4.27.2007

 

Serial Cogne

Ieri ho visto CSI su Fox Crime. Pare che in questa serie Grissom si troverà a dare la caccia ad un serial killer, che dopo aver ammazzato la sua vittima, lascia sulla scena del crimine un plastico, che riproduce nel minimo particolare, il delitto e la scena stessa.

Io lo so chi è il serial killer, si chiama Bruno.

Ebbene, ironia a parte, se pensavate che oggi finisse il reality show ambientato a Cogne, vi sbagliavate. Per la gioia di Vespa e Mentana, ci sarà una terza parte, fino ad arrivare al verdetto della cassazione. Non si esclude una nuova gravidanza da vendere in esclusiva al miglior offerente.

Ora, si potrebbe affermare che la patetica storiaccia ci abbia davvero disgustato, qualcuno più arguto oserebbe dire che, non se ne può più. Ma sarebbero tutte balle, perché sennò non si spiegherebbe il perché della folla in attesa, che come fosse davanti al bancone del salumiere, o al centro di diabetologia di un qualunque ospedale, prende il numerino, per entrare.

L’Italia non è nuova a questi eventi di massa, succedeva nell’immediato dopoguerra che il popolo si ammassasse fuori dei tribunali, per non perdere l’occasione di assistere ai processi che “facevano la storia”.

Certo, a quell’epoca era giustificabile; il fascismo, per esempio, aveva proibito ai giornali di narrare i fatti di cronaca nera. C’era la tendenza a far credere che il paese fosse sicuro.

La cronaca poi non la raccontavano i cornisti di Sky che usano per congiunzione, gli mmhbè, gli ammmh e gli ecco, ma Dino Buzzati.

E il teatro, non se lo potevano permettere tutti.

Sì, è vero. Tranne per il fattore Buzzati non è cambiato molto, se non l’aggravante della TV, nella quale si alternano tette e culi, opinionisti ed assassini, nobili pensatori e cretini di ogni tipo, in un unico insieme, rendendoci spesso incapaci di suddividere in sottoinsiemi.

Coraggio, quindi. Ho il legittimo sospetto che sentiremo ancora per un pezzo i miagolii della franzoni in Tv.

Rita Pani (APOLIDE)


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