3.05.2007

 

Tutti in Olanda ... ajò!

Ogni volta che mi rimetto al computer, qualunque cosa io ci debba fare, come prima cosa accedo ai siti di informazione e vedo le ultime novità. È una gran cosa, avere il privilegio di potersi sentire sempre informati, di assorbire un elevato numero di informazioni che, se restassero relegate in poche righe di un giornale, probabilmente non verremo mai a sapere. Così mi capita spesso di sobbalzare e di dirmi … “Ah, però!” Di contro – mai nessuna cosa ha un solo risvolto – ho la pessima abitudine di soffermarmi a pensare a ciò che leggo, ci rifletto, vedo come starebbe la notizia se, putacaso, io potessi “indossarla”.
Per chi da tempo ha la bontà e la pazienza di leggere i miei post (viscerali) da tempo ormai immemorabile, non sarà certo una novità scoprire che una di quelle cose che danno più forza al mio pensare è l’evoluzione dell’uomo e le sue conquiste epocali. A volte mi chiedo cosa sarei stata all’età del fuoco o della pietra, che accidenti avrei mai potuto scrivere quando l’uomo inventò la ruota.
Così è stato per l’ultimo passo d’avanzamento dell’umanità, del progresso e della conquista, di cui ho appena letto. “Apre in Olanda la prima palestra per nudisti.” – No, credo proprio di non poterla indossare questa notizia.
Cui prodest? Pensiamoci un attimo. È già un trauma andare in palestra da vestiti, andarci da nudi deve rasentare la catastrofe; parlo di me che è più semplice. Io ci sono stata in palestra, e so bene che al confronto Pitti donna è banale. La fascia per i capelli che fa tinta col calzino, body attillati con deforestazione extra inguinale e tutte quelle pose faticose, per far apparire il culo un culetto e la ciccia salsicciosa, appena un salamino. Non che fosse diverso per gli uomini. Anche loro avevano pantaloncini in lycra aderenti, come volessero dire che erano principalmente possessori di quel muscolo protuberante (anche se tarocco), e camminavano come fossero dei quarti di macelleria, ancora da appendere al gancio, mostrando carni lucide e trattenendo il respiro. Anche loro, poi dovevano sottoporsi alla deforestazione extra inguinale, con l’aggravante di dover arrivare persino interchiappa, che suppongo non fossero così idioti da fare con la ceretta.
Come potrebbe essere, allora, andare in palestra da nudi? Non c’è trucco non c’è inganno, venghino siori venghino … Pallette mosce che ballonzolano sul tapis roulant, e il muscolone smascherato in tutta la sua fragile normalità, pallette schiacciate sul sedile di una cyclette, e pancette e pancioni …
E le signore? Con chilate di tette che saltellano in su e in giù, sedili pericolosamente insidiosi, e lo step per l’interno coscia? Continueranno a farlo davanti allo specchio?
Che invidia, però. Prima o poi, ne sono certa, anche io avrò un lampo di genio, e darò il mio personale contributo all’avanzamento della società.

Rita Pani (APOLIDE)

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