8.15.2007

 

Ferragosto

C’era un tempo in cui il caldo era semplicemente torrido, e il giorno di Ferragosto, le immagini dei telegiornali ci mostravano bambini intenti a giocare in riva al mare, o signore un po’ cicciotte sdraiate sui lettini da spiaggia; qualche coppia di innamorati che si teneva per mano.

Da un po’ di tempo a questa parte, il caldo ha smesso di essere torrido ed è diventato record, ed è difficile vedere immagini di bambini in costume da bagno o col culetto fuori che giocano allegri; non si trasmettono perché al di là del teleschermo potrebbe esserci un bastardo maniaco. Le signore cicciotte, sembrano non esistere più, si sono trasformate tutte in giovinette magre delle quali è bene mostrare il culo e le tette; non si nascondono certo! Gli innamorati poi, non si tengono più per mano, passeggiando sulla spiaggia; ormai in spiaggia si accoppiano, liberi come cani, sotto gli occhi curiosi dei vicini d’ombrellone.

È Ferragosto, ma non è stata questa la notizia, sebbene il reportage dalla spiaggia ci sia stato eccome.

Sei italiani morti ammazzati in Germania; un ragazzino col fianco grondante sangue è ripreso in primo piano, che il telegiornale somiglia ad un film di Quentin Tarantino. E se non ti basta un TG, puoi sempre cercare sui giornali on line: foto agguato, siti o filmati.

Poca roba sui 250 morti in Iraq a Tal Uzair e Khataniyain, nemmeno una foto, perché sono solo numeri che si aggiungono ai numeri, sono morti noiosi che non fanno più notizia, che non ci appartengono più. Effetti collaterali di una guerra dichiarata vinta, sebbene non sia mai finita. Questi morti non meritano di distrarci dal Ferragosto.

Tolleriamo a malapena la decina di cadaveri ripescati nel mare di Sicilia, continuiamo a contare i disperati che approdano a Lampedusa, e io mi chiedo perché a livello nazionale, non si faccia sapere che iniziano ad arrivare, nell’ordine di 200 al giorno, anche in Sardegna. Forse perché si pensa di rinchiuderli nella base NATO di Capo Teulada – la Guantanamo d’Italia – ed è meglio non far incazzare quei quattro coglioni che hanno ancora coscienza? O perché di Sardegna è meglio non parlare d’estate, a meno che non si tratti di briatore o del nano da Arcore, che cito: era al tavolo con la carfagna e indossava un ciondolo di cuoio con alcuni smeraldi (novità assoluta) ?

Davvero un Ferragosto strano, che segna l’inesorabile cambiamento dei tempi, come è cambiato il caldo, così cambiano i costumi. Dopo mille campagne di sensibilizzazione, finalmente abbiamo smesso di abbandonare i cani, ora d’estate si abbandonano i bambini, oppure si incendiano, oppure spariscono…

Fortuna che il mio Ferragosto è stato nella norma; Roma era vuota, come sempre, e io ho trovato parcheggio.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
In realtà oramai temo si debbano invertire i termini: il ferragosto che hai descritto nel post è la norma; quello che hai passato tu è sempre più un'eccezione; e non perchè eri a Roma invece che stare in chissà quale luogo esotico di villeggiatura, ma perchè certe notizie, il modo di raccontarle, la censura su altre che andrebbero dette, è oramai la regola.
 
E inoltre oramai l'assurdo fa notizia, l'assurdo sta diventando regola.
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?