4.21.2009

 

È l’Europa che ce lo chiede, ma forse non abbiamo capito la domanda.


Visti così, dall’elettrodomestico a colori, potrebbe davvero sembrare che siano tutti impegnati a ricostruire l’Abruzzo. Addirittura un giornale, perdonatemi ma non ricordo quale, l’altro giorno scriveva che il capo del governo, aveva assunto il ruolo di capo progettista ad interim, in quel dell’Aquila. Sembrerebbe davvero che tutti gli sforzi e le energie siano dedicate a quel pezzetto d’Italia che è venuto giù in meno di un minuto.

Sembrerebbe. Perché non è esattamente così, infatti se da un lato di parla di ricostruire l’Italia, dall’altra si continuano a porre le micro cariche che in modo chirurgico e con abbondanti dosi di silenzio anestetico, la demoliscono. Due le mine piazzate ultimamente, mentre l’occhio poco vigile dell’italiota guarda all’Abruzzo: le nuove norme per la caccia, e le nuove norme per l’insicurezza del lavoro.

La prima, a detta dei rappresentanti di governo, nasce dall’esigenza di rispondere alle osservazioni fatte dall’Europa, secondo la quale, in Italia, le attività venatorie siano mal regolamentate e le specie da proteggere mal tutelate. Il governo, che ha dovuto recentemente disconoscere il disegno di legge Orsi, che avrebbe permesso ai cacciatori, anche sedicenni, di sparare a qualunque cosa si muovesse cani e gatti “molesti” compresi, ora ci riprova con più attenzione e meno trasparenza. Obiettivo finale, quello di imporre le regole della casa delle libertà, ossia, facciamo un po’ come “picchio” ci pare. Non più regole, non più calendari: addio migratori. Come al solito ci diranno che è l’Europa che ce lo ha chiesto, e nessuno balzerà in piedi a far notare che probabilmente non hanno capito la domanda.

La seconda carica esplosiva la posa sacconi: il nuovo – nuovo – decreto sulla sicurezza sul lavoro. Prima di tutto è bene dire che dall’inizio dell’anno 2009 ad oggi i morti ammazzati dal lavoro, in Italia, sono stati 318. Il nuovo decreto pare abbia come unico scopo, quello di bloccare il processo in corso a Torino per la strage delle Thyssenkrupp, e in seguito salvare dalla responsabilità tutti i futuri manager che per arrivare al maggiore arricchimento continueranno a mettere a repentaglio la vita dei propri schiavi. La norma infatti, nell’articolo 10 bis, fa sì che possa essere incriminato chiunque, dal capo cantiere all’omino che passava di lì per caso. Tutti tranne i manager. Certo questo non dovrebbe provocare alcuno stupore, dal momento che persino la Marcegaglia presidente di CONFINDUSTRIA, ebbe a dire che a lei sembrava eccessivo il processo a Torino. Se poi ci mettiamo che anche le imprese della presidentessa hanno prodotto qualche morto, tirar le somme è semplice.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Quale commento? Qui, o si trova il modo di porre argine ai novelli Attila ...con tutti i mezzi che ci possiamo inventare, altrimenti andranno avanti a mo' di panzer distruggendo tutto ciò che troveranno lungo la strada. E che paese ci ritroveremo allora e chi avrà il coraggio di porvi mano per farlo tornare ad essere un paese degno? Tutti coloro che avrebbero beneficiato di leggi porcata certo non sarebbero contenti di esser riportati alla civiltà e quindi..
Mietta
 
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