2.16.2007

 

Dei SENSISMI e Dei PAROLISMI

Dei SENSISMI e Dei PAROLISMI

E’ il significato delle parole che si è perso da tempo. Un operazione difficoltosa e lunga ma che ha finalmente aperto la strada per “azioni” ancora più paradossali.
Martedì 13, alla conclusione della trasmissione Ballarò ( in cui si sarebbe dovuto parlare anche di precariato, ma lascio intendere come è andata a finire …) ho avuto la malaugurata idea di fare un po’ di zapping e mi sono imbattuto in Porta a Porta che solitamente boicotto al pari di Rete4.
Qualcosa di orribile ha però catalizzato la mia attenzione …. stava andando in onda la riabilitazione del Duce;
L’operazione mediatica traeva origine dal ritrovamento dei “Diari di Mussolini” che grazie alla splendida conduzione del Presentatore (Bruno Vespa) coadiuvato dall’esperto/storico, nonché collezionista, nonchè condannato per mafia Dell’Utri, provvedevano a fornire la nuova immagine del Duce.
Ovviamente erano presenti anche i “soliti” personaggi politici di ambo gli schieramenti, il vip che non c’entra un cazzo, e il prete che fà molto “sociale”. Questa amalgama serve, non per quanto può dire o testimoniare, ma come platea autorevole e trasversale atta a certificare la legittimità del messaggio ultimo che la trasmissione vuole impartire ai suoi ascoltatori.
Prima di essere preso dai conati di vomito, ho fatto in tempo a seguire il brano in cui Dell’Utri, leggendo dai Diari, espone le perplessità e le incertezze del Duce circa l’entrata in guerra a fianco di Hitler dopo che questi aveva invaso la Polonia.
Lodevole il punto in cui Mussolini si sarebbe prodigato per cercare un contatto con l’allora primo ministro inglese Chamberlain per scongiurare l’escalation militare di Inghilterra e Francia.
Che dire poi delle ansie dello statista verso il suo popolo che nel ’39 non era ancora pronto alla guerra (si, è proprio così, lo aveva pure detto ad Adolfo che avrebbe dovuto aspettare fino al 1942).
Plateale a questo punto il commento dell’Onorevole nipotina di Mussolini che con sguardo a metà tra la commozione e la rivalsa (della serie : ve l’avevo detto) annuncia :

“Questo rispecchia esattamente l’immagine che mi è sempre stata tramandata di mio Nonno”

… e via di seguito ad elogiare le doti dello statista, uomo di pace incompreso e vituperato per oltre mezzo secolo ….

Solo alcune note che nessuno dei presenti, incluso Agnes dei DS, ha potuto (voluto ?) esporre :

1) Non è un problema di essere o meno pronti alla guerra ma il motivo per cui si entra in guerra.
Il patto di alleanza con la Germania poteva essere rispettato a patto che questa non andasse in giro per l’Europa a fare shopping. Se Adolfo invece di annettere l’Austria, conquistare la Cecoslovacchia ed invadere la Polonia, fosse andato a passeggiare per la foresta nera, allora Francia e Inghilterra non gli avrebbero dichiarato guerra. (il Fuhrer sosteneva che i polacchi lo stavano minacciando : la conquista della polonia è durata 27 giorni … proprio agguerriti questi Polacchi !)

2) Se Chamberlain non ha risposto a Mussolini dopo l’invasione della Polonia, non credo sia per maleducazione o per un suo desiderio di giocare alla guerra con i Tedeschi. Che cosa avrebbe potuto fare o dire … forse aspettare ancora ?

3) Il Duce inizialmente così refrattario verso la scesa in campo dell’Italia, deve aver poi repentinamente cambiato idea. Memorabile il discorso fatto da li a poco : “Spezzeremo le Reni alla Grecia” (1940).
( di fatto i Tedeschi furono costretti a distogliere forze da altri fronti per salvarci dalla disfatta della campagna di Grecia; situazione che determino l’assoggettamento delle decisioni belliche dell’esercito italiano al comando tedesco … ma Duce non vuol dire “Condottiero” ? )

Concludo citando da “
“La grande menzogna” (internet : sulla presenza militare italiana in Iraq)
Siamo passati dalla guerra senza aggettivi alla guerra umanitaria, alla operazione di polizia internazionale, alla guerra preventiva, alla guerra al terrorismo: l’evidente incertezza nel vocabolario da usare denuncia la novità di un fenomeno o il tentativo di mutar di senso alle parole per mistificare la realtà».

Edoardo

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