10.03.2010
Il Piano Vita
Domenica mattina e non sto niente bene; come una puerpera vivo con la borsa sotto al letto, pronta ad andare. Solo che anziché l’ansia di vedere e stringere tra le braccia il mio bambino, non vedo l’ora di sapere di essere stata liberata da una pietra. Non sono arrabbiata, non me lo posso permettere, ma sono preoccupata, e come un indiano che posa l’orecchio a terra, io ascolto l’intensità del dolore, cercando di capire se sia il caso di chiamare un’ambulanza. Attendo di comprendere se e quando la nausea si trasformerà in vomito. Mi interrogo sull’opportunità o meno di recarmi al primo pronto soccorso e per l’ennesima volta dire in modo urbano, che no, non sto tanto bene. Ormai vivo così da tre mesi, e no, non mi arrabbio. Mi preoccupo.
Potrete capire con quale entusiasmo io abbia letto questa mattina che Palazzo Chigi accelera col “Piano vita”. Dovrebbe essere una bella cosa, la politica che torna ad occuparsi della vita di tutti noi. Potrebbe essere finalmente l’inizio di un mondo nuovo, che tutti si sentirebbero obbligati a prender d’esempio. Il Piano Vita lascia immaginare che tutti noi esseri respiranti, finalmente si possa essere accompagnati a riprenderci la vita, con un lavoro, con l’acqua gratis, con un carovita equo, e persino con il diritto di essere operati con anticipo rispetto all’arrivo della morte.
Ora infatti, il mio Piano Vita, prevede nell’ordine: il ricovero, l’intervento, la convalescenza, un lavoro che mi consenta di vivere dignitosamente … e se finalmente l’opera del governo potrà fornirmi gli strumenti per accedere alla vita, io non posso che esserne contenta.
Però poi mi sono svegliata del tutto. È sempre domenica, ho sempre i dolori, ho sempre il dubbio di non saper che fare di me, e il Piano Vita è un’altra cosa.
Il Piano Vita del governo, è il prezzo che ci accingiamo a pagare alla chiesa, solo per aver un buffone bestemmiatore a capo del governo, che della famiglia se ne fotte (tranne che della sua). Un satiro maiale, che non destò preoccupazione nella chiesa quando fu palese il suo interesse per le ragazzine minorenni, ma che ha urtato la suscettibilità ricattatoria della CEI offendendo Dio e non le donne o gli ebrei.
Per una barzelletta, potremmo pagare in civiltà, lasciando che malavitosi ignoranti come questi che ci governano legiferino sul biotestamento, o impongano per legge le loro scelte sconsiderate, annullando la volontà del singolo, che persino il cattolicesimo riconosce nel diritto al libero arbitrio, arrivando nuovamente a ridiscutere della pillola abortiva, e perché non della soppressione degli omosessuali, che fa tanto cristiano?
E pagheremo in soldi e ancora civiltà, dato che per ripulire l’ormai putrida coscienza di un solo tizio, il Piano Vita del governo, potrebbe anche prevedere “il sostegno diretto alla libertà di educazione”, ossia pagare le famiglie che decideranno di iscrivere i loro figli alle scuole private, sottintendendo della chiesa.
Sì, è sempre domenica, ho sempre la nausea, i dolori non si placano. Forse è meglio che al mio Piano Vita ci pensi da me.
Rita Pani (APOLIDE)
Quanto al resto la depressione avanza.tutto passa come se fosse acqua fresca,vedi trasmissioni che ti tolgono il sonno come quella di ieri sera del buon Iacona e nessuno si allarma, come se vivesse la vita di un altro e non la sua, come se nulla gli potesse capitare perchè questo è il paese dove avvengono i miracoli annunciati ma che non si realizzano mai.E' il paese dove alle disgrazie si risponde eccheccevuofà!!!Viviamo in una democrazia di facciata, crediamo di poter parlare, contestare, argomentare..ma de che,loro decidono e i beoti zitti e a cuccia.Altri tentano di farsi sentire, ma è come parlare al vento, quasi che le vite delle persone, quelle inc arne ed ossa,non esistano e non abbiano diritto alla vita come gli altri.
Intanto pensa a te e non ti demoralizzare, fai!
Ti abbraccio
Mietta
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