1.24.2007

 

Perchè stai ridendo?

Finalmente è arrivato il freddo. Pioggia, neve e vento. No, non che mi piaccia, ma è che non ne potevo proprio più del terrorismo psicologico, effettuato dai media, sotto l’incitamento della Protezione Civile. In modo ossessivo, per giorni, scandivano il tempo che mancava all’arrivo del grande e freddo inverno, frantumando non poco i testicoli degli italiani. Ieri Bertolaso ha ammesso di aver “appena esagerato”, ma promettere catastrofi è stato uno stratagemma per evitare alla gente di andare incontro all’inverno impreparati. Una sorta di “prevenire è meglio che curare.” Nessun italiano gelato in mezzo all’alluvione, quindi, ma l’orchite?
Finalmente è arrivato il gelido inverno polare, contribuendo a far cessare l’allarme “clima impazzito”, o relegando all’oblio il “caldo anomalo”. Nessuno ne parla più, sospetto che nei prossimi giorni, sguazzeremo tra previsioni, gradi centigradi, città spazzate dai venti, millilitri dei pluviometri e soprattutto l’attesa per la primavera che non vorrà arrivare.
Non è rimasto che bush a preoccuparsi dell’ambiente. Lo ha fatto ieri durante il discorso sullo stato dell’Unione. Con grande sensibilità ha affrontato il problema dichiarando che l’America è drogata di petrolio, ha ammesso di dipendere da altri paesi che per questo li ricattano col terrorismo o con altre forme di prepotenza economica (forse il grande Chavez?). Con un impeto di intelligenza inaspettata ha poi rivelato il suo piano: diminuire i consumi del petrolio del 20% entro il 2017.
Perché stai ridendo?
E’ stato interessante il discorso di bush, davvero. Fortunatamente è andato in onda subito dopo il trailer di Zarqawi, diversamente sarebbe stato impossibile comprendere perché, dopo il diritto ad esportare democrazia, bush volesse acquisire quello di esportare la guerra a casa degli altri. Per altri ovviamente si intendono i “terroristi cattivi”. Alcune frasi sono state davvero incisive: “Senza di noi c'è il rischio di un'epica battaglia fra estremisti sciiti e sanniti”, oppure “L'America non può fallire in Iraq. Le conseguenze di un fallimento sarebbero terribili e molto profonde”.

E purtroppo non c’è nulla da ridere.

Rita Pani (APOLIDE)


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