3.10.2009

 

Pronto Vladimir?

Devo ringraziare un lettore che mi ha ricordato l’”Eurallumina”. È una fabbrica del polo industriale di Portovesme, vicino a casa mia. Per anni dal balcone, ho visto le orribili ciminiere sputare la leucemia e spanderla sulla gente, e tutto intorno c’era il mare. Uno strano mare. Un mare rosso di fanghi. Ricordo che nel breve periodo in cui fu presidente della regione, il giovane pili – un genio – pensammo che ne potesse fare una sorta di sito da far tutelare all’UNESCO, dal momento che riuscì a rendere monumento nazionale un’altra montagna di rifiuti generati dalle miniere, apponendo fari alogeni che illuminavano a giorno la mestizia.

L’Eurallumina ha rappresentato per molti anni becchime per molti: ci hanno mangiato i giapponesi, ci hanno mangiato gli americani, ci sono morti molti operai sardi. Ora era il tempo dei russi, tanto che mi raccontano, durante la campagna elettorale, berlusconi dal palco chiamò Putin per far rassicurare gli operai che rischiavano il posto di lavoro. Ovviamente Putin disse: “Da!” La folla di operai riuniti sotto il palco esultò. Insomma tutti sanno che Putin è amico di quello là, come non fidarsi?

L’Eurallumina chiude. Tutti a casa. Strano! Eppure l’aveva promesso, aveva parlato in diretta con Putin. Incredibile, vero? 400 persone più 200 delle ditte esterne (spero meno di 600 voti) se ne staranno comodamente a casa in attesa della ripresa economica che tuttavia non è ancora abbastanza grave.

Ovviamente i sindaci della zona non sono stati fermi, e hanno chiesto un incontro col governo proprio il mese scorso. Sapete come è andata a finire? Il ministro scajola non s’è fatto trovare.

Non riesco proprio a pensare “ve lo siete meritato”, perché immagino che abbiate famiglia, e perché negli anni ho imparato a conoscere molti di voi, che se pure in mobilità o in cassa integrazione avete sempre responsabilmente campato la famiglia. Spero soltanto però che vi sia chiaro il concetto: avete votato per un malfattore, anzi, nemmeno per lui, ma per un suo prestanome, che gli serviva solo per dare via libera agli interessi di espansione edile della sua famiglia.

Vi serva almeno per tornare a pensare partigiano.

Rita Pani (APOLIDE)


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