8.30.2011

 

La grande manovra


Dice: “Ma della manovra economica, se ne deve parlare …” ed è vero. Solo che verrebbe più facile, se solo ce ne fosse una. D'altronde siam passati da la crisi non c'è, a forse c'è ma non si vede, al cuore che gronda sangue per la sorte dell'italiota, fino all'ultimo: “Yuppy!!! La manovra economica, senza neppure una tassa in più.”

Quindi come se ne parla di questa ennesima buffonata, dettata da un manipolo di criminali coadiuvati da un altro manipolo di inetti ed imbecilli? La mia regola sarebbe quella di attendere con i gomiti posati al davanzale della finestra. Attendere di vedere quel che accadrà, quando finalmente cadranno le banche.

E poi che noia! Manovra iniqua, che va a toccare le tasche dei lavoratori, sempre i soliti … Perché davvero qualcuno aveva creduto che avrebbero tassato loro stessi? Oppure qualcuno ha pensato che la geniale idea di calderoli, di tassare chi non paga le tasse, potesse essere la panacea?

Eppure io l'ho letto: “Finalmente! Ci sarà il taglio dei deputati.” Non viene benissimo spiegare che in questa manovra economica non vi è nulla di sensato, se non un po' di populismo e un briciolo di demagogia, che gli unici soldi reali saranno quelli che pagheremo noi, e che il resto sono numeri a scadenza nel 2013, probabilmente sperando nei maja.

Non so voi, ma ho letto poco fa una dichiarazione di scajola, il quale ammette sì di non aver venduto la casa che qualcuno pagò a sua insaputa, ma – a mo' di scusa e pentimento – continua: “ci dormo soltanto”. È così che mi è venuta un'idea piccola, piccola, per risanare il debito pubblico ed avere anche qualche avanzo: “Trattare tutti i proventi dei furti di stato, anche quelli sanciti e istituzionalizzati dallo stesso governo, come fossero beni sequestrati alla mafia”. Solo facendo un calcolo di ciò che sappiamo, dalle tangenti a questo o quello, le case, gli stipendi che certi notabili potevano attribuirsi su contratti stipulati in bianco, i milioni e milioni pagati per ricatti, estorsioni, e tutto il meglio di cui la politica italiana ci ha abituato nell'ultimo decennio di barbarie, i conti sarebbero a posto e molto di più.

Rita Pani (APOLIDE)

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