3.09.2007

 

I comunisti al governo

Ho visto D’Alema, intervistato dal TG1, spiegare perché, le richieste di invio di altre truppe, non avrebbe senso. Elencava con orgoglio tutti i teatri di guerra che vedono l’Italia, fattivamente impegnata.
In Afghanistan, spiegava, abbiamo la bellezza di 2000 uomini, e non sono pochi rispetto ad altri paesi europei che ne hanno meno, la Francia 1000, la Spagna solo 500.
L’ho anche sentito ammettere che in Afghanistan c’è pericolo, perché i soldati sono in guerra. Strano, mi sono detta, pensavo stessero distribuendo caramelle come fecero gli americani in Italia nel 1945. Liberarono il paese dai tedeschi, e occuparono i denti con la carie.
Ieri ho anche visto Mastella e tutta la sua cristianità ad “Anno zero”. Mi sono fatta l’idea che pensi che l’omosessualità sia contagiosa. Da cattolico però è stato buono, applicava la regola del “a tre palmi dal mio culo” . Ovvero, non è un problema che esistano gli omosessuali, ma devono stare nascosti, possibilmente al buio, magari confinati in un isola dedicata. (Attenzione che l’Asinara è sfitta).
Fino a qualche anno fa, pensavo d’essere rimasta la sola esemplare comunista, nella riserva, invece poi ho scoperto la grande necessità che esiste di avere comunisti in ogni angolo strategico, così che, non trovandone, se li sono inventati, e fingono persino che siano al governo. Gli ha inventati berlsuconi, e gli ha inseriti nella magistratura, così, tanto per non pagare i suoi conti con la giustizia; cambiato il governo, la democrazia cristiana gli ha ereditati, questi fantomatici compagni ricoperti da colbacco, perché tornavano utili pure a loro.
Servono pure al Papa, i comunisti, così che con slancio innovativo e riformista, possa anche sparare a zero sulla legge sull’aborto. La notizia (non notizia) del bambino nato vivo per aborto è stata emblematica della schiavitù oppressiva che il nostro stato vive. L’Osservatore romano, si è lanciato sulla povera donna, vittima (e non carnefice) della tragedia, come una poiana famelica… - Non si ha più ritegno, si uccide una vita, perché si teme il diverso, il malato –

Ma allora, gli omosessuali?

Rita Pani (APOLIDE)

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