1.04.2011

 

Non c'è ipotesi di futuro

A volte, presa dalla foga della discussione con amici o compagni, magari in una serata che scorre allegra e impastata dal fumo, quando mi si chiede cosa penso del domani di questo povero paese, mi vien spontaneo rispondere che a questo punto, sarebbe facile ritrovarsi l’esercito al governo. “Impossibile!” è la risposta categorica degli altri – l’Europa non lo permetterebbe! –

Poi il fumo esce dalla finestra, la notte passa, la mente ringrazia per la freschezza ritrovata, e anche io devo ammettere: “Impossibile!”

Impossibile non perché l’Europa non lo permetterebbe, ma perché siamo in Italia, un paese dove i golpe non sono più bianchi ma rosa, effettuati a colpi di troie o transessuali, di storielle tragicomiche raccontate da un manipolo di imbrattacarte pagati quanto un premio Nobel per la letteratura. L’Italia non è normale abbastanza perché un ministro della difesa fascista, possa decidere di far intervenire l’esercito e dichiararsi generale imperatore, nemmeno quando il popolo fosse pronto a “volere i colonnelli”.

Non è semplice immaginare il futuro dell’Italia, non lo sarebbe stato nemmeno per Nostradamus figuriamoci per noi, che ancora conserviamo il vizio di formulare pensieri inanellando le nostre conoscenze col rigore della logica. L’idea dell’esercito al governo nasce facile: il paese sta scoppiando di povertà, gli stipendi non vengono pagati, gli operai ridotti a schiavi vivono il ricatto del padrone, i sindacati o si sono venduti o sono stati resi inoffensivi con l’abrogazione dei diritti fondamentali, i cassintegrati non percepiranno quanto a loro dovuto perché i soldi non ci sono più, e anche avere la pensione inizia ad essere una sorta di miraggio. Vien da sé che uno stato – uno serio – si predisponga a sedare l’immancabile rivolta, e da qui due più due che fa sempre quattro.

Ma noi non siamo un paese serio, ed è bene dirlo ogni volta che si può. Stamattina, per esempio, la Questura di Roma esprime tutta la sua preoccupazione per le proteste che il governo – e parte dell’opposizione – si appresta a fare contro la decisione del Brasile di non estradare Cesare Battisti. “In questi giorni Piazza Navona si prepara a ricevere la Befana, potrebbe esserci un problema …” E c’è di peggio, perché la lega si è espressa chiaramente sulla questione Battisti: “Non concedere l’estradizione, non è da paese civile.” E se la lega si appella alla civiltà, è legittimo restare perplessi. Del resto un ragazzo ha passato qualche giorno in galera per aver sparato un petardo. Nemmeno la lega ha osato chiamarlo più ordigno e quel che resta di bossi, dopo aver appreso di non avere più il seguito di imbecilli intorno a casa sua, ha pensato bene di cambiare strategia, declassando “l’orribile e pericoloso attentato” in una più generica e meno terrificante “bravata”.

Non è semplice formulare ipotesi guardando troppo lontano, in questo paese. Guardando dentro il nostro portafoglio sarebbe semplicissimo, ma purtroppo hanno insegnato a guardare il dito che indica la luna, e il popolo inebetito ha imparato benissimo. Il governo che scende in piazza contro il suo stesso immobilismo, è decisamente emblematico. Ho sentito con le mie orecchie uomini con le scarpe troppo consumate per aver danari in tasca, discutere su Lula e Battisti, sull’estradizione e la galera. Come se davvero potesse interessarli, come se davvero fosse un problema per loro. E non che non lo sia, ma avrei voluto sapere perché la stessa preoccupazione, o la stessa ansia non fosse stata espressa sapendo che la mancata estradizione di un terrorista è figlia di anni di non governo e di abbandono, da parte di una cupola malavitosa impegnata solo ed esclusivamente dall’interesse privato di un uomo solo o di un’associazione a delinquere.

Ma non è un paese normale, e quindi ci sta tutto. Ci sta persino che sempre quel che resta di bossi, o la lega in generale, continui a usare il verbo “votare” come una minaccia, e non come ultimo invito alla democrazia. “O si fa il federalismo o si va a votare a marzo.” Persino la lega ha capito che non riuscirà a tenersi “il popolo padano” con sé, promettendo danari virtuali e continuando a rubare quelli veri di “Roma ladrona”. Allora si passa alle cimici trovate e non denunciate all’autorità giudiziaria, scavalcando le leggi di uno stato del quale sono ministri pur non appartenendo alla razza italiana, alle bombe abbandonate sui treni, agli incendi dei campi rom, alla guerra contro il sud d’Italia e ai soliti atti di un copione recitato sempre peggio e quindi sempre più noioso, di una tragicomica commedia che appena domani sarà storia. Purtroppo la nostra, quella di un popolo abbandonato a sé stesso e di cui non si riesce ad immaginare il futuro.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Perfetto, n ulla da aggiungere se non la solita domanda (retorica)...ma come caz... abbiamo fatto ad arrivare sino a questo punto? E' antidemocratico dirlo, lo so, ma tanta gente bisognerebbe sottoporla ad un esame abilitativo prima del voto.
Mietta
 
Rita, perchè parli sempre con disprezzo delle c.d. 'troie'? E' a mio vedere l'unico neo di articoli sempre bellissimi e profondi...vorrei solo dirti che tante, e sicuramente troppe, donne non hanno avuto altro dalla vita che cercare di arrangiarsi come possono...e questo senza 'arrier pensee', ti prego!
 
Non si tratta di disprezzo, ma di necessità. Il disprezzo semmai sta nella diversificazione, per cui i comuni mortali vanno a puttane, loro - gli eletti - a escort. No, non ci sto. Mi piace chiamare le cose col proprio nome.
R.
 
Dire la verità non è mai peccato.
Caso mai lo è il contrario.
 
mi va di postare un commento perchè per la prima volta ho letto su un blog, ciò che penso da tanti anni ma non ho mai avuto il coraggio di dire per paura di essere tacciato di arroganza: bisogna far votare solo le persone che abbiano sufficienti capacità discernitive. Non esiste in natura
in nessuna specie animale o vegetale una strutturazione in branchi,gruppi,colonie e quant'altro di aggregativo conosciamo in natura,non esiste che lo stupido guidi il branco.
Perchè ciò che viene fuori dal voto degli stupidi è ovvio che sia equivalente.
Bisognerebbe che ogni seggio elettorale avesse una stanza pre elettorale dove alcuni " dotti" a scelta tra i vari schieramenti politici, chiedessero ai futuri votanti cose semplici le cui risposte errate negano l'accesso al voto.
Domande tipo: cosa è il legittimo impedimento, cos'è la Giovine Italia, quanto fa 8 per 9, quanto tempo deve "lavorare" un deputato per prendere la pensione? cosa vuol dire secessione, cosa vuol dire federalismo. Sono semplicità per voi lettori di Rita ma vi garantisco ( vivendo in mezzo alla gente per lavoro) che sono domande da un miliardo di dollari per il 90% ( senza esagerare9 della popolazione. Per cui perchè non portiamo avanti questa proposta ,anche se acculturato non vuol dire saggio ma per lo meno sai distinguere un "tizio" delinquente e mafioso da una brava persona..lo spero almeno. buona giornata a tutte le persone di buona volontà. Alfonso
 
Alfonso, lo avevo scritto anche io qualche post sopra...ma lo sappiamo da noi che non è possibile e per un semplice motivo (a parte l'antidemocraticità della proposta): in quanti sarebbero così al di sopra delle parti, così saggi e apolitici da poter fare un esamino del genere? Siamo in Italia, il paese dove si pratica soprattutto l'inciucio, l'imbroglio,l'accatto dei voti e sorvolo sul resto, troppo lungo...pertanto,rassegnamoci perchè far votare solo le persone in grado di capire o discernere è un'utopia.
Mietta
 
questo è un paese messo male anche perche' sono gli Italiani che "fanno" il paese! non dovremmo sottrarci alla sensazione di essere responsabili dei misfatti che ci circondano! abbiamo perso il valore e ogni prestigio, causati da un tizio persuaso di essere il diretto successore di Cesare! saluti da franco il vecio.
 
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