6.18.2007

 

Docu-fiction

Così Mentana ha vinto la sua battaglia, e trasmetterà la docu-fiction sulla strage di Erba, nonostante le proteste – leggo ancora - “degli assassini” e dei familiari delle vittime.

La docu-fiction è una delle molte genialate italiche, ossia un prefisso che tende a vestire d'autorevolezza un prodotto scadente di pessimo gusto; una boiata. Mentana però, lo dice in modo diverso. Per lui la docu-fiction è un prodotto a basso costo che serve a raccontare le storie italiane.

Chissà che ne avrebbe pensato Dino Buzzati, che con i suoi resoconti dai tribunali, riusciva ad attanagliare il lettore, come fosse immerso in un libro di Conan Doyle.

Ora non dovremo fare altro che attendere i risultati di share o auditel che sebbene taroccati, possono dirci in modo inequivocabile il grado di deterioramento cerebrale dell'italiano.

C'è davvero bisogno di mostrare in immagini l'aberrazione e il grado di bestialità di due persone che, in una notte qualunque, disturbati dai rumori di una famiglia, si organizzano per fare una strage?

Chi interpreterà, a basso costo, il ruolo di un bimbo sgozzato? E quale genitore consentirebbe a suo figlio di interpretare quel ruolo?

Forse sono domande banali, ma abbiate la pazienza di perdonarmi; mi è già difficile leggere di un bambino ucciso a quel modo, che proprio non riesco a concepire il bisogno di vedere le figure.

Rita Pani (APOLIDE)



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