2.21.2007

 

Sono i poveri i più poveri

Lo so. “La matematica non è un pignone”. Finalmente i miei amici dell’ISTAT sono tornati in tutto il loro splendore.
Mi mancavano le loro ricerche sul’inflazione, reale e percepita, mi mancavano le loro cifre, i loro calcoli, le loro scoperte epocali.
Sono le famiglie numerose quelle in cui maggiormente si percepisce l’inflazione, dicono, sono quelle famiglie composte da due persone virgola cinque.
Come è composta una famiglia di due persone e mezza? Padre madre e abroto tardivo, o padre madre e nonno in congelatore?
A leggere i risultati della faticosa indagine ISTAT sull’andamento dei prezzi al consumo, si resta sbigottiti: sono le famiglie più povere ad essere più penalizzate dall’inflzione. Davvero? E’ impossibile da credere.
Mi piace particolarmente, lo scontro tra titani, ovvero quando l’Eurispes non concorda con l’ISTAT.
Secondo il primo in Italia la povertà dilaga, secondo l’altro, la povertà è un bacillo confinato in chi può spendere in media 510 euro al mese in beni di prima necessità, tra i quali l’ISTAT include lettori mp3, riproduttori DVD, pasta, caffè e zucchero.
Sono sicura che un giorno riuscirò a comprendere l’utilità dell’Istat, per ora preferisco fidarmi di me.
Non ci vuole molto a comprendere a che livello sia l’economia italiana, basterebbe guardarsi intorno; l’altro giorno in una via del centro, di una città qua vicina, ho visto un cartellone nero con le lettere d’oro dentro una vetrina …
“Vieni a trovarci oggi e paghi tra tre mesi…” Era un’agenzia di pompe funebri.
Grazie per la fiducia, ma magari ripasso… Avrei voluto dirgli, ma non l’ho fatto. Mi sa che porta sfiga.

Rita Pani (APOLIDE)


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