3.24.2010

 

Il lavoro nobilita l'uomo

Il figlio scemo di bossi è stato candidato, dice il padre, perché ha lavorato. E questa sì che è una notizia! Sapere che un giovane padano nemmeno troppo intelligente, possa aver lavorato in questa Italia, senza dover essere un rumeno o un polacco, è davvero una notizia da render nota, per aumentare l’ottimismo di tutti coloro che stanno cercando un lavoro, o di tutti quelli che lo stanno perdendo.

Finalmente qualche giornale si è accorto della piaga della tratta degli schiavi, in atto in questo nostro paese incivile. Ho trovato un bell’articolo sull’Unità che racconta la schiavitù nel settore edilizio, quello che secondo il tizio palazzinaro del consiglio, dovrebbe essere il settore trainante per la nostra economia. In questa campagna di farsa elettorale, durante uno show a Roma, criminalizzò le regioni comuniste per non aver voluto attuare il “piano casa”, ossia l’abuso edilizio legalizzato che avrebbe potuto dare una stanza in più alle famiglie italiane, e facile arricchimento per tutti i palazzinari come lui. Questione di lobby.

Mi spiace un po’ che l’articolo letto non andasse oltre, restando chiuso nell’ambito dell’edilizia. La realtà dell’inciviltà italiana va ben oltre e io e ne sono testimone. Non è solo il costruttore a praticare la schiavitù, ma anche il privato cittadino. Me ne sto rendendo conto, ora che settimanalmente prendo almeno una decina di contatti in cerca di lavoro. Tutte le telefonate si interrompono dopo la fatidica domanda: “Scusi, ma lei è italiana?” Ora ho imparato a rispondere: “No! Per fortuna sono sarda!” E c’è da aggiungere che da un pezzo ho smesso di cercare lavoro per le mie competenze, perché nell’incivile Italia, a 45 anni anche se sei capace, non sei più buona né per fare il tuo mestiere, né per improvvisarti ballerina di lap dance – settore veramente in via di sviluppo.

C’è chi lo chiama malcostume, c’è chi dice che ormai l’Italia sia un paese di merda. Io continuo a pensare che l’Italia sia ormai un paese incivile reso tale da troppi anni di berlusconismo; un fenomeno combattuto, assecondato, e troppo spesso sposato a modello. E’ vero che il bisogno spinge l’uomo ai più impensati compromessi con sé stesso, ma è anche vero che se si avesse conservato il limite della propria dignità, molte cose non sarebbero diventate tacitamente lecite. La schiavitù è lecita quando ci si presta ad essere schiavi.

Dicevo? Ah, sì! La lega non regala niente, loro ci tengono alla loro padanità. La parola lavoro è per loro il Verbo: «Noi siamo quelli che mandano avanti chi lavora. E anche con mio figlio è stato lo stesso. Lo abbiamo fatto venire in consiglio federale e gli abbiam detto: vediamo un po’ quello che hai fatto »

Peccato che a noi non lo abbia raccontato.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
La Lega non regala niente...al massimmo un panino..però imbottito eh...e dell'acqua di fonte a dei bimbetti di una scuola della "civilissima" patania.Pensiamo alla malinconia di quei poveri...gli altri con il piatto di spaghetti e loro un triste paninetto nel piatto.E questi vanno anche in chiesa la domenica..a che fare...a prendere per il culo il padreterno (se esiste?).
Per il resto, che dire..guarirà anche il cancro entro 3 anni ('sto str....non si vergogna neanche di oltrepassare i limiti della decenza)e troveremo lavoro, in nero o part time o a termine e senza garanzie) solo a patto di non essere italiani...ma non dicevano che volevano solo la pura razza italica?
Cara Rita, vien da piangere...bisognerebbe radere al suolo tutto e bonificare la terra con un bel falò.
Mietta
 
Sto prendendo nota delle risposte che ricevo al telefono ... ed è davvero terrificante, credimi. Non sei più un essere umano, sei poco più di un attrezzo.
 
sono sempre piu' indeciso se mettere gli "asini di montebaducco" a sostituire il parlamento o al posto degli italioti che hanno votato questo "indefinito coso" gli asini nonostante siano docili e intelligenti, prenderebbero a calci un bel po' di fantocci!!
 
Ciao Guevina il tuo articolo sul lavoro, con l'inciso dell'articolo dell'Unità, non so perchè, ma mi fa pensare alla guerra, al nazifascismo e sopratutto alla Schoah, consumatasi proprio in quei lagher al di cui ingresso campeggiava la scritta "ARBEIT MACHT FREI".Forse, senza che ce ne fossimo accorti, abbiamo lasciato scivolarci addosso gli stessi tempi, lo stesso clima e sopratutto le stesse mostruosità di quei tempi terribili, non solo per gli ebrei e tutte le minoranze etnico-linguistico-sessuali, ma per tutti i cittadini liberi nei loro spiriti e nei loro ideali di Giustizia e di Libertà. E' tempo di scrollarci e di svegliarci se vogliamo VERAMENTE che la Resistenza deve continuare con una NUOVA E PIU' STRENUA RESISTENZA! Un abbraccio. Antonio.
 
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