1.23.2009

 

Il vaticano su youtube

Quant’è bello parlare. Ci sono persone che possono farlo, affacciati a una finestra, seduti su una sedia tutta d’oro tempestata di brillanti, o dalle radio e dalle televisioni. C’è gente che addirittura è pagata per farlo, e gente che non si pone il problema del pubblico che avrà, perché che piova o tiri vento, ha sempre una piazza di gente adorante, col collo rivolto in su, a guardare un puntino bianco che spunta da dietro un vetro spesso dieci centimetri, appena sopra un drappo amaranto appeso alla finestra. E parla.

Una chiacchiera che va avanti da secoli e secoli, sempre la stessa, la domenica a commentare un libro antico, le cui pagine non cambiano mai il loro significato, e gli altri giorni a caso: basta una giornata mondiale di qualcosa per poter essere autorizzati a dire qualcosa ed essere applauditi.

La giornata della famiglia? Il papa dirà che tutti hanno diritto ala famiglia, persino gli orfani. La giornata del malato? Il papa dirà che tutti hanno diritto alle cure mediche. La giornata della sagra della bruschetta e dell’olio di oliva? Non temete, il Santo Padre non mancherà di dire che tutti, anche i più umili hanno diritto alle bruschette.

Oggi era la giornata mondiale delle telecomunicazioni, e ligio al dovere, il papa ha detto che tutti, anche i più poveri e diseredati devono avere diritto di accedere al dono immenso che è Internet, soprattutto ora, che il canale del Vaticano è sbarcato su youtube, perché visto che non bastava l’Angelus della domenica, la reunion del mercoledì, ci saranno pillole quotidiane offerte al gregge navigatore.

Quant’è bello parlare. È quasi uno sport, a volte un lavoro di quelli che ti fanno sentire fortunati: “Sono pagato bene per fare il lavoro che mi piace fare e senza neppure faticare.”

Io non so ma mi domando: “Oltre che parlare, si fermerà qualche volta ad ascoltare?” Io immagino che a uno come lui non capiti spesso di sostare in attesa di un treno in una stazione, e nemmeno gli capiti di scendere le scale di una fermata di una metropolitana. Eppure basterebbe che una volta ogni tanto, invitasse a pranzo uno di quei preti che degli ultimi e dei diseredati, hanno fatto la loro ragione di vita (perché ci sono, per fortuna). Non so, penso a uno come don Gallo, nel momento in cui il Santo Padre gli dicesse di dotare ogni disperato di un computer portatile, o dato che va tanto di moda di un Blackbarry modello Obama, per accedere a Youtube ad ascoltare le sante parole.

Per fortuna che si è anche raccomandato affinché i navigatori non si distaccassero troppo dalla realtà sociale, nella quale comunque è bene vivere, perché se non lo avesse fatto, io avrei avuto il sospetto che il primo dissociato dalla realtà, fosse proprio lui.

Rita Pani (APOLIDE)

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