2.06.2009

 
Non è rimasto molto da dire, la sensazione è quella di chi ormai è afona. Ci sono istinti che a volte prendono il sopravvento sulla ragione, e lo sfinimento porterebbe a dire: “Sai che c’è? Spero di vedere in stato vegetativo te, tua moglie, e tutta la tua marcia progenie.”

Nei giorni scorsi ho già espresso in questo mio blog, tutta la preoccupazione per quel che resta della nostra democrazia violata da quest’orda di barbari ignoranti, da questi malfattori, ma non riesco a capacitarmi del fatto che per avere l’appoggio della chiesa, nelle elezioni Regionali della Sardegna, questo megalomane criminale, potesse così pesantemente passare sopra il cadavere di una donna morta ormai da 17 anni, e soprattutto sul dolore sempre vivo e acuto dei suoi familiari.
Quale miglior occasione per farci tacere del resto? Una prima riforma della giustizia, le leggi razziali approvate l’altro giorno – per la nostra sicurezza – i rimedi tampone per un’economia che ci porterà ai livelli minimi dell’Argentina. Meglio cavalcare l’ondata di colpevole ignoranza, e la normale conseguente indignazione. E quando tutto sarà compiuto forse ci accorgeremo che potrò essere arrestata ogni volta –e non mancherò di farlo – in cui vi ricorderò che è ora di invadere le strade e occupare le piazze, armati di forcone.

Quando il ridicolo tentativo di offuscare la triste realtà che avvolge l’Italia, si concluderà con le nuove elezioni in Sardegna, e con la pace di una sola famiglia italiana, probabilmente ci accorgeremo che mentre noi ci si interrogava sulla salute mentale di un gruppo di bigotti ignoranti, che offrivano panini a una ragazza morta, per strada le ronde fasciste sono liberi di girare, autorizzati dallo stato. Sarà tardi per rendere conto delle proteste della Polizia, e delle forze dell’ordine in genere, preoccupate non solo di sorvegliare sulla criminalità già presente, ma sulle violenze che certi esaltati potrebbero compiere, forti del manganello, della camicia nera e degli stivali, che come un tempo segnavano l’autorità dei gerarchi, oggi segnano la libertà di razzismo.

Quando questo nuovo e crudele reality show, segnerà l’ultima puntata, io mi ricorderò ancora del mio amico sardo, barbone alla stazione di Orte, che non ha dovuto aspettare nemmeno la legge sulla sicurezza –nostra- per sparire, perché già venne allontanato insieme ai suoi amici, soltanto due giorni dopo che questo governo fascista liberò le mani dei sindaci gerarchi. Vorrei vederla la schedatura dei barboni, vorrei assistere per ricordare a chi oserà, sempre quella bella lettura che è la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Rita, porta un forcone anche da parte mia a palazzo Chigi.
Saro` con voi con il cuore.
 
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