12.17.2010

 

E bondi supplicò i compagni.


Forse un giorno, quando ci saremo riappropriati della cultura, della storia, delle arti e del linguaggio, potremmo seriamente pensare di ritoccare anche la lingua italiana. Sia chiaro, a me piace quella che abbiamo, mi piace semplice e pulita, senza troppi neologismi inglesizzanti che a volte non solo la deturpano, ma la ridicolizzano, però, a qualche cambiamento, sarei favorevole.

Partirei da termini andati un po’ in disuso, come gretto, meschino, pusillanime e viscido, trasformandoli in un unico sandro bondi, che in diversa accezione potrebbe essere usato anche per indicare un pezzo di sterco solido di forma cilindrica.

Ha supplicato, l’ammasso gelatinoso, di non essere sfiduciato. Lo ha fatto scrivendo una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al PD, cosa questa seconda che a mio avviso è grave due volte: primo per la meschinità (bondezza) del gesto; secondo perché il bondi (lo stronzo) è sceso così in basso da rivolgersi per iscritto “ai compagni” ripassando sebbene a modo suo, uno dei suoi tanti trascorsi politici o travestimenti.

Scrive in ginocchio sui ceci, il bondi, insinuando che i comunisti del PD vogliano fargli pagare – con leggero ritardo – la sua uscita dal P.C.I. e scrive ancora, che se prese quella decisione fu per aver compreso che il Partito non avrebbe mai avuto quella svolta socialdemocratica da lui auspicata. In vero nel tempo è cambiato anche il senso del termine “socialdemocratico” usato come insulto da noi comunisti veri, verso altri che comunisti millantano d’esserlo solo a parole, o verso coloro che del cerchiobottismo hanno fatto religione. Per cui, forse, anche “socialdemocratico” potrebbe essere sostituito dalla parola “bondi”. Nalla lettera di supplica, il pusillanime, si chiede ancora il perché di tanta acredine (sic!) “non sarà mica per via di Pompei, che crolla da migliaia di anni; che colpa ne ho io se il Vesuvio ha eruttato?”

Non menziona minimamente la situazione della cultura in Italia, settore ormai bloccato, chiuso e in disarmo, come qualunque impresa grande e piccola che sia, o come qualunque altro servizio sociale, a cui di fatto è impedito l’accesso ai cittadini, sia per la mancanza di fondi, meglio veicolati dal bilancio dello stato a finanziare – per esempio – false consulenze del ministero per il turismo, creato appositamente per ripagare la ministra Brambilla di tanta generosità, o per finanziare false costruzioni di infrastrutture, capaci di garantire un po’ di benessere agli amici dell’amico.

Come ogni ministro di questa Repubblica marcita, ha assolto al suo compito nel migliore dei modi possibili, favorendo e garantendo che le imprese mediatiche del suo padrone, non conoscessero nemmeno un minuto di stasi. La mondadori (o le sotto case) hanno continuato a pubblicare giovani promesse che inevitabilmente hanno vinto premi letterari offerti da Confindustria, i libri al supermercato (sic!) o sono di vespa, o di una delle troie che racconta le gesta del tizio grande amatore del consiglio, la musica colta è stata quasi cancellata dal panorama italiano, perché con la musica di Beethoven è difficile ballare la lapdance, e nemmeno il ministro ha pensato di presentarsi alla prima della Scala dove veniva messa in scena la Valchiria, che probabilmente, il bondi, aveva scambiato per una delle zoccole alte e bionde che adornano la vita del suo padrone. E voglio ricordare come nemmeno un anno fa, il ministro dei beni culturali di questo paese che la cultura la crea ma la nasconde, tentò in tutti i modi di finanziare “il cinepanettone” facendolo passare come “Cinema d’Essai,” salvo poi non presentarsi a nessuno dei festival del cinema italiani.

Sì, cari compagni del PD. Sono disposta a chiedervi scusa da parte sua per essere stati appellati in quel modo a voi ostile. Vi chiedo scusa, ma anche io ho una supplica: non ci avete tolto di mezzo il capo dei bondi, levateci almeno questo bondi.

Pensando a Mario Monicelli.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
La prima parola che cancellerei dal vocabolario italiano è "lavoro", termine del quale se ne è perso il vero significato, appropiato da chi meno lo pratica, primo Bondi. La seconda è "assolutamente" della quale non si capisce mai se è "si" oppure "no", ad esempio alla domanda: risposta di Di Pietro: , risposta di Bondi:
 
Rita, la prima parola che dovrebbe essere trattata è "vergogna" ognuno trovi pure il riferimento che piu' gli interessa e se ci riesce; vergogna pudore, dovrebbero proteggere l'uomo e ancora di piu' l'uomo politico, dalla violazione dei codici etici, interiori ed esteriori! in questo senso la parola "vergogna" dovrebbe essere una parola politica, una roba che dovrebbe permettere di migliorare o ricostruire se stessi, provare vergogna per le cose che hanno rapporto con la legge? se poi, come diceva Aristotele; trattando il tema della vergogna, subito dopo trattiamo la giustizia! ma per questi "contrari" ci sono vincoli a tutt'altri esempi. saluti da franco il vecio
 
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