4.20.2012

 

La dignità della persona



È bello che il ministro dell’Interno, Cancellieri, abbia notato come sia lesivo della dignità della persona, essere imbavagliati con nastro adesivo da pacchi. È ancora più bello, che la ministro abbia riconosciuto che se pur tunisini da rimpatriare, i due uomini dello scandalo sono delle persone.
Certo, ha dovuto consultare i manuali di procedura di rimpatrio per rendersi conto che la norma disumana non era né prevista, né tantomeno autorizzata.
Mi vengono in mente altre foto, quelle per esempio delle truppe americane democratizzanti, che posano accanto ai cadaveri delle vittime afghane. Un po’ come Re Juan Carlos e gli elefanti; ma almeno il Re, conscio d’aver offeso la dignità dei pachidermi, si è sentito in dovere di chiedere scusa al suo popolo, nonostante la giustizia divina fosse già intervenuta procurandogli la frattura dell’anca.
Ma va tutto bene, d’altronde noi abbiamo la fortuna di appartenere a quella porzione di mondo occidentale, assai evoluto, avanti nel futuro rispetto a tutto il resto. A noi la dignità della persona è cara, ne abbiamo cura. Ci facciamo sopra le guerre per darne anche a chi non ne ha.
Per portare la democrazia in Libia, abbiamo dovuto pressare i governi colonizzatori, che non ci volevano intorno. La nostra presenza in Libia, l’abbiamo pretesa, nonostante Gheddafi fosse un caro amico a cui abbiamo dato fabbriche, banche e danari, pur di riprendersi indietro gli animali che si traghettavano a Lampedusa. Animali, perché a vederli così, cadaveri rinsecchiti nel deserto nel quale venivano abbandonati, non somigliavano molto alle persone proprietarie di quella dignità da salvaguardare. E alla fine, sempre ligi alla salvaguardia di quella dignità, abbiamo sterminato un’intera famiglia, visto i filmati del macello in TV o su Youtube (con l’avviso che le immagini avrebbero potuto disturbare gli animi troppo sensibili), e poi venduto o acquistato i cimeli zuppi di sangue su Ebay.
Il mondo non è nuovo al disgusto per la lesione della dignità della persona. Mi ricordo l’impiccagione di Saddam Hussein, un altro mostro che andava eliminato, ripresa con i cellulari di ultima generazione, e caricato direttamente sul web. Si sentì anche il rumore dell’aprirsi della botola, proprio come nei film quelli che descrivono la barbarie dei secoli passati: quando non eravamo evoluti.
Sì, l’Italia fa parte di quel meraviglioso mondo occidentale, impegnato a civilizzare i poveracci degli altri mondi. C’è persino chi ne va fiero e orgoglioso, santificando ogni eroe che ci torna indietro dentro quattro assi di legno. Per esempio i marò che in India hanno ucciso i pescatori. Grazie alla meritoria opera del nostro ministro degli esteri, siamo riusciti a garantire una carcerazione umana, sebbene non si comprenda ancora come sia possibile la pretesa dell’India di processare i due per omicidio: in fondo, erano là per proteggere il petrolio dall’assalto dei pirati, mica in vacanza! È proprio vero, fai del bene e vai in galera.
La dignità della persona. È una lotta alla quale partecipo volentieri, e visto che il ministro Cancellieri si è mostrata così sensibile all’argomento, magari le si potrebbe chiedere di rivedere la storia della polizia italiana, da quando il fascismo ne ha favorito l’imbarbarimento. Il ministro potrebbe rivedere i fatti della scuola Diaz, o farci sapere che ne sarà dei barbari assassini di Federico Aldovrandi, Stefano Cucchi, Niki Aprile Gatti, e tutte le altre dignità offese in questo paese che ci fa vergogna.
(Mi dispiace per tutti coloro, ammazzati dallo stato, che non ho nominato. Ma son tutti qua, in queste poche righe)
Rita Pani (APOLIDE)

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