8.29.2009

 

Pausa!


Finalmente il tanto agognato stop estivo, arriva anche per me.

Ci rileggeremo il 14 Settembre, e magari, di tanto in tanto, posterò qualche “cartolina” ma nulla di più.

Ho voglia – e bisogno – di riallacciare i fili di questa vita complessa, di leggere un buon libro, di camminare a piedi nudi, di godere del vento e dell’acqua, di riconoscere i luoghi a prima vista. Di tornare a casa.

Grazie a tutti, davvero e di cuore.

R.


8.28.2009

 

Ma anche un po' di gossip

Il Vaticano ha annullato la cena di perdonanza col maniaco sessuale, pluri pregiudicato, corruttore, (anche di minorenni) in odor di collusione mafiosa, piduista e chi più ne ha più ne metta … Hanno ragione poveretti. Per scrivere un’indulgenza per questo tizio ci sarebbe voluto un mese di lavoro.

Strano però che la chiesa non lo voglia perdonare, lui che è odiato anche dalla mafia. Sì. Questa è la nuova teoria leghista: in pratica la storia delle donne, ragazzine, escort o troie, sarebbe un complotto ordito dalla mafia per danneggiare l’immagine del tizio del consiglio, e delegittimarlo. Una sorta di golpe mafioso. Decisamente verosimile, eh! I leghisti esultano. Quello che hanno al naso non è un piercing, è proprio un anello.

Il titolare del lodo alfano, scritto espressamente perché il prescelto non dovesse entrare mai più in un tribunale per essere giudicato per uno dei suoi tanti misfatti, oggi è andato in tribunale a denunciare il giornale “La Repubblica” per il reato di lesa maestà. La stampa sovversiva ha osato pubblicare dieci domande al quale il debosciato del consiglio, ovviamente non ha risposto. Poveracci, non hanno ancora capito che oggi il giornalista vero è quello che si fa scrivere le domande dallo staff di colui che poi dovrà rispondere.

George Clooney si è rotto un braccio in Italia ed è andato a farsi medicare in Svizzera, proprio nella stessa clinica usata dal presidente del Milan per sottoporsi a qualche intervento estetico o di manicure.

Detto questo, e assolto il compito di informarvi sugli ultimi problemi dell’Italia, vorrei occuparmi un po’ di gossip:

- Si moltiplicano le chiusure delle piccole e medie aziende italiane. Sempre più famiglie si ritrovano senza reddito e spesso senza alcun aiuto o ammortizzatore sociale.

- Si moltiplicano i casi di suicidio per disperazione: disoccupazione e povertà i motivi scatenanti.

- Continua la silenziosa protesta dei vigili del fuoco in servizio all’Aquila per gli straordinari non pagati.

- Continuano le proteste delle forze di polizia costrette a vigilare sulle ronde

- La sanità al collasso per mancanza di personale e per la chiusura delle strutture. La gente muore.

- Iniziano a sparire i primi “clandestini” mandati a fare la spesa dalle persone che assistono. Ritrova il suo collaboratore cingalese nel lager ... Arrestato da un vigile urbano lavoratore algerino sprovvisto di documenti …

Rita Pani (APOLIDE)


8.27.2009

 

Imbarazzi di governo

“Anche se non siamo in periodo di campagna elettorale, il pluralismo alla Rai è sacro e se nello spot di un film si ravvisa un critica ad una parte politica ci vuole un immediato contraddittorio e dunque deve essere seguito dal messaggio di un film di segno opposto.”

E il problema è sempre il solito: sentirsi colpevoli per trovare esilarante una dichiarazione ufficiale. In questo caso si tratta della RAI, televisione di stato che ogni anno estorce il pizzo ai cittadini, che non possono rifiutarsi di pagare anche se da anni hanno scelto di NON guardare le loro trasmissioni. La dichiarazione è inerente la censura e l’oscuramento del film “Videocracy” che, secondo le televisioni di stato privato, sono offensivi verso il governo. La logica utilizzata per negare la pubblicità al film, è sempre quella utilizzata anche in periodi di campagna elettorale: memorabile la richiesta (e, porca puttana, ottenuta) trasmissione riparatrice dopo che Report, dell’ottima Gabanelli, aveva parlato di mafia.

Insomma, che sia TV o che sia Mafia, il governo non può essere messo in imbarazzo in televisione, e soprattutto in televisione non si può dire che proprio quella scatola, l’elettrodomestico addomesticatore, ha definitivamente ucciso la democrazia italiana.

Per fortuna che abbiamo Internet ancora poco controllato da questo governo incapace, che nella Rete si sbertuccia da solo. In due giorni due casi eclatanti di leghisti imbecilli. Uno giocava a rimbalza il clandestino, e l’altro (deputato della Repubblica Italiana) che si dichiarava amico di un gruppo su Facebook che aveva per manifesto una scritta d’odio razziale.

Evidentemente, questi cavernicoli dall’elmetto cornuto non mettono abbastanza in imbarazzo il premier maniaco sessuale in odore di pedofilia, e, una volta smascherati pensano sia sufficiente pagare qualche scagnozzo per commentare sui giornali (su questo blog non ci provate nemmeno) che la pagina non esiste e che il deputato padano, infiltrato a Roma, è innocente. Persino quando lo stesso ammette d’essersi cancellato ["L'amicizia su Facebook si dà in buona fede a centinaia di soggetti ogni giorno e non si può in alcun modo essere responsabili delle condotte altrui"]

Ma guarda un po’. E’ stato truffato? Poveretto, che pena!

No, su Internet non funziona così, l’informazione potrà anche iniziare ad essere meno libera, grazie alle leggi di questo governo fascista, ma ha la libertà di circolare, e circola in velocità. Quindi se siete ancora di quelli convinti che dalla televisione possiate avere quanto vi basta a non sapere, e a non sentire, fare uno sforzo e guardate il trailer del film. Comprenderete quanta poca democrazia c’è rimasta in Italia, se è bastato così poco per negarvene la visione.

Rita Pani (APOLIDE)

Videocracy Trailer


8.26.2009

 

Via alla caccia al gay (io non sono complice)

Quindi il nuovo gioco dell’estate è la caccia ai gay. Bisogna comprendere: gli zingari avevano già stufato da un pezzo, e poi i campi nomadi hanno fatto finta di chiuderli in tutta Italia, dopo averne incendiato anche più d’uno a scopo dimostrativo.

I negri clandestini anche, avevano stufato, e poi si ammazzano da soli stando per più di venti giorni in mezzo al mare, senza cibo e senza acqua. I pescatori italiani non rischiano volentieri di essere messi a terra, e denunciati per favoreggiamento di immigrazione clandestina. Va bene, lo so che siamo il paese in cui si portavano panini con la mortazza e le bottigliette dell’acqua, fuori da un ospedale nel quale da anni una giovane donna morta veniva costretta alla vita larvale da un Parlamento di bigotti, ma c’è vita umana e vita umana. Quella negra è vita umana di terzo tipo, di quarto mondo. Vale molto di più un embrione ariano.

Volevano giocare un po’ con i meridionali, e avevano iniziato bene inventandosi l’esame di dialetto prima per i presidi, poi per il corpo docente, ma hanno dovuto ripiegare alle sole badanti – di razza inferiore - e alle squadre di calcio. Non avevano fatto bene i conti, e non avevano ancora calcolato le percentuali di elettori che avrebbero potuto rivoltarsi. La lega sa che quel nano debosciato non è eterno, e soprattutto ha capito che non è nemmeno ricattabile, perché della sua schifezza morale e fisica non importa poi più di tanto all’italiota subnormale.

E allora che si inizi pure la caccia al gay, in fondo è il “diverso” per antonomasia. Per un accoltellamento di un gay, per un incendio di un locale di ritrovo per gay non si incazzerà nemmeno la chiesa. Sarà semmai un incontrarsi tra tutte le nuove formazioni nazifasciste che stanno prolificando in questo periodo smemorato, in cui persino i ragazzini inneggiano al duce, senza ovviamente conoscere la storia. Ed è solo per questo che il fascismo è potuto tornare.

E a proposito della chiesa, trovo curioso e divertente lo scannarsi con la lega. Peccato che un leghista qualunque non si fermi a ricordare i bei monologhi di quei sacchi di merda vestiti di verde, che rivendicavano le profonde radici cristiane della patania, e invocavano la guerra santa contro i mussulmani che arrivano a frotte in Italia, per il solo gusto di far sparire i crocefissi.

I comunisti verranno dopo i gay, o toccherà davvero ai meridionali? C’è solo da attendere, e nemmeno tanto. L’Italia è ormai un paese in continua evoluzione. Fa schifo lo so, ma per fortuna non sono mai stata e mai sarò complice di questo stato di cose.

Rita Pani (APOLIDE)


8.25.2009

 

Ma anche a Melfi si sale sui tetti ...

C’è un bel titolo su un giornale on line: “La polemica sulle Frecce Tricolori divide anche i giornali del premier.” Leggerlo così non fa nessun effetto, e si palesa l’avvenuta normalizzazione. Non fa più specie, vedersi sbattere in faccia, per l’ennesima volta, che la stampa di regime è di proprietà dell’aspirante dittatore. È fatto notorio e assunto come “normale” da un’opinione pubblica concentrata sulla distrazione; smemorata.

In effetti anche ieri girava una notizia interessante: corona rischia il linciaggio per essere arrivato tardi a uno spettacolo. Il video risulta essere il più cliccato del giornale che lo ha pubblicato. Nessun appunto, di nessun articolista, sull’abominio mentale che può portare un italiota a pagare soldi veri per vedere un essere amorfo, assunto agli onori delle cronache per essere stato un ricattatore nemmeno tanto abile.

La notizia di oggi, quindi potrebbe essere la disputa a distanza tra la figlia legittima del maniaco sessuale del consiglio, e la ragazzina adescata a Napoli quando ancora era minorenne. Una troia in erba che oggi rientra “per titoli” nel borsino dei fotografi di gossip con alte quotazioni. La notizia è che ha vinto una sorta di premio come “talento del futuro”. In effetti ho molti amici maschi, che a volte scordano il mio essere donna, e parlano liberi. Molti di loro mi hanno detto che sì, la ragazza giovane può interessare, ma la donna è donna solo dopo una certa età. E allora ben venga il premio alla troietta.Il talento, in fondo, non basta; conta anche l’esperienza, e per fare la ministra devi avere almeno una trentina d’anni. Magari prenderà il posto di bondi.

Ma ho scritto potrebbe, perché le notizie di oggi, in questa fine di Agosto torrido e lungo (almeno per me) la notizia la fanno gli operai della Lasme di Melfi, che hanno occupato i tetti, in vista dei licenziamenti che manderanno a casa altri 174 operai in Basilicata, regione del profondo sud ricordata più per le sue ferrovie disastrate, per la povertà e per i vari tentativi di stupro subiti dal suo territorio, per mano delle ricche aziende del nord, che da sempre hanno cercato di sfruttare ogni risorsa che la natura poteva offrire, arrivando persino a violentare il Parco del Pollino. Un po’ lo stesso sistema usato dai petrolieri in Africa. Ma tanto quando si parla del sud Italia, si utilizza più o meno lo stesso linguaggio che si utilizza per parlare dell’Africa, e anche questa pratica non sembra procurare alcun imbarazzo nelle coscienze italiote, votate alla distrazione.

L’unica soddisfazione che provo oggi mi è data dalla piccolissima speranza di rivedere in Italia, il ritorno di una seria lotta operaia. La nuova Resistenza può iniziare solo così.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Ninna, va e tromba!



È rimasto solo Grigione, Bigio o Biagio, Tonno, o Tonto. Carzini bianchi, Balla coi lupi, come lo chiama il mio amico Bainzu, che me lo scrive in romano.

Ho dovuto Ninna mia. Per la strada che abbiamo davanti casa, che ti castigò. Non me la posso scordare quella notte, il tuo musetto insanguinato, le lacrime sul mio volto, Davide che ti medicava, e il dolore di Ciccio che ti vegliava. Ti amano tutti qua intorno, anche quando se pur sazia questui le bucce del formaggio dal signor Giuseppe, pezzetti di carne da Andrea e Ilaria. Prima di te Erminio, preso in pieno in una sera d’inverno, che per morire tornò a casa.

Gnazia e Meo, il dolore più grande anche per me. Lei una belva, lui un creativo. Proprio ieri notte riusciva a fare la cacca in una ciottola da citronella, lasciandomi a rompere il silenzio della casa con una risata. Manuelito è andato a star bene, anche se si chiamerà Artù, e per lui ho il cuor leggero.

Va e tromba Ninna mia, in quei giorni in cui non ci sarò, perché se mai dovessi trovarti grassa al mio ritorno, lascerò che la natura ci accompagni in un altro meraviglioso e allegro periodo, in cui alternerò il sorriso alla mesta resa dinnanzi ai tuoi figli aggrappati al divano, infilati dentro le mie scarpe, o conficcati con le unghie dentro i miei piedi.

Mi è costato Ninna, separarti dai tuoi figli. Mi è costato perché proprio tu, l’altro giorno che mi sono separata dalla mia, me li hai offerti tutti e quattro, a colmare il mio dolore.

Ora rifletto, e comprendo ancor di più che voi, animali, siete meglio di noi.

Grazie Ninna, che mi hai insegnato.

Rita Pani (APOLIDE e triste)


8.24.2009

 

Gaussiane risalenti

Tutto ciò che è scientifico fa di me un pozzo d’ignoranza, ma mi piace pensare che la vita, in fondo, sia regolamentata dalla variabile di Gauss. Sì, me la immagino così la vita, come le strane curve di Gauss, che non possono sempre salire, o sempre scendere: prima o poi, a una si opporrà l’altra.

La gaussiana che sale è quella che ci fa esclamare: “Finalmente!” (ma anche: “Che culo!”)

E finalmente è ricominciato il campionato di calcio, e finalmente è uscito il 6 al superenalotto. La vita si riprende seguendo il grafico delle curve gaussiane. Da domani al bar, per le strade, alla posta e dal dottore, non si parlerà più dell’ultima cazzata di bossi, o del cervello del figlio che rimbalza nel vuoto cosmico del suo cranio, ma dell’Inter e del Milan , della Juve e della Ternana, e questo Siena in serie A. Le dispute maggiori verteranno sul Bari, che ha acciaccato l’Inter di Moratti.

E che cavolo però! Con tutti i miliardi che ha speso per dare ai suoi tifosi la squadra che potesse garantirgli la scempio/lig, si fanno fermare proprio dal Bari? Me li vedo i tifosi incazzati, delusi, che hanno dovuto abbonarsi alla Pay TV, che sono perplessi per la tessera che dà diritto allo status di tifoso trasfertista autorizzato dal ministero. I milioni di Moratti spesi per perdere contro il Bari è un’onta assai peggiore dei tre morti di maggio nella raffineria di Sarocch (provincia di Cagliari) per i quali risultano indagati in 4, Moratti escluso, anche se in definitiva è stata la logica capitalistica del facile profitto del padrone a stroncare tre vite umane. Domani lo diranno che col Bari si doveva vincere e basta. Diranno anche del Milan … ma io non posso inventare, e vi giuro che non so proprio nulla, ancor meno della scienza.

La vita risale, finalmente. Esce il 6 al superenalotto e a farlo è stato un quarantenne, single e di bell’aspetto. Perché è difficile immaginare che a vincere possa essere stato un cinquantenne divorziato, grasso, e pelato. Che se ne farebbe uno così di un importo pari al PIL di 6 paesi africani? Un trapianto, forse, e dopo tornerebbe bello alto e biondo pure lui. La letteratura è piena di esempi simili. Ci sono vecchi bavosi che a 72 anni suonati ricevono in dono, a mo’ di sacrificio, giovani vergini minorenni offerte dalle madri, e allora perché non sperare. E la speranza vive, nella gaussiana risalente, in quella piccola folla che è andata in pellegrinaggio sui luoghi dell’uscita milionaria: non si sa mai, metti che l’aria del luogo sacro sia taumaturgica al pari dell’acqua di Lourdes. Sognare, in fondo, non costa nulla, se non un po’ di euro regalati alle casse dello stato, svuotate da una manica di ladri e corruttori, mafiosi e piduisti, baldracche e sfruttatori.

Rita Pani (APOLIDE)


8.23.2009

 

Marasma

Sul litorale romano, la notte di Ferragosto, una ragazza è stata stuprata dal “branco”. Ogni esemplare italico è stato individuato e denunciato. Non ancora arrestato. Una ragazza è stata stuprata da un rumeno, che ha rischiato il linciaggio mentre veniva arrestato. Da quando lo stupro è meno abominevole se perpetrato da italiani?

Da quando il K.K.K. è diventata legge in Italia, forse, o forse da quando si è perso il senso delle cose. Da quando qualcuno ha deciso di insegnare al popolo ad odiare l’altro, e non i crimini che gli altri – uomini su uomini – compiono, restando più o meno impuniti.

C’è un gay in ospedale. Pugnalato, massacrato di botte da un tale, identificato e denunciato: un italiano del quale si conoscono solo le iniziali, A.S. probabilmente per tutelarne la privacy. Non sia mai che il vicino di casa scoprisse di vivere accanto a un mostro bastardo. Motivo dell’accoltellamento? “Ti vedesse un ragazzino …”

Ora io capisco la gente, la capisco bene: un preside meridionale in una scuola del nord, se non sa nemmeno il dialetto, potrebbe essere un problema. Capisco anche che le ronde sono necessarie perché gli extracomunitari esistono, capisco che bisogna fare la sanatoria per le badanti perché sennò il pannolone a nonno, chi glielo cambia? Capisco che sono troppi e ci rubano il lavoro, ma mica possiamo assumere italiani che poi ci tocca pagarli. Comprendo che una donna araba non può fare il bagno in piscina con un costume integrale, proprio mentre la signora bionda disperde nella stessa acqua le urine del figlio e la sua crema abbronzante. Capisco un sacco di cose.

L’unica cosa che non capisco è come sia possibile sentirsi parte di questo marasma. Come sia diventato facile e possibile, avere così poco rispetto della vita umana, se non è essa bianca.

Lo chiederò al figlio di bossi, quello più deficiente. Lui magari saprà rispondere alla domanda, magari in tribunale, visto che è stato finalmente denunciato per istigazione all’odio razziale. Peccato che non andrà in galera; io l’avrei visto bene in una cella super affollata di clandestini nigeriani. Così … solo per senso di giustizia.

Rita Pani (APOLIDE)


 

Un libro da leggere, con la mente ma anche col cuore (recensione)



Quell’amore alla finestra. Storia di Tello e Dora.
Ed. Gammarò

C’è voluto un po’ di tempo per riuscire a tradurre in parole quei pensieri e quelle sensazioni che la lettura di questo libro ha suscitato in me.
La prima ragione, la più scontata, è l’amicizia che mi lega alla scrittrice, Rita Pani: un’amicizia che è nata pian piano, sconvolgendo un po’ certe mie convinzioni, facendomi crescere mentre essa stessa cresceva, e che oggi –a distanza di anni- mi appartiene e mi coinvolge in modo tanto piacevole.
Oltre a questo, però, c’è stato un lasso di tempo, fra la lettura del libro e lo scrivere qui, nel quale ho cercato dentro di me il motivo vero per cui questo scritto mi aveva affascinato. Ho dovuto far decantare il miscuglio delle tante emozioni provate, ed aspettare che affiorassero quelle più intense e pesanti, quelle più durature che rimanevano più vive nel ricordo. E non intendo solo qui solo il ricordo della storia, di come si svolge, dei passaggi narrativi, ma il ricordo delle sensazioni, il rinnovarsi dell’emozione provata scorrendo quelle pagine.
Ora lo so, adesso l’ho ben chiaro. Di questo libro, il racconto dell’amore fra Tello e Dora ambientato nella Sardegna del dopoguerra, quello che più di tutto mi è rimasto dentro è la “sensazione” dell’Amore. Sì, perché l’amore in questo romanzo non è solo un tema narrativo: è un tessuto su cui tutti i ricami della storia si poggiano, ma è anche il più visibile regalo che la scrittrice ci fa di sé e della sua vita.
In questo libro Rita ci parla di una (ma non solo una) storia d’amore in un modo esso stesso intriso d’amore, ci porta nei luoghi e nei tempi che lei ama e riesce a farci amare con la sua stessa intensità una terra e le sue genti per molti di noi così lontani ed incomprensibili, mentre con amore ci regala sguardi che lei stessa ha posato su persone e fatti a lei tanto cari. Si percepisce il suo amore quando descrive persone e paesaggi, quando si addentra in situazioni ed ambiti sociali che fanno riferimento ad una cultura antica come quella sarda, quando il suo rispetto ed il suo orgoglio di appartenere a quella cultura si manifestano in passi narrativi così piacevoli, che invitano talvolta ad una seconda lettura, solo per il gusto di ripercorrere con lei e tramite le sue parole un affascinante cammino.
Le ricostruzioni degli ambienti e delle situazioni sono accurate come solo sanno essere i racconti di quel che più si ha a cuore; e mentre la vita di Tello e Dora scorre durante una lunga serie di accadimenti, sullo sfondo la Sardegna e la sua millenaria cultura premono con un richiamo che è impossibile non percepire, e che la scrittrice asseconda e offre a noi lettori come dono d’amore. Ogni personaggio ha un significato, non è lì per caso; e in ognuno si riflette un aspetto dell’amore. C’è amore tenero, amore filiale, amore silenzioso, amore testardo e aspro: l’amore non manca mai. E se ne può far man bassa ad ogni capitolo, sicuri che per questa volta, al contrario di quanto spesso avviene nella vita di tutti i giorni, ce ne rimarrà un piacevole sorriso sulle labbra ed un senso di conforto e di bellezza nel cuore.
Grazie Rita.

Serena Mancinetti

8.20.2009

 

La bontà che ci impoverisce.


Siamo stati così generosi da toglierci la democrazia di bocca? Abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro in Afghanistan, è orgoglioso persino Fassino, immaginate quindi la soddisfazione di questo governo, auto dichiaratamente guerrafondaio. Grandi titoli e molti inviati per raccontarci come le urne siano costate solo 26 morti. Troppi inviati a dirci che la democrazia l’abbiamo piazzata come il pesce al mercato. Giusto ieri, invece, ci ricordavano che una guerra ha bisogno di uomini e di mezzi, e che in guerra si deve uccidere.

Io lo dico da molto: abbiamo esportato così tanta democrazia che ce la siamo tolta di bocca, rimanendone sprovvisti.

Il Viminale è scettico sulla morte di 73 esseri umani eritrei, che nessun peschereccio italiano ha voluto o potuto vedere in mezzo al mare. Ci interessa troppo far togliere il burqua alle donne afghane, sconvolgere equilibri che, nel bene o nel male, da sempre regolamentano la vita di un popolo, ci interessa troppo la produzione dell’eroina, ci interessano ancora di più i territori in cui far passare i gasdotti. Non possiamo fermarci a pensare che grazie alle leggi di stampo nazi fascista approvate recentemente in Italia, ci sia anche chi è costretto a fare finta di non vedere un centinaio di persone che naufragano lentamente verso la morte certa.

Malta intanto inizia a recuperare qualche cadavere, del quale noi non sentiremo la puzza, e che quindi facilmente scorderemo già da domani, quando verremo bersagliati da nuove e terrificanti dichiarazioni leghiste, che probabilmente vieteranno agli extraterrestri, una volta giunti in Italia di mangiare ratti e piccioni, di indossare le loro pelli da rettile. Ci sarà borghezio pronto a dichiararsi favorevole al porto d’armi per chi volesse una pistola faser. Intanto di migranti non si parla più, perché il problema è stato risolto dai proclami di questa classe dirigente ignorante e populista, fascista nel più becero dei modi che da tempo ha capito a quale grado di indifferenza e stupidità sia arrivato questo popolo italiota.

Tutti pronti a voler denudare le donne mussulmane, come se questa fosse la libertà dell’essere donna, e nessuno (o troppo pochi) pronti ad indignarsi veramente quando si comprende che per questo stato, la vita umana non vale proprio un cazzo.

73 esseri umani sono morti oggi, volevano essere liberi di vivere.

Rita Pani (APOLIDE)


8.19.2009

 

Che orrore il burkini, non si vede il culo!


Quindi anche a Verona si ribellano le coscienze. E sia guerra all’indecenza, allora! Una madre ha deciso di protestare quando nella piscina comunale, è apparsa una donna col “burkini”, il costume da bagno per le donne mussulmane, che coprono tutto il corpo. Secondo la mamma, la signora col costume integrale, avrebbe potuto spaventare il suo bambino.

C’è da capirla, povera mamma. La visione di una donna vestita poteva essere davvero un trauma per il figlio probabilmente abituato ad osservare le italiche donne, vestite di un filo tra le chiappe, così sottile da riuscire a dividere in due persino una scorreggia.

Non mi stupisce l’idiozia della disputa, per altro importata a tempo di record da Parigi, ma quello che un po’ (ma appena, appena) mi ha stupito è stato il fatto che questa notizia sia apparsa nei telegiornali, molto prima di quella (breve e concisa) della progressiva e inevitabile ripresa della guerra in Iraq.

E di idiozia pare alimentarsi ormai questa povera Italia, dove non appare strano o controverso che il premier si dichiari pronto a passare alla storia per aver sconfitto la mafia; proprio come se un tribunale non avesse stabilito la collusione mafiosa di forza italia, condannando dell’utri (senatore) a nove anni di galera.

Vi dirò di più: il sondaggio di Sky TG 24 oggi chiede: siete favorevoli o contrari alle donne in burkini?

Non ha chiesto: ritenete possibile che un governo colluso con la mafia possa sconfiggere la mafia?

Dimenticavo: il sondaggio vede in vantaggio i contrari al burkini.

Rita Pani (APOLIDE)


8.18.2009

 

No io no, mai e poi mai.


Festini? Ma quando mai! A casa sua lui non ha mai invitato persone poco serie, e soprattutto le sue feste erano cene simpatiche, nulla di immorale. Lo dice il maniaco sessuale del consiglio, rispondendo all’Avvenire, da uno dei suoi giornali da parrucchiere, molto adatti anche a convertire le menti sotto gli ombrelloni.

«Non ho mai intrattenuto relazioni con minorenni e non ho mai organizzato "festini". Ho partecipato soltanto a cene certamente simpatiche, ma assolutamente ineccepibili sul piano della moralità e dell'eleganza. E non ho mai invitato consapevolmente a casa mia -conclude berlusconi- persone poco serie».

Difficile davvero non credergli.

In fondo è piuttosto normale avere in giardino il capo di un governo estero che va in giro con la minchia di fuori, sperando che un’altra ospite serissima, si produca in un coito orale. Succede pressappoco sempre nelle case di tutti noi. Se non è un capo di stato è un impiegato del catasto, ma la minchia di fuori è sempre uguale, in tutti i giardini d’Italia.

Io sono un po’ indietro, lo ammetto, sarà che forse sono comunista, ma il massimo che posso togliermi a casa di amici, sono le scarpe – maledetti piedoni – persino qualche troia mi è capitato di avere in giro per casa, ma è sempre rimasta vestita e soprattutto qua non è più entrata. Ma forse le mie cene sono poco simpatiche?

Mi aggiornerò. Metterò un cartello: sii il benvenuto, togliti pure le mutande, siamo gente seria!

Rita Pani (APOLIDE)


8.16.2009

 

Goldrake del consiglio

Lo sanno tutti, perché da tempo se ne parla: il comune di Fondi avrebbe dovuto essere commissariato per sospetta infiltrazione mafiosa. Ieri il proclama del Goldrake del consiglio, che si impegnava a sconfiggere le forze del male, e successivamente la notizia che il comune di Fondi sta bene come sta. La domanda, allora, sorge spontanea: “Ma cosa intenderà per forze del male?”

Ricordando la dichiarazione in campagna elettorale con la quale il padrino e il capo cosca dell’utri (condannato a 9 anni per associazione esterna alla mafia) attribuirono a Vittorio Mangano lo status di eroe, è palese il fatto che criminali e mafiosi non siano annoverabili tra le forze del male. E allora?

E allora, ho il legittimo sospetto che le forze del male, siamo noi. Noi comunisti, senzienti, giornalisti, magistrati, società civile in generale.

Ma va bene, non è un problema, tanto per fortuna c’è la lega. È quella forza politica schierata dalla parte del cittadino padano, fatta di ministri e deputati della Repubblica Italiana, che gridano a giorni alterni alla secessione. Insomma, dichiarano guerra allo stato che rappresentano, restando ovviamente impuniti e al propri posto sebbene condannati, anche in via definitiva, per reati che vanno dal vilipendio alla concussione, dall’istigazione all’odio razziale, all’eversione.

Ma anche questo va bene, perché tutto sommato ci sono problemi più seri e incalzanti: la lingua e il dialetto, e se non bastasse la ciclica minchiata dell’inno di Mameli, da sostituire con “Va pensiero” od “O mia bela Madunina” in vero invisa ai veneti, che meglio vedrebbero “La biondina in gondoeta”. Questo è davvero preoccupante, perché disfatta l’Italia, non vorrei che si disfacessero anche i padani. Ci vuol poco ad infiammare gli animi di questi tempi.

Potrebbero davvero sembrare le ultime minchiate di una manica di maniaci, ma siamo seri: in Abruzzo, ancora ieri c’era chi chiedeva un autografo o chi applaudiva al passaggio di Goldrake. E allora c’è da aggiungere: ben vengano tutte le minchiate leghiste, una scuola futura che insegni i dialetti e uccida la lingua italiana, il colpo finale alla cultura e alla curiosità di sapere. Ben venga la guerra civile. Perché è là che tra un sorriso e un altro stiamo finendo.

Rita Pani (APOLIDE)


8.15.2009

 

La pecorina smarrita

Lettera aperta ai parroci

Gentili Parroci, innanzi tutto scusatemi se non è il modo giusto di iniziare, ma non sono avvezza allo scambio epistolare con la vostra categoria.

Vi scrivo per perorare la causa della pecorina smarrita silvio berlusconi, il quale afferma che voi siete vittime delle bugie pubblicate da certa stampa comunista, e per questo poco inclini al perdono.

Le registrazioni della Maddalena, sono state confezionate ad arte dai comunisti per farvi credere che egli non fosse uomo probo, dedito al lavoro e alla famiglia. Sono sicura che vi ricorderete con quale enfasi si precipitò al family day per perorare la vostra santissima causa, insieme al presidente della camera, che all’epoca aveva già ingravidato una donna che non era sua moglie. (Due famiglie è sempre megl che uan.)

Sono certa che voi, dopo tutti gli scandali che hanno minato le solide fondamenta della vostra chiesa, sarete capaci di chiudere un occhio sulle accuse di pedofilia rivolte alla pecorina smarrita. Anche queste sono accuse ingiuste e inqualificabili di una certa stampa comunista, ancora in grado di applicare le semplici regole aritmetiche. Dicono, i comunisti, che se un uomo vanta l’amicizia pluriennale con una ragazza che compie diciotto anni, deve per forza averla frequentata quando era ancora minore d’età. Ma sono solo illazioni, dicerie.

Siate buoni e comprensivi. D’altronde in tempi non sospetti, siete riusciti a dare anche l’ostia a quest’uomo che per anni aveva due famiglie contemporaneamente, in occasione del funerale di Bettino Craxi, quindi ora perché tante storie? Va bene, comprendo che sebbene avesse moglie e qualche figlio, tenne Veronica Lario chiusa in un appartamento di Milano insieme ai nuovi figli avuti fuori dal matrimonio, ma non è forse la vostra chiesa la maggiore fautrice dell’amore tra esseri umani?

Certo, so bene che per la vostra Regola, l’importante è che della merda non si senta l’odore, ma che male vi fa? Non è un omosessuale, lui magari si eccita a guardare due lesbiche, ma non compie atti contro natura, sebbene dicano, ma sono sempre i soliti comunisti, che il coito anale fosse un suo desiderio. Ma il desiderio non è peccato, e data la sa difficoltà nel procurarsi una valida erezione è chiaro che non ha potuto portare a compimento il reato di immoralità.

La pecorina smarrita dice che i suoi rapporti col vaticano sono sempre uguali, che nulla è cambiato. Assolvetelo, ve ne prego. Assolvetelo prima che si vengano a sapere di che tipo siano questi rapporti. Anche il nostro stomaco ha un limite.

In fede

Rita Pani, Apostata, Scomunicata.


8.14.2009

 

Buon Ferragosto

Buon Ferragosto. Festa dell’Assunta mentre vorticosamente aumenta la disoccupazione. Da ieri alti ufficiali addobbati come alberi di natale, ci tranquillizzano: sarà un Ferragosto sicuro, con un aumento esponenziale di guardie nelle città. Ripulite le spiagge dalle extrapersone ambulanti, saremo tutti più felici di far aumentare il PIL stando in coda sull’autostrada, o bruciando carburante alla vana ricerca di un parcheggio nella meta dell’ultimo momento. Sì, perché un po’ ci sentiamo in colpa, dopo aver sentito che non c’è in Italia il fenomeno del “tutto esaurito”. E questo è strano, dato che l’emergenza extracomunitaria pare essersi risolta con l’abominevole pacchetto di leggi razziali applicate nel nostro paese. Dicono che le presenze giapponesi siano in forte calo questa estate, ma questo non è strano, vista la politica dei prezzi che i civili ristoratori italiani applicano nei confronti dei turisti, gli unici extracomunitari che ci piace avere in giro per le città, con i loro portafogli da vuotare più o meno legalmente. Abbiamo persino un ministero del “Magic Italy” che favorisce il turismo dei cani. È fantastico! Certo, poi i turisti padroni di cani, non vogliono farsi servire da uno sporco negro, ma che importa?

Buon Ferragosto. Divertitevi, perché dopo in un soffio sarà Settembre e dopo Settembre arriverà l’autunno caldo: gli aquilani torneranno a casa, la disoccupazione sarà solo un ricordo, le nostre tasche si riempiranno magicamente, riprenderanno i reality show, le bollette di gas e luce aumenteranno del doppio di quanto non siano diminuite d’estate. La vita, insomma, tornerà ad essere esattamente la stessa, ma a furia di proclami e propaganda, tutto sembrerà brillare in attesa che arrivi Natale.

Io non contribuirò, domani, ad aumentare il PIL.

Rita Pani (APOLIDE)


8.12.2009

 

Mais colpito dal föhn

Potrebbe essere una riedizione, attuata a norma di legge padaliana, della antica vicenda narrata da Grazia Deledda: Canne al vento. Efix potrebbe diventare Ambrogio, la foce del Cedrino, la foce del Po, con tanto di narrazione del sacro rito dell’ampolla, Galtellì sarebbe Vergate sul Membro. Gli altri protagonisti me li vedo già: don Zame diventa il cavalier Fumagalli e le vicende narrate sarebbero tutte di casa Brambilla. I pastori sardi diverrebbero, nell’attuazione della legge minchia, bovari della Valtellina, e anziché la classica berritta nera, porterebbero l’elmetto cornuto.

Certo, lo so bene, che sono ancora cazzate elargite a piene mani per deviare l’attenzione dai gravissimi problemi che attanagliano il paese, ma perché far finta di nulla, e non sottolineare con un pennarello vivace l’idiozia di questi barbari?

Anche perché, cazzata dopo cazzata, in Italia sono state approvate le leggi razziali, e cazzata dopo cazzata si inaspriranno le gabbie salariali. Cazzata dopo cazzata, l’Italia conoscerà la guerra civile, lo scontro razziale, la violenza del governo fascista, come a noi è stato solo raccontato.

Ma molti, il giorno in cui i nostri nonni ci raccontarono di Carlo Dickens, delle partite a palla al cesto, o altre amenità simili, dovevano essere distratti.

Rita Pani (APOLIDE sconfortata)

8.11.2009

 

Il paese dei fatti

"Se mostri un po' di coscia, si alza l'auditelle... Se muovi il mandolino, si alza l'auditelle... Se abbassi la mutanda, si alza l'auditelle... Si alza, si alza, si alza, si alza..." Filmato

Francesca Pascale, curriculum: fondatrice del club "silvio ci manchi", foto mentre scende dall'aereo a Olbia diretta a Villa Certosa, consigliera provinciale a Napoli per il Pdl e un bello stipendio come addetta stampa del sottosegretario Francesco Giro al ministero dei Beni Culturali.

Dicono in Inghilterra che la politica del maniaco sessuale del consiglio, sia una politica basata sullo scambio di favori con sesso, ma sappiamo quanto la stampa inglese sia controllata dai comunisti, e quindi, lasciamo perdere.

In effetti certi giornali europei raccontano anche le vicende di un maniaco sessuale, uso allo stalking del giorno dopo, ma per sapere tutto questo, dovremo attendere che sia pronto il libro della puttana, (scusate, escort) che grazie al suo curriculum ricchissimo, sebbene l’avessero declassata da parlamentare europea a semplice candidata al comune di Bari (credo), ha trovato finalmente il modo di campare.

È un bene che questo sia il governo del fare. Mai nella vita avevo sentito così tanti ministri e parlamentari,, parlare di meritocrazia. Dalla scuola ai ministeri, dalle poste agli enti di stato, non si fa carriera se non la si merita. Il governo dei fatti.

Fatti lo sembrano veramente, ogni volta che parlano, dal tizio che vuole ritoccare l’articolo 11 della costituzione a quello che vorrebbe tapparci la bocca. Dalla tizia che ha devastato con la randellata finale il sistema scolastico italiano, a quel tale razzista che regolamenta la caccia al negro. Dai tagli alle fondazioni che si occupano di arte e cultura, all’aumento dei finanziamenti per la fondazione craxi. Dal ritocco al ribasso delle leggi sulla sicurezza del lavoro, alle gabbie salariali (e per fortuna che oggi Bankitalia ci spiega come di fatto esistano già, con i salari del sud inferiori del 15, 20 % rispetto a quelli del nord).

Scrivo libri, lo sapete, e non sono poi così male. Voglio dire, sono libri veri, scritti bene (mi dicono i lettori), che dicono qualcosa. Scrivo probabilmente perché non ho ancora perso la curiosità di imparare dalla vita che mi circonda. Scrivo perché osservo. Ogni giorno che passa, però, anche solo per un attimo mi fermo a pensare che non serve a molto, perché i limiti ci sono e le difficoltà mi sembrano insormontabili.

Ecco, io ora pensavo alla speranza di sapere che domani, uno di voi, uno di coloro che ha consentito col suo voto, di far arrivare l’Italia a questo punto di non ritorno, che l’ha fatta sprofondare in questo baratro di inciviltà dalla quale sembra impossibile riemergere, magari stando seduto sul cesso, si dica: Ma che cazzo ho fatto? Che ne sarà della vita dei miei figli?

Questo è il tormento che vi auguro. Vi auguro che un giorno vostra figlia torni a casa cantando “mi abbasso la mutanda”, e che vostro figlio si formi leggendo i libri della puttana.

Rita Pani (APOLIDE)


8.10.2009

 

Il governo padaliano


Riprendo il filo delle cose, ma con leggerezza, perché fa caldo, perché mi sto rilassando in compagnia di amici, perché il pomeriggio scorre lento e noioso; persino il cane e i gatti dormono in questa casa in penombra.

Ma a noi che ce ne frega, delle avventure erotico/rocambolesche del presidente malato del consiglio? Nulla, dicono quelli che pensano bene, e altri che pensano ancora meglio, ci accusano di invidia del pene moscio. Davvero non riescono a vedere quanto ce ne dovrebbe fregare, perché sono intorpiditi, e non arrivano a capire quale piatto avvelenato ci si accinga a mangiare, in quest’Italia sempre più piccola e meschina.

La lega ricatta il maniaco, i maiali grufolano, e mostrano minacciosi le zanne. Tutti sanno che del maiale non si butta via niente, ma pochi sanno che quando azzannano, i maiali non lasciano resti. L’Italia, lo stato non riconosciuto dai padani, è governato dalla padania. Ma a noi che ce ne frega delle avventure orgiastiche del maniaco del consiglio? Nulla. Siamo falsi moralisti, dicono quelli che pensano ancor meglio di prima.

Un operaio specializzato, assunto con regolare contratto al nord, prende in media 210 euro lordi in più dello stesso operaio, assunto a nero, senza alcuna protezione contrattuale al sud. Fate una semplice ricerca sulle retribuzioni del comparto agricolo in Italia, confrontate i dati dell’Emilia Romagna, e poi confrontateli con Sicilia e Sardegna. Dopo chiedetevi se ce ne può, e ce ne deve fregare di avere al governo un maniaco sessuale sotto ricatto da parte di una banda di incivili leghisti, ignoranti.

Però è consolante sapere che il piano Marshall per il sud, la super agenzia, sarà governata personalmente dal pervertito del governo. È indubbio il suo interesse per il sud, da Napoli a Bari per minorenni o escort (puttane), alla mafia siciliana alla quale per forza deve pagare il prezzo della svendita del territorio. Lui è l’uomo del fare, lo si può vedere nel super cantiere più grande d’Europa allestito all’Aquila, a mero scopo propagandistico, che esploderà in tutta la sua meravigliosa nullità, al primo vento gelato che scenderà dal Gran Sasso.

No, non ci deve importare nulla che le sue perversioni lo abbiano messo in mano a quattro balordi trogloditi con l’elmetto cornuto, che forse dopo quarant’anni hanno deciso che un meridionale puzza un po’ meno di un negro. E quindi favoriamo un’altra volta l’emigrazione interna, e lasciamo che gli schiavi vengano a sud. Tanto a loro basta poco per sopravvivere; stanno in venti in una casa diroccata di cui pagano l’affitto, mangiano alla caritas e comprano nei discount, e se sono clandestini, volendo, si possono anche non pagare. La politica del ricatto paga sempre.

Me ne torno a oziare.

Rita Pani (APOLIDE)


8.09.2009

 

Fanculo ai razzisti! Imparate dagli animali


8.07.2009

 

La RAI non lo può attaccare. Io invece sì

La Rai con i soldi pubblici non deve attaccare il governo, ma dire solo cose belle che compiacciano il re. Le televisioni sue, con i suoi soldi, dicono per forza solo cose belle che compiacciono il re. Le altre televisioni, per un affare o per un altro, per un ricatto economico che il re, a capo del governo può fare, cercano di fare finta di non compiacere il re, ma alla fine …

Questo è il modello della democrazia italiana, con un buffone che utilizza un’ora del suo preziosissimo tempo, di solito speso meglio con troie e ragazzine, per vendere ancora qualche aspirapolvere a chi se lo vorrà comprare. E se lo comprano, se c’è chi commentando la notizia dell’edilizia abruzzese, di case in polistirolo e cartongesso, riesce a scrivere che non c’è nulla di strano, perché le case in America sono così.

Allora diciamolo noi, bello forte, che ora ci prendono per il culo persino in Turchia, dove il buffone è andato a mettere il cappello sul lavoro altrui. Emblematica la frase: "E' il tipo di cosa che può causare un problema diplomatico - dice ancora la fonte turca - Ma siccome si trattava di berlusconi, ha solo fatto sorridere i due leader".

Questo è. Ma tanto non serve. Non servirà nemmeno l’inverno abruzzese, se non a far indignare solo e soltanto chi non ha bisogno di essere istigato per sentirsi indignato.

Rita Pani (APOLIDE)

PS

Ci leggiamo tra qualche giorno. No, non vado da nessuna parte (per ora), ma mi dedicherò ad altro. Un po’ di tempo lieve con qualche amico.


8.06.2009

 

Scoop!


Ci sono due deputati italiani che NON risultano indagati per nessun reato. Data l’importanza della notizia, che se confermata potrebbe arrecare gravi conseguenze alla tenuta stessa del nostro o’sistema politico, non è dato sapere chi siano e a quale schieramento politico facciano capo.

Leggessi domani una notizia così, forse, mi sentirei davvero sorpresa. Strabiliata.

Invece no. Oggi per uno, domani per l’altro la notizia di reato arriva, e sebbene non succederà nulla, perché laddove non arriva il lodo alfano, arriva la negazione dell’autorizzazione a procedere, tutto rientrerà nella norma. Intanto, raschia e raschia il fondo del barile, sono arrivati fino all’oro di Bankitalia, per favorire le politiche finanziare delle tre carte: i soldi sono qua, no anzi qua, forse di là. Ops! I soldi non ci sono.

Intanto si discute (sui giornali) della drammatica situazione della INNSE, con le dichiarazioni del democratico Ichino, il quale ritiene che certe pratiche di occupazione selvaggia siano ormai obsolete. Ne ho letto un po’ di quei commenti illuminati e illuminanti, e per fortuna sono pacifista e disarmata. C’era chi lamentava di non poter occupare nulla in vista del licenziamento e chiusura della propria azienda – senza se e senza ma – e c’era chi trovava ripugnanti questi avanzi di comunismo becero, incapace di riciclarsi sul mondo del lavoro a 50. Un bellissimo esempio dava un arzillo settantottenne in procinto di un nuovo riciclo lavorativo.

Mi domandavo: ma questi illuminati idioti, avranno una minima idea di cosa ci sia davvero dietro la chiusura della INNSE? Sanno questi imbecilli quanto può valere oggi un terreno a Milano, in previsione dell’EXPO? No, non lo sanno, perché hanno ancora la pancia piena, basano la loro economia personale sullo sfruttamento degli schiavi, e soprattutto molti di loro non sanno nemmeno come e perché, in seguito a quali lotte operaie, i loro padri siano riusciti a consentirgli di vivere a sbafo.

Mentre io resto in attesa di sapere i nomi dei due deputati onesti del parlamento italiano, il ministro sposta le carte, e d’improvviso in Abruzzo si decide che chi ha la casa agibile, entro breve dovrà fare ritorno alla propria abitazione, lasciare gli alberghi della costa, e soprattutto non vedrà nemmeno un euro di aiuto statale (le case agibili, non sono del tutto prive di danni). Il sindaco intanto mette in chiaro che forse le case saranno pronte a settembre, ma anche a dicembre, chi lo sa? E ci sono paesi non menzionati mai, che non hanno avuto il G8 e che si dovranno arrangiare durante tutto il freddo inverno abruzzese. La TV lo dirà? Forse no, data la militarizzazione fascista avvenuta in questi giorni di caldo, e di Superenalotto.

Eh sì. Neanche oggi un sei, e nemmeno un cinque più uno. Intanto in pochi sanno che il sistema di estrazione dei numeri non è più legato al Lotto, e non sanno nemmeno, di quanto, estrazione dopo estrazione, i cittadini speranzosi, volontariamente, riversino nelle casse del ministero. Lo stesso ministro che voleva mettere le mani sull’oro di Banchitalia, lo stesso ministro che si è consumato le unghie raschiando il barile, lo stesso ministro che non riesce più a fare finta di elargire danari che non ha – tranne quelli per la mafia. Quelli è meglio che li cacci. Giocate tutti, mi raccomando, finanziate il governo ladro. Tanto sognare non costa nulla … Lo dice la pubblicità. È solo un euro, no? Lo stesso euro che mi hanno rubato per lo tsunami, per risanare i bilanci di bertolaso, lo stesso euro che lo stato avrebbe voluto fottermi in occasione del terremoto.

Io non gioco al Superenalotto.

Rita Pani (APOLIDE)


8.05.2009

 

Ancora nulla

La politica del nulla, è politica, ed è soprattutto oculato servilismo. La lega sa, che se l’utilizzatore finale di troie aviotrasportate dovesse cadere dal trespolo su cui l’ha posato la P2, verrebbe fatta uscire a calci nel culo, dalle finestre dei cessi di Palazzo Chigi. C’è poi l’urgenza di sviare l’attenzione del popolo ariano padano dalle vicende della INNSE, dalle ruberie dell’EXPO, e da tutte quelle amene padanità che rendono il sacro suolo assai italianeggiante. Il metodo è ormai collaudato: una cazzata al giorno leva il cervello padano di torno. Caccia al negro, gabbie salariali, cancellazione del tricolore (buono per pulire il culo di bossi, ministro della Repubblica Italiana). La caccia al negro funziona, gli imbecilli ci cascano con tutti e due i piedi, e stanno buoni in attesa del sacro rito dell’ampolla. Le gabbie salariali, servirebbero all’ego padano, per far sentire tutti ricchi e privilegiati, con i loro stipendi da fabbro o sposta mattoni, contro i soldi che i loro vati intascano da Roma Ladrona. Guai quindi a sussurrare che di fatto le gabbie salariali esistono già, e a volte chi prende il salario da gabbia, in gabbia vive pure, e non solo se negro e se raccoglie pomodori da Roma in giù. Anche il calabrese, per un padano, ha una carnagione troppo scura. Dare spazio alle bandiere regionali poi … più nulla di così non si può. Io ho la bandiera dei 4 Mori all’ingresso, sugli strofinacci da cucina, sulle magliette. La bandiera dei 4 Mori sta negli aeroporti, sui palazzi comunali e regionali della mia isola, insieme a quella europea e quella italiana. E pensate un po’, persino a Roma, al palazzo della regione sventolano insieme gli emblemi dello stato dell’Europa e della Regione Lazio. Forse in Padania è diverso, e francamente, me ne fotto.

Serve la politica del nulla, per coprire le pagine bianche dei giornali, per non lasciare nemmeno più lo spazio per scrivere per esteso, il nome e il cognome di tutte quelle persone che quotidianamente continuano ad essere ammazzate dal lavoro. Un lavoro spesso pagato con le gabbie salariali, o con la politica del profitto padronale, che specula e si arricchisce giocando con le vite altrui. Con quelle persone che pur sapendo di essere sfruttate e sottopagate, continuano ad alzarsi ogni mattina, al solo scopo di campare la famiglia.

Serve persino quella nullità di guzzanti, che come una mignotta che si sente sostituita da nuovo pelo e nuove emozioni, ogni tanto spara sul suo utilizzatore finale. Forse offeso per il fatto che dopo tanto usar la lingua a lui non sia stato nemmeno offerta la chance di partecipare a un reality show in una televisione spagnola. Le sue rivelazioni tardive fanno scorrere l’inchiostro che potrebbe servire per chiedere e chiedersi: ma le tre famiglie abruzzesi che dovevano essere ospitate dal pervertito? E perché il maniaco sessuale non ha preso casa in Abruzzo? Che ne pensa veramente il vaticano del fatto che chi si proclama entusiasta per la proibizione degli alcolici ai sedicenni, poi le sedicenni le frequenti anche solo per cantare le canzoncine napoletane? Ma questo non è importante, meglio rimestare un po’ il torbido già noto.

Di nuovo quelle intercettazioni ormai distrutte, come ricorda l’avvocato personale deputato del primo ministro, il dottor mavalà. Ma suvvia, e cosa ci poteva mai essere di così orripilante? Che ne so? La constatazione che la promessa farfallina avesse quindici anni, e che forse erano un po’ pochi? Un maiale che risponde: E chi se ne frega? Me le portano le mamme. Vado per assurdo, ovviamente, le mie sono solo illazioni, ovviamente. Credetemi, anche se fosse stato questo il tono delle intercettazioni, il giorno dopo la lega avrebbe tirato fuori una proposta di legge per impedire i matrimoni misti, e ci saremo trovati a parlare d’altro. Ah! L’hanno fatto … E va beh! A volte la realtà supera la fantasia.

Rita Pani (APOLIDE)


8.04.2009

 

L'antibracconaggio a caccia di vucumprà

Mi ricordo l’anno scorso a Siniscola, c’era un ragazzo che vendeva ombrelli. Non ombrelli da mare, ma proprio ombrelli da pioggia. Erano belli, robusti, con l’apertura a scatto e il salva goccia in punta. Li vendeva a cinque euro, esattamente quanto quelli venduti alle uscite della metro di Roma, in giornate di nubifragi, che reggono quanto basta per arrivare alla prima fermata di autobus. Non comprai l’ombrello in spiaggia, perché, come dissi al ragazzo che li vendeva, mi sarei attirata tutte le ire degli dei. Io al mare vado a Settembre, e se trovi sempre il sole non rischi di far incazzare il suo dio.

Non ricordo il nome di quel ragazzo col quale finii per avere il quotidiano appuntamento da cinque o dieci minuti, quando arrivava strusciando il passo e chiamandomi per nome, a gran voce, sfilando uno dei suoi ombrelli per sfidare la pioggia. Mi ricordo bene il suo sorriso largo, la sua risata schietta, e il suo abito etnico celeste come il cielo, che creava un bellissimo contrasto con la sua pelle scura e lucida. Avrà avuto poco più di vent’anni, e molti chilometri sulle gambe percorsi a piedi nudi sulla spiaggia.

Capita sempre così! Di anno in anno, in quei dieci o quindici giorni di soggiorno in Patria, finisco per scegliere il mio vucumprà di fiducia. Uno su tanti. Quello che mi chiede il nome, o quello che mi chiede come sto, o che si lascia cadere seduto accanto al mio asciugamano per scrutare il mio sguardo e comprendere se mi lascerò estorcere qualche euro per un paio di elastici per capelli, o stupidi braccialetti colorati. Poi si chiacchiera, e la loro storia è sempre uguale alla nostra: “la gente compra poco … c’è molta crisi … la gente è di merda.” È vero, sono tanti, non potrei stare a parlare con tutti, informarmi sulle loro origini, complimentarmi per i loro pantaloni larghi e comodi che fanno invidia, ma non è nemmeno faticoso ogni tanto rispondere: “No, grazie!” alle loro proposte.

Ora c’è chi propone di accogliere lo splendido ragazzo, vestito di celeste, che vende ombrelli per pioggia alla gente che gode del sole, con le guardie armate, le ronde e addirittura l’esercito. E io mi vergogno. Mi vergogno molto. Anche perché c’è da considerare che, per accogliere quel ragazzo che sorride e mi scherza con l’ombrello, in Italia manderanno le guardie armate, che di solito si occupano di bracconaggio. Sì, mi vergogno molto.

Rita Pani (APOLIDE)


8.03.2009

 

L’oggetto donna.

Se a governare è un “utilizzatore finale”, se come ministro delle pari opportunità, un paese, ha “un’utilizzata finale”, quanto può davvero contare la donna in quel paese? E se quello stesso paese, governato da un maniaco sessuale della terza età, è anche pressato dall’ingerenza falso moralista del clero?

Potrebbe finire che ancora una volta, l’utilizzatore finale, utilizzi i corpi delle donne, per ripulire la sua immagine decadente e ridicola, con una dieta in un esclusivo centro benessere ben protetto, con una visita a Padre Pio, con un servizio fotografico in compagnia di figli e nipoti in veste di nonno, e con la pillola abortiva RU486.

Se al posto di un pervertito, a governare ci fosse stato un politico, probabilmente la questione non si sarebbe nemmeno posta, ovvero, alle ingerenze del vaticano si sarebbe risposto con grazia e cortesia, che lo stato italiano avrebbe fatto divieto di somministrare il farmaco alle suore e alle cittadine vaticane. Tutto sarebbe tornato a posto.

Il problema però è che ormai anche l’ingerenza della chiesa fa parte della storia piccola, piccola di questo paese bislacco. Basti pensare alle lettere di quei vescovi che, in tempi nemmeno tanto remoti, nelle domeniche precedenti le elezioni, invitavano il gregge di fedeli a votare DC. Era un’altra DC, certo, ma in fondo la stessa. Andreotti, secondo quanto hanno stabilito i giudici, è stato colluso con la mafia, ma solo fino agli anni 80. No, non è stato assolto, anche se è questo che tutti i giornali pornografici del pervertito, vorrebbero farvi credere.

La spunterà la chiesa anche questa volta, e poco importa che l’Italia sia il paese europeo più arretrato in materia, che la considerazione che ha della donna sia quella, appunto, emersa dalle lenzuola macchiate di crema abbronzante arancione. Un seggio a Strasburgo, ha insegnato berlusconi, una donna può guadagnarlo cercando di rianimare il lombrico morto che vive dentro le sue mutande. Una moltitudine di donne, potranno valere certo la pace col vaticano, e la pioggia di voti cattolici.

Eppure è strana questa cosa. Si fanno persino le guerre per far togliere il burqa alle donne, per farle guidare un’auto. Si sterminano altre donne e bambini, si compiono stragi in nome di una guerra di pace, e poi si finisce a pagare il conto a Torquemada.

No, non è strano. È solo italiano.

Rita Pani (APOLIDE)

Se un uomo di 72 anni, sposato, nonno, può rifiutarsi di chiarire una sua relazione con una ragazza di 18 anni e riesce a sopravvivere alle registrazioni in cui discute a letto con una prostituta, allora bisogna chiedersi cosa potrebbe metterlo al tappeto The Observer


 

Presto che è tardi!

È tardi, sarebbe ora di andare a dormire, perché malgrado me e la mia poca voglia, che mi piaccia o no, domani sarà domani.

Io poi sono per la calma, cammino piano, non mi affanno, esco in anticipo per arrivar puntuale, ho detto: cammino piano.

Guardo le cose che ho da fare, il mobile da restaurare, la parete da ritinteggiare – oh merda! Anche i panni da stirare! – lo farò. Con calma e senza fretta.

C’è tempo, se vogliamo, c’è tempo per tutto. Con calma e senza fretta. È la filosofia del prima o poi, quella in cui noi dall’indole amabile del bradipo ci adagiamo. Una filosofia del resto adottata da molte figure professionali, dall’idraulico al muratore, dal meccanico al falegname, dalla sinistra a Uolter Ueltroni.

Ora leggo che Veltroni ha scritto un disegno di legge sul conflitto di interessi …

Cazzo! Con calma. Del resto la gatta frettolosa fece i gattini ciechi.

Ci sono voluti quindici lunghi anni, ma alla fine è venuto fuori un disegno di legge con i contro c … fiocchi!

Con calma. Bravo Uolter! Era ora che qualcuno scrivesse un testo mirato, una legge che finalmente riporterà equilibrio nella cura della democrazia italiana. Sono ammirata Uolter. Se mai dovessi presentarla in Parlamento ti riderà dietro tutta la maggioranza, e se mai dovessero votarla, per quell’epoca il monopolista despota e pervertito, starà già da 25 anni dentro il suo siluro di crioconservazione, immerso nell’azoto liquido, ma tu, cazzo, potrai essere fiero di aver tanto a lungo faticato per impedire che il nipote potesse essere l’erede al trono di questa repubblica delle banane.

Denghiu Uolter. Sempre sul pezzo!

Rita Pani (APOLIDE)


8.02.2009

 

Bologna


Avrei trovato più coerente e sensata l’assenza dello stato a Bologna, che l’invio di un fantoccio che si presta ad essere fischiato. L’anno scorso toccò a Rotondi, quest’anno a bondi, l’anno prossimo, per il trentennale ci manderanno un usciere. Pare che i nostri figli non sappiano nemmeno cosa accadde a Bologna quel 2 Agosto di ventinove anni fa, ma non ci stupisce più di tanto considerato che qualche ragazzino addobbato più che vestito, gira inneggiando al duce. Noi sappiamo cosa accadde a Bologna. Fu una strage fascista, i cui responsabili condannati in via definitiva, sono liberi di vivere e lavorare portandosi sulla coscienza 85 morti e 200 feriti. Sappiamo anche che i feriti ai quali nel 2006, finalmente, venne riconosciuta la pensione per le invalidità riportate in seguito all’attentato fascista, ad oggi, non hanno visto nemmeno un euro. Sappiamo che ciclicamente il revisionismo del regime al governo, tenta di riscrivere la storia, attribuendo ad altri la responsabilità della carneficina. È ancora in ballo l’ultima trovata della potente commissione Mitrokhin, fortemente voluta dall’ex servo Paolo Guzzanti, col preciso intento di far credere al mondo che Romano Prodi fosse un agente del KGB.

Noi ricordiamo e commemoriamo, da Piazza Fontana a Ustica, dall’Italicus (che nemmeno questo sanno i ragazzini dalle scritte duce 4 ever) a via D’Amelio, da Capaci a via dei Georgofili, e tutte le altre. Ci sono comunque segnali che danno speranza: qualche giorno fa, finalmente si è stabilito che l’attentato di via Rasella a Roma non fu un atto terroristico, ma un atto di guerra. Era il 23 marzo 1944 e a combattere i nazifascisti c’erano i Partigiani. Tra trent’anni forse, qualcuno riuscirà a scrivere tutta la verità anche sui fatti di Bologna. Probabilmente per quel tempo anche i superstiti saranno morti, e anche il problema delle pensioni e dei risarcimenti si sarà risolto da sé.

Rita Pani (APOLIDE)


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