11.29.2009
La mafia non strozza. Uccide.
Nemmeno quest’ultimo atto della commedia storica italiana può essere considerata una farsa. Come ogni cosa, non è solamente una farsa, ma un piano strategico studiato a tavolino dai consulenti profumatamente pagati per manipolare la realtà fino a farla diventare burletta. Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti in un suo film, ed è tristemente vero.
Le dichiarazioni di ieri dell’oltraggioso tizio del consiglio, non sono eresie, ma un ulteriore tentativo di lobotomizzare un popolo già privo di volontà e coscienza. “Strozzerei chi ha scritto La Piovra … su di me accuse infamanti … scrivere di mafia fa male all’Italia.” Cito a memoria. Ed ecco servito l’ultimo boccone avvelenato. Far passare l’idea che la sua vicenda mafiosa sia frutto dell’immaginazione di un abile sceneggiatore di fiction, serve ad insinuare nella mente dell’italiota medio che tutto sia irreale, una finzione scenica, un filmetto da trasmettere a puntate su rotocalchi e televisioni. E anche questa sua distorsione della realtà diventa “la realtà” quando la procura di Firenze colpevolmente decide di specificare – a mezzo stampa – che berlusconi non è indagato a Firenze per mafia.
La cosa davvero interessante (ma per me divertente) è che la notizia della sua probabile ed ennesima inquisizione sia stata data dai SUOI giornali igienici: IL GIORNALE e LIBERO. Eccolo quindi il boccone avvelenato: la polpetta la lancia lui stesso, e poi ci costruisce sopra la solita litania del perseguitato, odiato, vessato martire di “certa” magistratura comunista. [“Sono accuse infondate e infamanti. La maggior parte della magistratura è di sinistra e per questa ragione cerca un pretesto per attaccare il tizio del consiglio”]
Facile no? Quasi banale.
La domanda che l’itaiota non si porrà mai è questa: “Perché mediaset ha querelato immediatamente Repubblica per aver scritto che Fininvest si costruì con soldi della mafia, ma berlusconi non ha querelato il giornale e libero per aver scritto “silvio indagato per mafia”? la risposta è troppo semplice perché io la scriva.
La realtà che si contrappone a questa nuova fiction è altrettanto banale: c’è un tale di nome Spatuzza che meglio di un cantante sul palco di San Remo ha iniziato ad allietare le orecchie di chi lo sa ascoltare, ed è giunto il momento di far si che la sua musica appaia stonata. C’è la storia che bene o male, da tanto tempo sta scritta sugli atti delle procure e sui giornali, persino La Padania di qualche anno fa, prima dei contratti di coalizione di governo pagati fior di milioni e sottoscritti davanti ai notai milanesi, dice quel che è stato e quel che è. C’è la poca memoria e la pigrizia mentale di chi non si appassiona più alla storia scritta sui libri, ma preferisce guardare quella raccontata in immagini sui televisori.
È c’è sempre chi non comprende quanto siano importanti le parole: lui strozzerebbe chi scrive di mafia, chi ha scritto i libri, chi ha raccontato la storia. Lui li strozzerebbe.
In onore e memoria di chi di mafia ha scritto, raccontato, insegnato e per questo è stato brutalmente ammazzato.
Rita Pani (APOLIDE)
E’ la fine della democrazia, di ogni interesse per il bene comune, del razzismo sfrenato da White Christmas, dello sputtanamento senza indulgenze di questo paese dove pur a noi tocca vivere.
Riduzione della cassa integrazione per gli immigrati, controlli e riduzione delle misere pensioni di invalidità, precariato selvaggio, sfruttamento fino alla schiavitù, mafia libera come rutti e scorregge... stipendi da nababbi ai politici dal più infimo consigliere di circoscrizione...
Basta!!!
onora ancora il nostro Paese dal quale è scomparsa quasi del tutto l'INTELLIGHENZIA. "Pensare significa concepire e organizzare. Progettare signica prevedere e realizzare". Ma siamo finiti per non pensare, non prevedere e nulla realizzare! Un abbraccio. Antonio.
Mietta
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