4.24.2009

 

Ultim’ora: il premier sposta Arcore a L’Aquila!


Se uno non lo conoscesse per quel che è, bisognerebbe proprio ammettere che il preficiente del Consiglio ha preso a cuore i terremotati abruzzesi. Invece, sarà che sono prevenuto, la cosa mi suona strana perché, di solito, lui le persone non le prende a cuore, ma per il culo.

Certo, limitandosi a leggere e/o ascoltare le cronache degli innumerevoli inviati speciali delle testate ufficiali, forse si riesce a comprendere i motivi per i quali molti ancora votano per lui, compresi i dirigenti del maggior partito avverso. Ecco pertanto un esaustivo estratto della cronaca del primo giorno a L’Aquila del nanefrottolo paludato. O, almeno, questo è quel che ho capito io:

“Appresa la notizia, fin dai primi concitati momenti, ostentando calma olimpica e il sangue freddo caratteristico del carismatico leader, ha parlato alla nazione informandola che il sisma ha avuto origine da una sezione clandestina del Partito Comunista. Quindi, senza frappor tempo in mezzo, non ha esitato a strappare le tende del salotto onde poter approntare in quattro e quattr’otto una tendopoli in cui ogni alloggio di fortuna fosse munito dei primari generi di conforto quali: sauna, idromassaggio, sala giochi, parrucchiere, stereo, televisore, mansarda, parco con abeti secolari, piscina e posto auto coperto multipiano.

Subito dopo aver caricato il prezioso materiale sugli automezzi, nonostante il maltempo flagellasse con piogge torrenziali l’autostrada, ha voluto recarsi immediatamente sul luogo della sciagura. Dopo pochi chilometri, poiché l’autista eccedeva in prudenza moderando l’andatura molto al di sotto dei limiti consentiti e spinto dalla ferrea volontà di prestare soccorso, ha fortissimamente voluto condurre lui stesso il convoglio umanitario e, impugnato il volante, ha dato sfoggio delle sue capacità di condottiero mantenendo la straorinaria media di 374 chilometri orari, amministrando il mezzo con rara sagacia e perizia, annullando l’infido fenomeno dell’acquaplano. Come novello Mosè, l’elevata velocità tenuta dal capoconvoglio ha fatto sì che i mezzi che lo seguivano trovassero la strada perfettamente asciutta.

Giunto sul posto, un attimo per aggiustarsi il nodo della cravatta ed è andato subito a coadiuvare l’opera di escavazione alla ricerca di superstiti. Da solo e a mani nude, con poche essenziali mosse di arti marziali, di cui è fine intenditore, ha reso inoffensivo un traliccio di cemento di alcune tonnellate e per giunta vilmente armato. Assunta la plastica posa della talpa mannara, ha proceduto a scavare scomparendo tra le macerie; quando è riapparso in una nuvola di polvere, sorreggeva con un braccio il corpo senza vita di una giovane femmina, con l’altro una lavatrice con ancora il bucato dentro mentre con l’altro si liberava il passaggio fra gli ultimi detriti e calcinacci. Mentre gli astanti erano facili prede dello sconforto, il fiero leader non ha ceduto alle lusinghe menzognere delle sirene della rassegnazione e, chinatosi sul di lei corpo esanime, ha lasciato che cadesse dal volitivo mento una stilla di sudore sulla fronte della sventurata, provocandone l’istantaneo ristabilimento con in più l’aumento di due taglie della misura del seno; per lieto fine, nonostante la giovane fosse ancora illibata, il premier l’ha aiutata a partorire un bel bambino di quattro chili e tre che la oramai donna ha fatto voto di battezzare imponendogli il nome Pierlazzaro. Visibilmente commosso, il nobile salvatore si è intrattenuto ancora con lei, raccontandole una barzelletta sui terremotati e rimbrottandola bonariamente per aver lavato dei capi delicati in acqua calda; quindi, dopo averle steso il bucato, è andato a prodigarsi instancabilmente in altre opere di soccorso durante le quali, grazie al dono dell’ubiquità di cui è generosamente provvisto, è stato visto fermare una scossa sismica di ragguardevole magnitudo a circa trentanove chilometri di distanza.

Non pago del lavoro fin qui svolto, è voluto ritornare nella tendopoli per sincerarsi del regolare funzionamento delle infrastrutture messe in opera e ne ha approfittato per consumare un frugale pasto tra una guarigione e l’altra. Appena ridato la vista ad un diversamente ipermetrope, si è congedato lanciando alla folla plaudente mazzette di banconote da 500 euro a titolo augurale e rassicurando tutti che sarebbe tornato l’indomani per seguire personalmente i lavori.

Giunto nella capitale in tarda serata, ha riaccompagnato a casa uno ad uno gli uomini della sua scorta e non se n’è andato senza prima avergli dispensato il classico, ma sempre agognato, bacino della buonanotte e rimboccato le coperte; adempiendo a quest’ultima incombenza, in un rigurgito di goliardia tipica della vita militare, a qualcuno ha fatto il sacco.”

dirtyboots


Comments:
di prima mattna mi sono fatta delle risate, forte..forte complimenti questo è il miglior metodo per prendere per il culo il ns. caro premier. ciao
 
...e domattina svegliandoci ringrazieremo nostro signore di tanta grazia.

Sei un mito.
 
Articolo maestoso!!
Me lo sono bevuto e goduto!!
Direi degno (sperando che ciò non ti offenda) del miglior Michele Serra.
Credo proprio ceh ti linkerò nel mio blog.
Saluti,
Stefano
 
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