9.18.2011

 

Sono vecchia


Sono vecchia, è un dato di fatto. Conservo sì delle regressioni giovanilistiche, figlie dei tempi che ho vissuto. Per esempio il mio abbigliamento che non sarà mai fatto di un tailleur, le scarpe da tennis vinte dalla forma del mio piede da non slacciare mai, lasciare andare un rutto laddove non sia molesto per chi ascolta, e persino farmi una canna in santa pace, una volta ogni tanto, in compagnia di amici spesso più giovani di me, ma sani di mente.

Sono vecchia, perché i tempi che evolvono non mi appartengono, e riconosco in me quel che vedevo nei miei genitori quando provavo a spiegare che i tempi, appunto, erano cambiati. Per esempio mica facile far ingoiare il divorzio a una famiglia cattolica! E pure il linguaggio – che storia! – quando a casa ci scappava di dire che il chiasso era “casino”; ero abituata, al massimo, a sentir dire che la casa, la nostra, non doveva essere un postribolo.

Anche la televisione, era diversa e mi faceva ridere. C’era all’epoca in cui la guardavo io, una volta a settimana il sabato, che domenica non c’era scuola, quel “bacchettonismo” ridicolo persino ai nostri occhi di bimbi, che un bacio d’amore finiva sulla cima di un albero o in un fiore con le gocce di rugiada e i bimbi arrivavano con la cicogna, che due amanti a letto dormivano beati e lo capivi perché al massimo te li facevano vedere seduti al tavolo in pigiama con una tazzina di caffè davanti. Eppure la televisione insegnava.

Non ricordo a che età mi fu concesso di leggere per la prima volta “Madame Bovary”, ma ricordo che dovetti discutere a lungo col mio censore letterario. Ho amato molto quel libro, e persino Emma, che poi non finì tanto bene, povera donna, con i suoi sbocchi di sangue. E altri libri ancora, negli anni, che mi restituivano la crudezza di un mondo che era bene io sapessi che esistesse, probabilmente proprio per essere sicura di non caderci mai. A me insegnarono i libri.

Sono vecchia. Vecchia al punto che ormai so che se tornare indietro è insano quanto impossibile, e che l’unica speranza è da riporre in una delle piaghe d’Egitto. La moria del bestiame, per esempio, di vacche e di tori, di scrofe e maiali. E riprendere così l’allevamento di esseri umani, imperfetti ma sani.

Persone che fanno sesso per amore – e chi se ne frega se l’uomo va con l’uomo e la donna con la donna? Che le madri uccidono quando un porco le tocca la figlia. Che la figlia, se ama, può amare ma senza farsi pagare. Che la carriera è fatica della mente e non del culo. Che quando invito gli amici a cena, mi portano una canna o una bottiglia di vino, e non un guerriero mandingo armato per scopare.

Ci vorrebbe una pandemia, che facesse razzia di queste mandrie malate, ma una pandemia vera, e non una di quelle inventate dalle case farmaceutiche delle mogli dei ministri.

Sono vecchia, forse è vero, e ne sono felice, perché non potrò mai cedere alla tentazione del nuovo che avanza. L’età mi proibisce di pensare di poter vendere mia madre, e meglio ancora, nemmeno mie figlie, ormai, potranno cadere in tentazione. Continuerò ad arrancare nella vita, ma salverò le chiappe.

Vedete che son vecchia? Non ce la potrò mai fare. Continuo a pensare che sia la virtù del culo, il valore e non il culo stesso. Oltre che vecchia son pure pietosa. Pazienza!

Rita Pani ( Vetusta APOLIDE)


Comments:
I Valori, quelli veri, non hanno età; abbiamo cercato di trasmetterli ai nostri figli, e li hanno recepiti, li stanno portando avanti. Il futuro è anche nelle loro mani (e teste). Quella evidenziata dai media è solo muffa, utile ai padroni.
 
Rita, se la qualita' della vita venisse misurata a cm. molti avrebbero il metro corto! mha se potessimo misurare i valori morali (merce rara) molti di noi possono (penso) esserne
serenamente orgogliosi e farne una bandiera di longevita'? saluti dal vecio.
 
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