1.08.2009

 

Guerra del gas. Crisi a Gaza.


Questi sono due titoli del sito pornografico TGcom, salvate questa mattina. Può spiegare meglio di mille parole, in quale Stato stiamo vivendo. Non fate l’errore di credere che non sia importante perché tanto è il TGcom, perché è in pratica il TG4 on line, molto generoso con informazioni sui grandi fratelli, e amici, capace di servizi come “vota il miglior lato b”.

È un esempio molto calzante del sistema Italia, lo stesso che si appresta ad approvare la legge sull’istituzione dell’ordine del tricolore, che vorrebbe equiparare i bastardi che aderirono alla Repubblica di Salò, ai reduci della seconda guerra mondiale e ai combattenti che diedero vita alla nascita della Repubblica italiana, patrimonio democratico che così diligentemente siamo riusciti a dissipare in poco meno di sessant’anni.

Ricordo che, durante la prima ondata di barbarie berlusconiana, una notte capitai col telecomando su un canale della RAI dove veniva trasmesso il “Premio almirante” e una giornalista a casaccio, riuscì a ricordare il fascista come “uno dei padri fondatori della Repubblica”. Ne scrissi, era il 2004.

Non c’è quindi da snobbare il TGcom, o il TG4, perché sono i nemici più subdoli, che vanno a colpire decisamente una fascia di popolazione assai debole e sprovveduta, incapace di discernere e disabituata al pensiero. È la propaganda, quel virus che mangia il cervello di chi preferisce non fare sforzi nella vita, preferendo l’illusione della menzogna allo schiaffo della verità.

La guerra è per il gas, mentre la crisi è a Gaza. E se poi c’è una guerra questa è autodifesa. Se le tasse aumentano, le tasse sono state tolte. La spazzatura di Napoli è stata spostata, il sud è in rivolta per le discariche, ma il centro di Napoli è pulito. Le donne violentate a Roma, non si raccontano, perché tanto c’è l’esercito e i brutti e i cattivi sono stati espulsi.

Ma c’è di peggio. C’è la guerra del gas, e la crisi di Gaza con le bombe e con i morti, perché è bene non domandarsi quali siano i nomi dei 22 operai morti ammazzati dal lavoro, nei primi otto giorni di questo nuovo e fantastico anno.

Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Rita tu lo sai, sono sempre con te e quando vuoi cominciare a forconare fammi un fischio, che si fa per dire perche' le signore non fischiano.

Comunque... sempre daccordo per quanto riguarda i fascisti, di salo' come di dovunque.
Ma poi te ne vieni fuori con:
"patrimonio democratico che così diligentemente siamo riusciti a dissipare in poco meno di sessant’anni."
Ma di quale patrimonio stai parlando? Della DC, di Andreotti, di piazza Fontana, di gladio, di Moro, della strategia della tensione, della corruzione rampante, della P2, dello sfruttamento e distruzione sistematici del territorio, delle collusioni mafiose, dello sgretolamento programmato delle sinistre (quelle vere), del progressivo rimbambimento del popolo ecc.?
Per come la vedo io, i fatti non sono ne' a se' stanti ne' quantomeno accidentali, sono l'evolversi di una certa logica. Che con la resistenza si siano create alcune premesse di patrimonio in fieri sara' anche vero, ma e' proprio grazie alla pessima gestione di tale patrimonio che ci troviamo a questo punto.
Quello che abbiamo oggi era tutto la' bell'e che scritto, papale papale, bastava soltanto volerlo leggere. Sono stati 60 anni di merda e le poche conquiste che la classe operaia e i lavoratori in genere sono riusciti a ottenere erano mere illusioni, neve al sole, come cavaliere & company ci stanno dimostrando ogni giorno piu' chiaramente. 60 anni in cui la coscienza di un popolo e' stata completamente sradicata e sostituita da uno spot pubblicitario.
 
Io parlavo di quegli antifascisti che hanno combattuto e sono morti per darci un paese quantomeno antifascista.
 
Son contento di aver capito male, ma...
Scusa, non e' per aver l'ultima parola, quelli che sono morti sono morti e come si suol dire onore ai caduti, ma i sopravvissuti che fine hanno fatto?
Senza intenti polemici.
All the best
BD
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?