3.15.2010

 

Guardando un po' oltre

Le elezioni portano sempre bene. In ogni periodo pre elettorale che si rispetti, ogni piccolo paese guadagna almeno duecento metri di asfalto nuovo, e l’Italia intera l’arresto di un mafioso importante. E’ la regola. Se solo si andasse a votare ogni mese, la Salerno Reggio Calabria sarebbe finita, e la mafia sconfitta.

Quando poi si legge che il reddito del presidente del consiglio più disonestamente ricco degli ultimi 150 anni, in questo ultimo anno è cresciuto di nove milioni di euro, viene pure il sospetto di aver sbagliato ad eccedere con le critiche. Lui, in fondo, l’aveva sempre detto che la crisi economica era solo un fattore psicologico, e noi non gli abbiamo creduto, abbandonandoci sovente a reiterate crisi di nervi. Per questo siamo ridotti così, senza lavoro, sui tetti, nell’ex carcere di massima sicurezza all’Asinara, e senza alcuna certezza per le prossime due settimane di vita.

È bello sapere che ha iniziato i lavori di costruzione di una villa ad Antigua. Lascia sperare che vi si possa riparare portandosi dietro tutti i suoi cortigiani, e i nani e le ballerine, le igieniste dentali, le escort e tutta la sua progenie. È un’idea che spinta oltre il limite del possibile, mi fa anche immaginare che potremmo essere noi a spingerli nella notte dentro un aereo che se li porti via.

Il quesito odierno domanda se il tizio del consiglio più inquisito degli ultimi 150 anni sia indagato oppure no. Davvero come se fosse importante, come se servisse a qualcosa. La notizia bomba è che Napolitano è orientato a non firmare per togliere l’ultimo diritto al lavoratore, probabilmente spinto da una sana logica cerchiobottista, ed essere sicuro di non venir più indispettito dalle nostre giuste ed equilibrate rimostranze.

L’altro giorno ho sentito Bersani parlare come un politico, e per un momento ho voluto fare finta di vivere in un paese normale, nel quale la realtà non si teme ma si affronta. Per almeno dieci minuti ho finto di credere che finalmente l’incubo fosse finito, e che noi cittadini fossimo tornati ad essere la parte più importante di uno stato, che senza di noi non potrebbe sopravvivere. È stato solo un momento, e come molte altre cose, in questo periodo di vita, me lo sono fatto bastare.

La realtà è quel che vedo, o forse la realtà è quel che non si vede. L’inconcludenza di questa classe dirigente, l’apatia di un’opposizione tanto appassionata quanto fine a sé stessa, apre la strada al fascismo reale che si prepara a fare l’ultimo deciso balzo, logorando dall’interno un’associazione mafiosa e malavitosa che ha conquistato il potere fingendo di essere un partito politico. Generazione Italia, la chiamano la creatura del trasformista più pericoloso che c’è. Quello che a scuola di fascismo ci è andato davvero, e che a volte con immenso stupore per nulla divertito, sento osannare anche da chi si professa compagno.

È una fortuna non essere ottimisti; è come se si indossassero mutande di latta.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Cara Rita...non puoi sapere quanto io condivida la tua opinione.
 
Bella questa immagine...il pessimismo come mutanda di latta!Sono una pessimista di natura e quindi non mi debbo sforzare....ma l'ho sempre detto:meglio essere pessimisti almeno se poi, per un caso del destino, le cose vanno bene si può dire pofferbacco, mi son sbagliata ed abbagliare gli altri con un bel sorriso!
Diamoci al cazzeggio cara Rita,tanto sembra di essere entrati in un dedalo ma il filo di Arianna non c'è, non ce lo siamo saputi procurare..oppure eravamo distratti!
Mietta
 
Io vivo senza speranza, così, per una questione di principio. Nulla è più illusiorio della speranza.

Ma credo anche che bisogna provare, riprovare e continuare per cambiare le cose.

Un pò come "loro". Ci provano e riprovano finchè questa legge, quel finanziamento, quell'altro favore non vengono approvati.

Io provo e continuo a provare, finchè con un pò di esempio e un pò di parole qualche amico, qualche conoscente cambia un pochino. Chissà se sul lungo tempo non serva.

Vai Rita, non fermarti mai!
 
p.s. condvido anche io..ma non è una novità!
Avete letto l'articolo di Curzio Maltese su Rpubblica? Val la pena, è sempre un bel leggere...voci libere, ancora per quanto? Intanto i reprobi Scalfari e Mauro non potranno più entrare in Rai..a quando una bella portata in faccia all'ominide che neanche in Zimbabwue avrebbe accesso?
Poi dice che siamo giustizialisti...ma il limite l'ha travalicato da un bel pezzo, ora sta facendo gli straordinari!
Mietta
 
Cara Rita, mi associo ad ogni tua singola parola. Questo tuo post e` da incorniciare perche` semplicemente fantastico!
Roberta da Sydney
 
“L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul LAVORO”.
E’ questo l’assioma! Il principio che non si può discutere! L’ncipit della nostra finora orgogliosa Costituzione che finora ha garantito lo sviluppo civile di questo Paese dalla gloriosa lotta Partigiana alle conquiste del movimento operaio. Ci eravamo illusi di essere divenuti un popolo responsabile e, finalmente, considerato a livello internazionale. La grande illusione è stata solo un lungo inganno. Siamo solo stati bravi a nasconderci dietro grandi personalità , mettendo sotto il tappeto etichettato “italiano brava gente” le meschinità, il fascismo, le atrocità commesse nella nostra storia imperiale di cartapesta,e quelle commesse nei Balcani durante il secondo conflitto… Nulla era stato cancellato, la merda continuava a puzzare sotto il tappeto ed alla prima occasione è venuta a galla più putrida che mai: espande e appiccica, la marmellata schifosa e livida dell’arte di arrangiarsi di un popolo in maggioranza razzista, cinico, ignorante, egoista, violento, truffaldino.
Del primo articolo si è già fatta carta igienica, buona per nettarsi il culo, ne hanno fatto strame maggioranza e opposizione d’accordo, e ora cosa resta di questa Repubblica democratica che definirla “democrazia autoritaria” è un eufemismo. Tutta la casta mediocre e menzognera vuol farci ancora fredere che siamo in democrazia mentre questa è la notte buia della Repubblica. Si nascondono dietro il dito della modernizzazione per cancellare con la Costituzione: la democrazia. Violentato il primo articolo cosa resta del nostro orgoglioso riscatto. Tolto il primo articolo è tutto un impianto che si perde.
Eccola la cosiddetta modernizzazione: cancellazione sistematica di tutti i diritti dei lavoratori. Il glorioso vecchio PCI è diventato il PD dei liberisti, è il partito delle privatizzazioni, della flessibilità, giù giù fino alla cancellazione dell’articolo 18 che permetterà il licenziamenti senza giusta causa, i lavoratori in affitto e schiavizzati e sono la stragrande maggioranza del popolo i lavoratori dipendenti , quelli che tirano la carretta e pagano le tasse che altri evadono… ma che razza di masochismo è questo?
E ci abbiamo un garante sempre pronto con la penna fra le dita a firmare tutto e di nascosto, nottetempo, dalle privatizzazioni alla deregulation dei rapporti di lavoro, la distruzione della scuola pubblica, il reato di clandestintà e via i bambini stranieri dalla scuola, e lo sgombero dai campi dei Rom, e l’assoluzione per la morte di un bambino reso torcia umana, e le carceri solo per i poveracci, e le prescrizioni chiamate assoluzioni… porcherie su porcherie che passano indenni sulla sua scrivania, signor presidente, capo delle forze armate, capo del consiglio superiore della magistratura…
Ma dove siamo finiti… dove ancora andremo a finire? E’ da criminali pensare di mettere al mondo creature innocenti e inconsapevoli.
Hanno bisogno di un esercito di schiavi e noi dovremmo fornirglierli?!
 
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