9.29.2011

 

Aridatece i banditi


Resto affezionata alle parole, per il loro suono, per il loro significato, e per tutto quello che esse sono capaci di evocare di nostalgia o ricordi. Una volta, per esempio, c’era una parola che veniva usata per indicare una persona che si nascondeva o fuggiva alle forze dell’ordine: era latitante.

Quando in Sardegna si sentiva parlare di un latitante non c’era bisogno di aggiungere altro; non vi erano dubbi sul fatto che si trattasse di un bandito. E quando c’era un latitante in giro, si guardava in cima ai monti e si pensava quanto sarebbe stato difficile stanarlo, trovarlo, anche se come mosche sopra la vetta giravano gli elicotteri, o le camionette della polizia per tutto il giorno avevano sollevato polveroni sulle strade.
Il latitante era spesso un terrorista, uno di quelli che aveva partecipato a un attentato – e poco importava se era stato commissionato da uno stato che incominciava a imputridire – che si nascondeva, che travisava i tratti del suo viso, che nell’immaginario collettivo viveva in un covo dal quale non usciva mai, nemmeno per prendere un poco di sole.

Molti romanzi son stati scritti sulla vita dei latitanti, che avevano tutti qualcosa in comune, ossia la cappa nera che ne copriva le esistenze da dimenticare. Poi ci sono i latitanti di mafia, quelli che fino a qualche tempo fa, quando ancora le guardie erano guardi e i ladri, ladri, se catturati si faceva festa, si applaudiva e si esultava. E poi ci sono le liste dei latitanti, quelli pericolosi, che quando ne catturi uno si cancella con un grosso tratto di penna, a rimarcare la soddisfazione. Ci sono stati uomini latitanti per trent’anni e più, e le loro foto conosciute erano quelle di quando erano ragazzi, e una volta catturati, ormai vecchi e disfatti, avrebbero anche potuto ispirare un po’ di pietà.

Oggi è diverso, vivaddio! Oggi essere latitante è una sorta di mestiere, anche perché può capitare che a fartelo fare, il latitante, sia stato proprio il capo del governo, che ti esorta a stare là, a nasconderti a Panama, dove eri stato magari insieme alla delegazione dell’Italia, in viaggio ufficiale. Un paese ricco di romanticismo, Panama, che ti aveva accolto con l’inno nazionale e le bandierine tricolore.

Ci sono stati latitanti, sempre vicini a quello che poi divenne il capo del governo, che nell’arco della latitanza migliorarono la loro carriera, diventando addirittura esuli, e vivevano in un bel posto in riva al mare. In questo paese che svecchia le cose, oggi persino una madre potrebbe andare in giro fiera e orgogliosa del proprio bambino: “Mio figlio? Oh è un bravo ragazzo, un ricattatore, ora fa il latitante a Panama, guadagna bene ed è felice.”

Mi spiace per i bambini di oggi, che cresceranno senza un po’ del sano romanticismo delle parole. Per noi il latitante era una foto sfocata e in bianco e nero che stava su un giornale o dentro un telegiornale. Oggi invece il latitante è in diretta TV, risponde alle domande dei giornalisti, e rivendica con orgoglio: “Resterò latitante!” Magari in attesa che si avveri il prossimo svecchiamento, quando lo stato, anziché lui, perseguirà sé stesso, cambiando il significato di un’altra parola: “Magistratura”.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Che vergogna quel "latitante" ieri sera su La7! E non mi è piaciuto che un giornalista, che pure stimo abbastanza, per fare il solito sccop lo abbia intervistato, lasciato parlare come se fosse normale colloquiare con un tizio che sfugge alla legge rifiutandosi di tornare in Italia per rispondere ai giudici.Ma quanti di questi ce ne saranno in giro? Esseri che campano di espedienti, che non si sa cosa diano in cambio per poter condurre la vita che conducono, per svolgere attività di sottobosco, per andare a reggere la coda al sultano ed ai suoi giannizzeri pur non rappresentando niente. E questa è la gentaglia di cui si contorna un premier? Questi sono coloro cui lui chiede consigli o con i quali si sfoga?
E il Gianpi, poro cocco, che chiede soldi perchè era abituato a far la bella vita e con le pezze al culo non ci sapeva stare, insieme all'adorata mogliettina?
Io non so come gli italiani ancora non si vergognino di tali personaggi,ma vien da pensare che in troppi abbiano tratto profitto da questo governo di m.....Come ne usciremo? Francamente io proprio non lo so, credo che solo una insurrezione popolare potrebbe ottenere l'effetto ma evidentemente ancora in troppi non hanno capito o ancora non hanno fame. Oggi hanno occupato i Ministeri ad Atene, e noi invece come stiamo messi? E qualcuno sarà capace di tirarcene fuori e far piazza pulita di questo ciarpame che occupa indegnamente i posti di comando?
Mietta
 
molti troppo hanno imparato a strafegarsene di quello che succede ed è successo in questo 20ennio di generale prova per una "rinascita della dittatura?" e oggi come ai tempi del 29/30 non dovremmo meravigliarci se il clero gioca di rimessa per un rispolvero della vecchia balena bianca (mica tanto pulita?) ci sono giuochi dietro le quinte che smuovono tanto pantano e puzza, purtroppo per noi semplici umani? questo trambusto serve a infossarci sempre piu' e ci porteranno a una implosione? del resto loro? i capoccioni lo sanno, per quello non cambiano e aspettano? sara' dura risvegliare le coscienze e il torpore del generale dormiveglia del popolo? chissa' quando? saluti da franco il vecio
 
Merda e soldi! In abbondanza la merda, quanta più ne vuoi… e per i soldi aspetta e spera! Ma hai la speranza… il sogno… Hai il gratta e vinci!... lotto enalotto superenalotto… ed è vero che può bastare, il sognare. Frattanto quelli ti tengono per le palle, individui primordiali dalle movenze e facce di bronzo, espressioni volgari e violente. Gentaglia! che soldi rubati e successo hanno reso non solo accettabili, ma fin ossequiabili… Considera l’intervista!. In quanti l’hanno invidiato e sognato di riuscire a portar puttane, truffare, ricattare… e poi presenziare e pontificare in televisione… E non c’era anche un padre che accompagnava la figlia allo scannatoio di Arcore?... anche questo fa parte del sogno.
Posso ancora illudermi? Che forse sotto sotto anche la massa tremebonda di pensiero disprezza questa cosiddetta alta società… sì, anche mentre cerca disperatamente di comportarsi come loro rinchiusa nell’amaro lager del desiderio… eppure lo so! So che è una sciocchezza!
Hanno vinto loro! Siamo sconfitti! E come bambini deficienti sono masse quelli che hanno bisogno delle favole per continuare a vivere sognando.
Pezze al culo per te, e buono solo a tirar la carretta, non avrai mai niente Devi solo vegetare in stato onirico e da schiavo far funzionare la baracca per loro… soprattutto… E costretti ad amare la merda.
Il sogno della rivoluzione, se ancora sopravvive in qualcuno, è frastornato anch’esso, e senza stampelle vaga barcollante in luoghi remoti… oscuri… La sua caduca epopea soffocata dal frastuono di calcio e televisioni… e musica ovunque… e trilli e bip bip di cellulari buoni a tutto.
E che i nostalgici delle rivoluzioni non rialzino la testa… razza pericolosa e bastarda da tenere al guinzaglio e muniti di museruola. C’è sempre una Genova pronta per loro!
Tempo di melma! Che sembra sempre novembre, il mese dei morti. Notte impazzita che mostra un inverno che nessuno aveva mai immaginato.
 
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