6.13.2007

 

Sarebbe ora di ricominciare

Se i girontondi fossero stati una cosa seria (ma io ne dubitai fin da subito) ora sarebbe il tempo di ricominciare.

Sarebbe il tempo giusto per tirare fuori i forconi e andare ad occupare le strade e le piazze. In effetti il tempo giusto sarebbe stato qualche tempo fa, dopo l'assurda approvazione di un indulto in nome del Papa morto, che invece serviva ad alleviare le pene dei soliti noti, o dopo che si capì che Prodi altro non era che un ostaggio in mano di gente come mastella.

Quel treno l'abbiamo perso, anche perché nemmeno abbiamo fatto finta di volerci salire. Quindi continuiamo il lamento che ormai pare un atto quasi compulsivo. Dobbiamo lamentarci e basta, va di moda perché abbiamo letto “La casta”, e non possiamo non incazzarci scoprendo che i signori sono dei privilegiati.

E siccome non ci bastava lamentarci della politica, oggi dobbiamo anche fare i conti con l'antipolitica.

È da ieri che i giornali parlano di montezemolo mettendo in risalto la sua denuncia contro l'evasione fiscale, ma nessuno ha messo abbastanza in luce la sua strenue difesa della legge maroni, che è quella che consente a tutti i montezemoli, evasori fiscali, di schiavizzare, sfruttare e sottopagare i lavoratori.

Oggi il tormento ci è stato dato dalle intercettazioni telefoniche, e ho letto parecchie risse verbali, tese a stabilire chi fosse il più rognoso; ho persino sentito bondi specificare che la loro rettitudine non gli avrebbe consentito di infierire nei confronti dell'avversario (probabilmente perché non conviene dal momento che molta rogna gira pure nella loro liberissima casa).

Mi sono chiesta perché nessuno si sia scannato (verbalmente) notando che in Italia, l'urgenza parlamentare ritorna solo ed esclusivamente, quando si tratta di proteggere le loro onorevolissime chiappe.

Qualcuno dice che la legge sul conflitto di interessi (che non faranno mai) non serve, ed intanto il teleimbonitore di Arcore ha aperto la TV della libertà, “perché se ne sentiva il bisogno”.

Del precariato, che è una vera piaga sociale, si parla solo in prossimità di elezioni, ma è palese il lassismo del governo.

Vogliamo parlare delle dimissioni fasulle di Selva? Che fossero false era ovvio, dal momento che un senatore resta in carica se il senato non approva le sue dimissioni, ma che sia passata in sordina la dichiarazione di fini, che auspica appunto che non vengano accettate, forse non se lo aspettavano nemmeno a destra. (O forse sì?)

Rita Pani (APOLIDE)



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