5.17.2008

 

La nuova Italia

Il restyling dell’Italia è in atto, ed è inutile negarlo. I primi positivi effetti, sono sotto gli occhi di tutti noi, o almeno di tutti quelli che leggono ancora i giornali.

I morti sul lavoro, per esempio. È bastato il soffio di una magia perché sparissero dalla nostra vista, a procurare quella fastidiosa preoccupazione, che ci lasciava attoniti, a chiederci come, e quando il lavoro sarebbe tornato ad essere fonte di vita e non causa di morte.

Sia chiaro, si muore ancora di lavoro, magari a 28 anni, in una centrale dell’Enel, ma morire così è quasi inutile, dal momento che non verrai più fotografato all’uscita del cantiere dentro una scatola di alluminio, rimarrai soltanto sulle pagine di qualche giornaletto o telegiornaletto di sinistra, che sopravvive persino all’espulsione dal parlamento.

L’italiota ne è grato, e berlusconi lo sa, dal momento che ancora promette di liberare la sua gente dal comunismo, perché l’italiota è stanco di brutte notizie che danno pensieri.

Certo il governo non è così ingenuo da pensare davvero che l’italiota sia così idiota da credere di vivere in Svezia, e quindi qualche problema, se non può ammetterlo, lo inventa. Una sorta di terapia a scalare. Ed ecco la genialata del problema sicurezza che va a scontrarsi con la festa della Polizia. Da sempre, in questo giorno, le tabelle statistiche vengono mostrate in tutti i telegiornali, a dire che l’Italia è un paese vivibile e civile. Da sempre in questi giorni, apprendiamo i numero dei morti, dei furti, delle rapine, delle violenze sulle donne o sui bambini.

Grazie all’azione dirompente del restyling berlusconiano, quest’anno di cambia, e solo un telegiornale, forse per distrazione, ci dice, per esempio, che gli sbarchi dei clandestini sono diminuiti nell’ultimo anno. Pensate quale grave danno avrebbero potuto arrecare certe tabelle statistiche ad un intera popolazione, se avesse capito che la sicurezza non è poi un problema! Deve restare una cosa aleatoria, un po’ cime l’inflazione, che da tempo viene distinta in due categorie: reale o percepita.

E siccome, come scrivevo, qualche rigurgito comunista continua a seminare il panico in questo paese in via di ripresa, presto si cancellerà anche questo problema. Non si trasmetterà più l’approfondimento del TG3, o al limite lo si sposterà a notte fonda, tra il primo film nudo dei fratelli Lumiere o le lezioni di matematica quantistica, e una trasmissione che parla di libri.

Ammettiamolo, è davvero un modo nuovo di fare politica, che noi ottusi comunisti non siamo stati capaci di inventare: il papa che parla del precariato, Uolter che va a pranzo con berlusconi, Di Pietro, che proprio comunista non è, che è rimasto l’unico a fare anche per noi.

Suggestivo. Drammatico, ma suggestivo.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Parafrasando si potrebbe dire che è il popolo della libertà, bellezza.
 
"Popolo della libertà"... prima si chiamava "Casa", ma siamo lì.
 
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