4.17.2007

 

Lezione di...

Chiedo sempre a mia figlia della scuola, e lei mi racconta delle cose, della giornata, di quelle cose che a dodici anni sono importanti, ed è giusto che lo siano, e che noi, forse, non dovremmo sminuire, saturi delle nostre conoscenze.

Sono sempre un po' le stesse, le cose che ci chiediamo e che ci raccontiamo della scuola, io e mia figlia.

La scuola sono gli amori o le amiche del cuore, i ragazzi più o meno sudici, i cappellini colorati, i pantaloni più o meno scesi che lasciano trasparire slip o boxer, pezzi di natica.

La scuola media è una tragedia, ma noi non abbiamo il lusso della libertà di dirlo ai nostri figli, sono quei tre anni in cui non ti insegnano nulla, e che fingono di portarti ad una scuola “seria” che non troverai. Tre anni di nulla per il passaggio al nulla profondo.

Stamattina leggevo dell'allarme lanciato dalle scuole che non hanno i fondi per pagare i supplenti; ebbene è vero, perché succede così anche nella scuola di mia figlia. E a mia figlia, anche oggi ho chiesto della scuola.

“Per due ore siamo stati da soli, perché non c'era la professoressa di italiano e tu, mamma, non ci crederai mai... Lo sai cosa ho scoperto?”

Scoperto è un termine che mi da entusiasmo, in genere. Un bambino che scopre è un bambino che si fa adulto, e questo non può che rendere felice un genitore, che come me non vorrebbe altro per le sue figlie, se non il sapere ... “Dimmi” ...

“Un mio compagno che fuma, ha fatto una scorreggia sulla fiamma dell'accendino, e la fiamma è divampata... “

Non si può nemmeno uccidere la risata di un bambino, non ci riesco, è un crimine. Poi quando mia figlia ride, con le lacrime che le rigano il viso è una poesia.

“Prendiamola così – le ho detto – oggi hai imparato qualcosa di nuovo: il gas è una materia infiammabile...”

“Se domani non torna la professoressa, lo faranno ancora, ma lo filmeranno col telefonino per metterlo su YouTube.”


Ok, va bene, sempre meglio che pestare un handicappato, no?

Rita Pani (APOLIDE)


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