6.02.2010

 

La festa alla Repubblica

Non può più essere nemmeno il paese di Pulcinella, questa povera Italia. Perché sennò s’incazzano i leghisti, essendo la maschera di tradizione napoletana. Pure questo ci hanno tolto, lasciandoci solo il senso del ridicolo che può assumere una celebrazione, per quanto retorica, con l’Inno di Mameli sostituito da una canzonetta di Gino Paoli. Capisco che fare la festa alla Repubblica sia atto meno serioso e solenne di quello voodoo della sacra ampolla con l’acqua inquinata del Po, ma magari al posto di Gino Paoli avrebbero potuto suonare una marcia celtica con la tradizionale cornamusa padana; avrebbero fatto una figura migliore.

È difficile, sempre più difficile, restare seri e vigili. Mi sembra di vivere in un paese afflitto da una pandemia di idiozia, in cui chi soffre davvero è colui che ne è immune. Come l’impotenza che proviamo davanti a un bimbo con la febbre, che resta sul suo lettino calmo e imbambolato, e ci scopriamo a rimpiangere che non stia in giro per casa a far danni. Questi sono gli italiani. Questa è l’Italia.

Che ne so, il sindaco di Vallo di Nera, per esempio: l’illuminato Fausto Dominici, il quale con la sua maggioranza al comune, ha rifiutato di intitolare una piazza ai Giudici Falcone e Borsellino. Validissima la motivazione: “Cosa hanno fatto questi per noi?” Anche Vallo di Nera è Italia, infatti l’eccellente primo cittadino ha dovuto quietare gli animi degli altri 499 che non hanno preso troppo bene l’uscita del genio, con un’altra clamorosa dichiarazione: “A me Falcone e Borsellino non hanno fatto niente di male, ma … si potrebbe discutere di altri nomi, come Aldo Moro, bettino craxi, Bazzoli Alessandro che almeno al comune ha donato un terreno.”

Che problema c’è se il giorno della festa della Repubblica, alla presenza del leghista castelli, che siede in modo abusivo nel parlamento italiano, al posto dell’inno di Mameli si suona “La gatta”?

Semmai – per gli immuni dal morbo dell’idiozia – resta il problema di capacitarsi del fatto che a Margherita di Savoia, la pandemia ha reso possibile eleggere gabriella carlucci sindaco. Un’altra illuminata, al pari del suo collega umbro Dominici. La sindaco, infatti, ha pensato bene di rimandare il Corpus Domini, perché le celebrazioni religiose sarebbero state concomitanti alla trasmissione televisiva della sorella. E per fortuna che non era Natale, sennò hai voglia a stringere, Maria!

Quel che volevo dire, in sintesi, è che possiamo anche cancellarlo questo 2 giugno. Ormai non ha più senso festeggiare l’Italia un solo giorno. Alla Repubblica, ormai, la festa gliela hanno fatta da un pezzo.

Rita Pani (APOLIDE IMMUNE)


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