4.30.2007

 

Riso amarissimo.


Ho visto la puntata di Report, che come al solito ti lascia a metà. È quella strana sensazione per cui te la prendi con te stesso, perché ti scopri a sorridere dei tuoi pensieri. Per esempio, pensavo che in un verso o in un altro, che da una parte oppure dall'altra, quando in Italia si “distraggono” i capitali, c'entra sempre lui.
Devo correggermi, dopo l'ultima sentenza, quando si distraggono i capitali, si affossano le aziende e si ingrassano le banche, c'entra sempre qualcuno che fino all'altro ieri ha lavorato per lui, ed ovviamente lui, non ne sapeva nulla.
Il mio sorriso amaro, è diventato amarissimo quando mi sono ricordata delle parole del Presidente della Repubblica, pronunciate in un messaggio inviato in occasione del 25° anniversario della morte di Pio La Torre e Rosario Di Salvo: “Per sconfiggere la mafia, serve un grande movimento di popolo”.
Sono belle parole, e sono sicura che vadano dette, perché è vero che il popolo deve sempre e comunque fare il suo dovere, per civile responsabilità, ma non è del tutto vero, a meno che il Presidente, non si riferisse ad un popolo armato di forconi, e tendenzialmente lo escluderei.
Per sconfiggere la mafia ci vuole prima di tutto una forte e decisa volontà politica, che palesemente in Italia manca, dal momento che i nomi di mafiosi o presunti tali, di collusi o fiancheggiatori, spesso sono preceduti dalla particella On.
Viviamo in un paese dove, il procuratore antimafia Grasso, ha pubblicamente invitato i partiti politici di NON candidare persone in odore di mafia – richiesta ovviamente disattesa.
Viviamo in un paese dove, nel momento di approvare la legge costitutiva della nuova commissione antimafia (Luglio 2006) non passa l'emendamento che faceva divieto ai pregiudicati, e agli inquisiti di partecipare alla commissione stessa. Tanto per capire, i voti favorevoli furono solo, s o l o, 21 mentre quelli contrari 400 q u a t t r o c e n t o di più. Ad oggi, in commissione antimafia siedono persone condannate per corruzione.
L'Italia è un paese dove si firmano di fretta norme e regolamenti per far sì che deputati, senatori, viceministri, intaschino milioni di euro di danaro pubblico, ovviamente sempre destinato sulla carta a creare lavoro e benessere, e in fondo non è una menzogna, perché quei soldi il benessere lo crea davvero, almeno per chi ne gode alla faccia nostra.
Viviamo in un paese, in cui queste cose che io oggi ho riscritto, dopo che sono già state scritte, raccontate, sviscerate, resteranno qua, a creare ancora un pezzetto di memoria destinata all'oblio.
Noi popolo, i movimenti li creiamo, e ci crediamo davvero, ogni volta che ci impegniamo e che lottiamo, ma la verità è sempre quella. Non bastiamo, solo noi.

Rita Pani (APOLIDE)



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