5.16.2009

 

Benvenuti a Fantasilandia


Giunge a fagiolo un breve viaggio che mi porterà per qualche giorno abbastanza lontano dalla mia stanza tecnologicamente attrezzata. Chissà, magari al mio ritorno recupererò la voglia di informarmi sulle sorti di Fantasilandia, sulle gesta di quell’erotomane onanista di Tatù, e degli ospiti della sua patria incantata, che riescono a fare anche meglio di Cenerentola, cantando felici, al contrario di lei: “I desideri sono sogni.”

Troverò ancora, al mio ritorno, Tatù e il signor Roarke fermi sul confine del paese incantato, a ricevere gli ospiti che altro non fanno che sognare: mamme che offrono in sacrificio le figlie, per una carriera che loro non hanno potuto avere, popolazioni che attendono di veder piovere soldi che non esistono, uomini in cerca di lavoro, soldati che distribuiscono democrazia, e soprattutto la fine di una crisi economica che c’è stata, ma a noi non ci ha nemmeno sfiorato.

A Fantasilandia tutto è possibile. Peccato che ci sono ancora i comunisti che seminano odio, terrore e morte attraverso le pagine dei media controllati da Tatù, ma il sogno è quello di metterli tutti a tacere, in modo che anche le nuvole in cielo, possano essere colorate di rosa.

Fantasilandia resterà il luogo dei sogni e dei desideri, ma riservati esclusivamente a coloro che parlano italiano, perché a Fantasilandia, i negri non devono esistere; chiunque volesse aspirare clandestinamente al sogno, sarà rispedito in Libia dove indisturbato potrà continuare a vivere il suo incubo.

Sì, mi stacco qualche giorno, salto su un treno e fuggo da Fantasilandia, portandomi dietro solo qualche libro da leggere (Maupassant e Pratolini). Tanto quando tornerò sarà tutto esattamente come l’ho lasciato, o forse aggravato ancor di più. La miccia per far esplodere la guerra tra poveri è innescata, i lavoratori precari bianchi cacciano i lavoratori precari negri, le camicie nere sono per strada in attesa di quell’ordine che prima o poi arriverà: “Rastrellare”. Tatù e il signor Roarke a quel punto salteranno su un aereo e andranno alle Bermuda. Viaggeranno leggeri, perché i loro soldi, statene certi, li hanno già messi al sicuro. Una due bambine al seguito, perché sono buoni, e il sogno di una carriera, loro, non lo negano a nessuno. Forse solo agli operai.

A presto!

Rita Pani (APOLIDE stanca ma divertita.)

PS

(Se vi va di commentare, fatelo, ma ovviamente dopo domenica mattina i commenti appariranno solo giovedì o venerdì in tarda serata.)


Comments:
Ciao Rita. Si, la situazione mi è ben chiara. Anch'io sono stufo di lottare ed informare in quanto faccio regolarmente la figura del pazzo al cospetto degli zombies. Quello che non mi è chiaro, vista l'irreversibilità della situazione, è come riuscire a salvare la mia famiglia. A questo punto, cara e stimata compagna, si accettano lumi perché temo che i miei 15 anni di lavoro in fabbrica mi abbiano lavato un tantino il cervello. Intendo dire che al là delle mura aziendali mi sento come un passerotto fuori dalla gabbia. Help!! Un abbraccio, Roberto.
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?