6.26.2008

 

1500

Dopo tanto piovere, giunse una torrida estate. La calura, di giorno in giorno, si fece davvero insopportabile. Inoltre, a causa della repentina impennata della temperatura, ci furono così tante zanzare da costringere perfino il parroco a sostituire i ceri con alcuni zampironi votivi. Non ci si poteva sbagliare: lo scrissero anche tutti i giornali, in prima pagina e in neretto, a riprova che non era propaganda di regime.

L’ingegner Alzalamira, nel suo ufficio ermeticamente chiuso per favorire l’adeguata fruizione dell’aria condizionata, tentò invano di avviare il climatizzatore che per tutta la brutta stagione si ostinò a riversare nella stanza aria gelida, finanche quando gli staccarono l’alimentazione. Verso le due del pomeriggio, l’ingegner Alzalamira non poté sopportare oltre: quando il sole colpì con insistenza la vetrata che fungeva da parete esterna del suo ufficio, con lui dentro che girava su sé stesso sprofondato nella poltrona manageriale cercando inutilmente di alleviare la sensazione di soffocamento, si immaginò all'interno di un forno a microonde.

Fu a quel punto che l’ingegner Alzalamira si ricordò che un qualche ministero aveva attivato proprio in quei giorni un numero telefonico per le emergenze determinate dalle temperature elevate di quel periodo e, trascorso qualche istante di esitazione, si risolse a chiamarlo. Dopo alcuni minuti di attesa, che imputò all’elevata quantità di richieste, gli rispose un’impiegata:

“Ciao! Sono Deborah... con l’acca. Tu, chi sei?”

Sorpreso dalla disinvoltura e dal tono un po’ troppo confidenziale, tentennò qualche secondo, allorché fu incalzato nuovamente dall’impiegata:

“Allora? Sei ancora in linea?”

“Sono l’ing...” balbettò, poi riprese il controllo e disse:

“Ciao! Sono Michele... con l’acca.”

“Sei timido? È la prima volta che chiami?”

“Sì, ma...”

“Oh, Michele... sono già tutta bagnata...”

“Eh, sono fradicio di sudore anche io: si è guastato il condizionatore!”

“Michele... dimmi... cosa indossi?”

“Dunque, vediamo: pantaloni di lino, camicia, cravatta con disegni cachemire... con l’acca...”

“Togliti tutto...”

“Ma non posso: sono in ufficio...”

“E... sotto? Che hai sotto?”

“Ha importanza? Va beh... mocassini inglesi e...”

“Stronzo!”

La comunicazione si interruppe.

“Ministeriali del cazzo!” imprecò tra sé e sé l’ingegner Alzamira, sempre più sudato.

Andò alla finestra e guardò giù, in strada, dove una sbirrocoppia di quartiere era intenta ad arrestare un ragazzino, certamente extradiverso da qualcosa, che aveva appena scritto su un muro “Ilaria ti amo”.

Grazie al nuovo decreto sicurezza, con un criminale di meno in circolazione, si sentì più sereno e addirittura più fresco, l’ingegner Alzalamira Michele, con l’acca.

dirtyboots

Comments:
Con questo caldo il tuo post è aria fresca per lo spirito.
Con o senza l'acca ?
 
Grazie.
Pura accademia...
;)
 
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