzata l’ha lasciato. Perché mai un
principe non può essere anche un uomo scapestrato, uno a cui piace divertirsi,
bere la birra e magari ruttare?
Mens sana in corpore sano! Migliorare la nostra salute sarà
un forte incentivo anche per gli operai dell’Alcoa di Portovesme? Educare i
cittadini al viver sano tassando le bibite gassate. Rasenta la genialità nel
paese che vive i giorni di Taranto come la più grossa emergenza ambientale d’Europa,
non sembra anche a voi? È coerente e sensato educarci a non fumare da ragazzi,
a non bere Coca Cola, e prender meno medicine in questo paese dove ogni volta
che respiri devi fare un gesto scaramantico per sperare di non esserti preso un
cancro.
Poi l’apoteosi della genialità: “I video poker dovranno
stare a 500 metri di distanza dalle scuole e dagli ospedali”. E qua, dopo
essermi scandalizzata più di una volta per le pubblicità televisive che ti
facevano intuire di poter risolvere la tua vita giocando d’azzardo, non posso
aggiungere nulla, non trovo nulla di abbastanza insultante da dire. E me ne
torno alla minchia di Henry. Quella sì, almeno un senso lo ha.
Rita Pani (APOLIDE)