11.09.2010

 

Democrazia è morta da tempo

[de-mo-cra-zì-a]
s.f. (pl. -zìe)

1 Forma di governo in cui la sovranità risiede nel popolo, il quale la esercita per mezzo di rappresentanti liberamente eletti, con libera opposizione delle minoranze e nell'ambito della legge

Mi pare proprio che sia palese il fatto che la democrazia sia qualcosa che non ci riguarda. Non più almeno. Ammettere questo è il primo passo per poterci liberare.

E ancora una volta veniamo avvisati: “La democrazia è a rischio.” Un po’ come se avessimo bucato tre ruote, e finalmente qualche anima buona ci fermasse per strada, per dirci che abbiamo la quarta un po’ sgonfia. La democrazia in Italia non c’è. Ci è stata tolta col diritto di voto, ma in pochi se ne sono accorti, essendo stati nel tempo trasformati da cittadini responsabili, in tifosi sfegatati.

La democrazia non c’è. Basta guardare ciò che accade. Un governo che non c’è, che di fatto è caduto ma si regge sui ricatti di un gruppuscolo di neonazisti, che hanno imparato presto e bene il mestiere, dopo essere riusciti quasi in silenzio, infiltrandosi da NON italiani nel parlamento italiano, a erodere persino l’unità d’Italia. Dove sta la democrazia, in un paese in cui quel che resta di bossi, tiene seduto un pupazzo sulla sedia, solo ed esclusivamente per riuscire a strappare via un altro pezzo d’Italia?

La democrazia è morta quando abbiamo permesso che ogni regione, ogni provincia, ogni comune potesse sovvertire le regole dello stato, in nome della politica personalizzata e peggio, generalizzando anche le lotte. La democrazia moriva quando le manifestazioni di piazza diventavano “feste”, quando lo sciopero generale era di 4 ore, poi di un’ora … facciamocela bastare.

Non c’è democrazia e non c’è libertà, perché l’italiano (e non solo l’italiota) della libertà ha perso il senso, e forse in cuor suo preferisce non essere completamente libero: la libertà è anche responsabilità. È deviato da anni il significato della parola “libertà”, e questo sì lo dobbiamo all’indottrinamento del tizio, che ha lasciato passare senza troppi ostacoli, il suo personalissimo concetto libertario: faccio come cazzo mi pare.

La libertà non è dire che berlusconi è un mafioso, pedofilo, debosciato, piduista, criminale, e tanto meno che dovrebbe essere in galera. La libertà è quella di pensare ad un modo perché un essere spregevole quanto lui non possa più distruggere le nostre vite. La libertà è liberarsi, liberare. Ma mi sembra quasi stupido aggiungere parole sulla libertà, quando da millenni se ne scrive e decisamente meglio di quanto possa fare io, mi sembra addirittura mortificante scriverne pensando ai partigiani che almeno provarono a consegnarcela la libertà.

No, da noi la sovranità non risiede nel popolo, perché nemmeno l’ultimo dei cretini avrebbe liberamente scelto di farsi rappresentare da donne meritevoli per fellatio, complici di malaffare del sovrano, servi del padrone, lacchè. Non abbiamo libertà d’opposizione, dato che il parlamento è ostaggio di un sovrano ricattato da malavitosi e leghisti. E dell’ambito della legge, è meglio non parlare, perché oggi di ridere non mi va.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Ciao Rita,
bellissimo post, sono completamente daccordo. Porprio oggi stavo leggendo un pezzo di Arundhati Roy sul tramonto della democrazia in India, e ora nel tuo blog mi sembra di risentire le stesse parole!
Sono arrivato al tuo blog tramite il blog Nuda Verità: evidentemente ci accomuna un comune sentire...
Ti lascio il link al mio blog, in caso volessi leggerlo:
http://pasquinando.wordpress.com/

Lorenzo
 
Lo vedrò senz'altro :))
Ciao Lorenzo.
R.
 
"" il coraggio di chi osa
chi alza la testa
chi prende la parola
chi cancella la paura
chi non teme niente
chi ha nel cuore la forza di dire
chi ha nelle mani la forza di fare
chi si muove anche quando è stanco
chi va avanti gridando le sue idee
chi ha il coraggio di essere sveglio
chi è sincero nell'animo e negli occhi
chi si unisce ad un unica voce
un unica onda forte e potente
che puo' cambiare questo paese in meglio!
franco il vecio.
 
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