7.17.2007

 

Lessico comunista…

Io l’avevo detto che le dimissioni di gustavo selva, senatore di ambulanza nazionale, erano una farsa. Oggi le ha ritirate, e per le motivazioni addotte, potrebbe essere insignito di onorificenza. Lo ha fatto per rispetto verso il parlamento; lo ha fatto per non costringere il senato ad assolverlo, rischiando di alimentare le dicerie sulla presunta casta.

Ma soprattutto pare l’abbia fatto per i cittadini che gliel’hanno chiesto, e quanto mi piacerebbe riuscire a scovarne solo uno, per vederne i tratti somatici…

C’è del tragico nel discorso dell’incivile onorevole, che resta nascosto tra le pieghe di un discorso a tratti farneticante. Per esempio è normale ormai che un deputato o un senatore possa far sfoggio del candore della sua fedina penale… non sono mai stato inquisito e non sniffo nemmeno cocaina, quasi a voler sottolineare il carattere straordinario della cosa.

In quei giorni la ministro Turco disse, giustamente, che sarebbe stato tragico, se nel momento in cui selva usava un’ ambulanza per ovviare al blocco stradale, ci fosse stata un’emergenza; questo lessico comunista pare abbia addolorato, offeso, ma non meravigliato il senatore falso dimissionario si ambulanza nazionale, che in aula ha riportato anche i contenuti di alcune e-mail inviategli da cittadini, non propensi a volerlo vedere ben saldo al suo posto…

In effetti, anche noi cittadini non proviamo più tanto stupore, ormai ci siamo abituati al peggio; il parlamento si può tranquillamente chiamare “assassino” un ex giudice come D’Ambrosio, senza per questo essere accusati di usare un lessico ed un indisponente arroganza fascista, anzi, ci si può addirittura proclamare fascisti, senza incorrere in alcuna sanzione.

Il percorso è stato lento, ma efficace… Iniziò tutto da quando i peones padani, con i loro rappresentanti folkloristici occuparono gli scranni di uno Stato per loro ostile… Poi arrivò l’epoca del cipria da Arcore, che si scriveva le leggi dello stato a casa sua, per man dei suoi avvocati… E previti, nuovamente agli arresti domiciliari, che non molla per persecuzione.

E noi siamo qua, in attesa di poter pagare cinque euro per avere diritto a votare il candidato del partito democratico. Pare che ad oggi questo sia il massimo che ci è consentito.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Che ce frega, tanto mica ci starà ancora per tanto la, no?
 
E' una questione di principio :)
R.
 
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