11.30.2006

 

Scaramelle dagli sconosciuti

Avete notato? Quando si tratta di CIA o SISMI si parla sempre di agenti, quando invece si tratta dell’ex KGB allora si dice “spie”. Mah!
Oggi sono di buon umore, mi capita sempre quando si torna a parlare dell’affare Mitrokhin, adoro l’arte demenziale.
Più si conoscono i particolari, più si comprende la rilevanza della figura del senatore guzzanti; diciamoci la verità, c’eravamo cascati tutti. Eravamo tutti convinti che stesse lavorando a qualcosa di importante ed invece, non voleva far altro che surclassare la bravura dei suoi figli.
Si è smascherato per eccesso di zelo; voleva davvero farci ammazzare dalle risate ed ha ceduto alla tentazione di far passare Prodi per una SPIA del KGB.
Esilarante. Un bell’applauso!
Sul Corriere ci sono stralci di affermazioni di guzzanti, quando apprende dell’attività spionistica di Prodi (ROTFL) “accidenti questa è una bomba termonucleare…” poi anche l’eccitazione per dover essere proprio lui in persona a dirlo “al capo” che però, disdetta, in quel mentre si trova in Sardegna.
Cerco di immaginare il tono di una “telefonata” di spionaggio tra Prodi e una SPIA del KGB, ma non ci riesco, inizio a ridere prima di aver iniziato a pensare “Pronto”!
E che dire di Pecoraro Scanio, la SPIA che veniva da Napoli? Affascinante. "Lui è il nostro uomo per operazioni in Italia ".
Ora è entrato in scena un altro losco personaggio che mai potrà far sospettare di sé, d’essere uscito da un romanzo di Ian Fleming: Mario Scaramella. Con un nome così, al massimo potrebbe essere uscito da un paese di marzapane di una favola di Perrault.
E dire che non ci eravamo ancora ripresi dall’aver saputo dell’AGENTE Betulla.

Il risvolto più triste di questa farsa demenziale è ancora una volta il Governo italiano di centro qualcosa: “Non indagheremo sulla commissione Mitrokhin …” Bontà loro. Non avevamo dubbi.

Rita Pani (APOLIDE)


11.28.2006

 

Miracoli

Il Vangelo narra di quando Cristo, nei pressi di Gerico incontrò un cieco al quale ridonò la vista.
Gesù con quel miracolo volle risanare l’umanità in modo che lo si potesse “vedere” come unico Salvatore.
In pratica ai giorni nostri stiamo assistendo al miracolo di Montecatini, ma al solito non se ne può parlare perché poi si è accusati, come minimo, di essere insensibili.
Inutile utilizzare il buon senso e seguire con attenzione il battage mediatico in merito alla morte e resurrezione di Montecatini.
Le parabole narrate dagli apostoli ormai si sprecano. Si parte dall’accertamento dell’immortalotà da parte del dottor scapagnini, che per aver sparato una tale cazzata dovrebbe essere radiato dall’albo, alla certificazone di “una salute di ferro” da parte del primario che lo ha in osservazione. La figlia ha parlato di “vulcanicità” probabilmente con un pizzico di nostalgia per l’estate trascorsa.
C’è anche chi ha osato fino in fondo portando al malato la medicina giusta: un cornetto di madreperla comprato a Napoli. La stessa città che ha rischiato di ricevere in dono il menisco asportato al malato in precedenza … «Ho deciso: porterò il mio menisco a Napoli: siccome a Napoli conservano il sangue di San Gennaro, vorrà dire che si terranno pure il menisco di silvio berlusconi...».
Se il miracolo di Gerico servì a ridare la vista all’umanità, la prestidigitazione di Montecatini altro non è stato che uno “spottone” gratuito per fare proselitismo e convincere qualche allocco ad andare a manifestare il due dicembre prossimo, contro le tasse di Prodi; l’occasione è buona per creare le basi per la prossima campagna elettorale “Immortalità per tutti”.
Il miracolista ha appena annunciato che “sarà in prima fila” sabato prossimo e a me viene da pensare che è fortunato che al governo non ci sia io.
Avrei fatto un decreto urgente:
E’ fatto obbligo per tutti i manifestanti di presentarsi in piazza con copia dell’ultima dichiarazione del reddito da presentare ai gazebo (vanno tanto di moda) della Guardia di Finanza che procederà a verifica istantanea.
I manifestanti che risulteranno essere in regola col pagamento delle tasse saranno liberi di inveire e/o tirare una molotov cadauno.
Coloro i quali si rifiuteranno di presentare certificazione fiscale saranno fatti oggetto di indagine da parte della Guardia di Finanza e perderanno in perpetuo il diritto di lamentarsi e/o manifestare, rifonderanno lo Stato di quanto illecitamente sottratto con un aggiunta dell’80% dell’importo calcolato.

Lo so, così non vale. Avrei finito per fare un miracolo anche io, ridare a tutti gli italiani la moralità necessaria per pagare le tasse.

Rita Pani (APOLIDE)


 

L' Enrico turbante

Caro Enrico, sorridi. E’ la democrazia.
Così sei indagato, leggo, per turbamento dell’ordine pubblico. E’ giusto. Non sapevi che è proibito “turbare” il lieto vivere dell’italiano medio?
Enrico carissimo, prova a difenderti con l’insanità mentale. Pare funzioni e se proprio non puoi, allora fingi un malore quattro giorni prima del processo. Pare funzionare anche questo.
Poi, in fondo, malato lo sei davvero di giustizia e democrazia e deve essere stato questo male a farti male interpretare l’abbattimento delle percentuali delle schede bianche, al termine dell’ultima (e per me davvero ultima) tornata elettorale.
La spiegazione era proprio davanti ai tuoi occhi, ma tu avvelenato dal morbo del comunista eversivo non hai voluto vederla: le schede bianche in Italia sono diminuite per una fortuita congiutura astrale tra Venere e Plutone con ascendente in Sagittario e terza base in Pesci.
Se solo ti fossi curato un po’ prima, se solo la smettessi con l’ostinazione ossessiva di continuare a fare bene il tuo mestiere!
Devo ammettere che già questa mattina, leggendo che i giudici non avevano alcun interesse a ricontrollare le schede bianche, avevo subodorato qualcosa, ma io non faccio testo, è da più di un decennio che sono turbata fortemente.
Ho letto “che ti è sembrato di tornare agli anni sessanta …” Accipicchia, quelli vanno sempre di moda, non lo sapevi? Il boom economico, le seicento, i Beatles e i Rolling Stones. Non passeranno mai.
E’ l’Italia, Enrico. Ce l’hanno scippata, e pare proprio che sia impossibile recuperarla dal cassonetto nel quale l’hanno gettata, smembrata, sporca e ferita.
Ora siamo stati invitati a vergognarci, io non lo farò. Non mi vergognerò mai di continuare a possedere capacità di pensiero, di critica e di discernimento. Non mi vergognerò soprattutto perché a chiedermi di vergognarmi è l’ex ministro dell’interno colui che non si vergognò nemmeno un momento quando affidò al figlio, partner di “Accenture” la responsabilità del conteggio dei voti, che finì come sappiamo, grazie alla congiuntura astrale di cui ti ho detto prima.
Spero, e sono sicura, che nemmeno tu lo farai.

Rita Pani (APOLIDE)


11.26.2006

 

Lazzaro

E’ un rituale che si ripete.
S’accascia, guarda in camera, morituro resuscita con una battuta da cabaret.
Nonna sì che s’accasciò. Si alzò dal letto una mattina per andare a far pipì, cadde a terra e morì.
“E’ che si commuove solo a sentire la parola libertà …” Disse dell’utri.
“Ci credo”! Rispose Rita, che in fretta aggiunse: “Con tutte le volte che ha rischiato di finire incarcerato”!
Fu sicuramente più credibile quando fu colto dal morbo della cacarella fulminante, accompagnata da sudori freddi e probabili flatulenze. All’epoca la sua stampa privata e personale, anticomunista per eccellenza, tradusse il morbo in “uno stato influenzale” di memoria brezneviana.
“E’ stato un collasso dovuto alla stanchezza, al caldo e alle preoccupazioni”.
Vorrà mica dire che è stata colpa di Prodi?
Anche in questo caso non posso che citare fatti a me noti: “Stanco era nonno, quando tornava dalla miniera, forse anche leggermente stressato. Non ha mai avuto un collasso, ma è morto a 50 anni senza polmoni”.
Lo so, pare brutto ed inopportuno questo mio post, ma che ci posso fare?
Voglio dire, almeno stesse zitto, invece no. Mi pare quall’altro matto di mussolini quando si faceva riprendere a torso nudo in un campo di grano, a far finta di mietere.
"Devo prendermi un po' più cura di me stesso - avrebbe detto il cavallerizzo - e volermi più bene".
Uno che vola in Belgio a farsi operare al menisco dopo dieci minuti da un incidente occorso “mentre faceva ginnastica” (e quando mai gli capitano incidenti mentre va al bagno o mentre aggiusta lo scarico del lavandino della cucina) mica si prende cura di sé e si vuole bene?!? Uno così, sicuramente si detesta e si trascura.
L’immortalità dell’accasciato è stata comunque subito messa in evidenza dai comunicati stampa ai quali non ci potremo sottrarre nemmeno volendo, tutti più o meno dello stesso tenore:
“Lazzaro sarà presente alla manifestazione del 2 dicembre, e poco prima di accusare la stanchezza, aveva ancora denunciato come, con questo governo di comunisti la libertà fosse a rischio”. “Ha dimostrato ancora una volta d’essere ferreo ed invincibile”.

Un pensiero affettuoso vada a chi veramente soffre, a chi avrebbe bisogno di un medico ma deve fare una fila di tre ore per riuscire a sentirsi dire “Torni domani”, a chi lavora duramente e di lavoro muore, a chi il lavoro non lo ha, a chi ha la fatica d’essere preoccupato per la sua sopravvivenza e per quella della sua famiglia, a chi ha caldo e non ha nemmeno acqua da bere, a chi ha freddo e non si può riscaldare.

Rita Pani (APOLIDE)


11.25.2006

 

Non ci gioco più

Ora facciamo un gioco:
Chi ha voluto portare la democrazia in Iraq alzi la mano.
Tu, tu, tu e tu! Ecco, adesso che avete portato la democrazia in Iraq, per penitenza andrete a viverci.
Ehi! Tu, piccoletto… Sì tu con i tacchi… Dico a te, con i capelli da Big Jim. Non fare il furbo. La scorta la devi lasciare a casa.
Come? Era un vostro dovere? Saddam era un tiranno? Come? Ci sono i comuniste, Caselle, Violante …
Scusa, è vero, non l’hai detto tu Caselle, Violante …Mi sono confusa, scusa è vero, quello non è basso è u curtu.
Non ci volete andare eh? Ma sono le regole del gioco, avete firmato quando vi siete impossessati della vita e della morte. Non hai letto le regole d’ingaggio? Guarda stanno scritte qua:
Al termine dell’operazione di democratizzazione dell’Iraq, tutti i guerrafondai partecipanti avranno obbligo di dimora e cittadinanza.
Come non si legge bene? Non fare il furbo piccoletto, non ci provare! Hai firmato! Poi quando abbiamo scritto il contratto, abbiamo imparato da te. L’abbiamo copiato dal modello che firmasti in diretta TV. Sotto c’era scritto: Quanto sopra riportato e sottoscritto non ha valore alcuno, ma è da considerarsi al pari di un messaggio promozionale al quale non è applicabile il diritto di recesso.
Tu con gli stivali, perché fai quella faccia? Non hai capito nulla? Scusa ma tu non eri quello che guardava dai binocoli con i tappi sulle lenti? Non eri quello che l’11 Settembre leggeva il libro delle paperette al rovescio? Ah! Sei tu, il presidente degli USA! Come sta papà? E il prezzo del petrolio, regge? Lo senti ancora Osama? Oh! Ha male ai reni! Oh! Compare e scompare? Non ti ha mandato nemmeno una cartolina virtuale per il tanksgiving day? Ah! Sono contenta che almeno i tacchini che hai graziato ti siano stati grati… Sei pronto? Come a fare che? Ad andare a vivere in Iraq… No che non andrai da solo, verranno Silvy, Tony, e Pietro. Chi è Pietro? Il cane di Tony …
Scusa, pensavo avessi il cane. Nemmeno tu vuoi andare a vivere in Iraq. Ma non ci state proprio alle regole voi eh? Come sei innocente, ah è stato un universitario ad imbrogliarti. Ti ha detto delle bugie, ah. Eh ma hai firmato… Si lo so che poi hai detto pubblicamente che “ui meic a big cazzat, a loz ov cazzats” ma… ZITTI!
Piano, uno alla volta:
tu piccoletto, grassoccio con i tacchi…Non conti più nulla?…
Tu, col capello… E’ colpa di Osama. Il Risiko è tuo, vai a casa e non ci giochi più?????
Rita Pani (APOLIDE)


 

Poi? Poi nulla.

Ho visto il film del bravissimo Deaglio, e alla fine, se avessi vissuto in un paese civile, mi sarei chiesta: e adesso?
Vivendo in Italia, ho fatto a meno di sprecare tempo a farmi domande dalla risposta scontata: nulla!
Sì, l’inchiesta, i giudici, la conta e riconta ma poi? Poi, nulla!
Ci siamo fatti ormai una ragione di tutto (ribadisco la nostra colpevole assenza) e quindi restiamo così, buoni a parlare e buoni ad aspettare, che il miracolo e non importa quale, avvenga.
A proposito dei (poco) presunti brogli elettorali, per esempio, su un blog in un commento, si legge una roba che suona pressappoco così: “sì, ma se ha vinto la sinistra allora sono stati loro a fare i brogli”. Mancava solo “cicca, cicca” alla fine del periodo per adornarlo del giusto spessore politico.
La responsabilità politica oggi non ha più valore, soprattutto perché non è associata alla responsabilità penale. Bisogna dare atto a berlusconi di aver mantenuto una sola delle sue innumerevoli promesse: quella di riuscire a trasformare l’Italia. C’è riuscito alla grande e quindi a lui e a cesare quel che è di Cesare. E’ riuscito a radicare l’illegalità a livelli che nessuno avrebbe mai immaginato. Problemi? Nessuno.
La cosa peggiore per l’Italia è che anche “porsi delle problematiche” sia un male incurabile che colpisce solo i senzienti di sinistra. L’elettore di destra difficilmente si chiederà cosa significhi per uno stato democratico, stravolgere l’esito delle votazioni ovvero la volontà popolare.
Io non sono di sinistra, io ho il male assai più conclamato essendo comunista (quindi ai vostri occhi residuato prenuragico) e le domande me le faccio e le faccio.
Per esempio continuo a chiedermi e a chiedere il perché del silenzio da parte del governo, del ministro Amato.
Il silenzio che si pone sul silenzio ci autorizza a pensare. La linea più logica e triste è quella che induce a trarre la conclusione più banale: il trucco era talmente palese agli occhi dei deputati di sinistra mandati a controllare personalmente al Viminale, che ci si è dovuti interrompere giusto in tempo lasciando quindi che la sinistra vincesse anche se di pochissimo. Dare seguito alle voci di brogli, avrebbe svilito il senso delle elezioni e quindi si sarebbe corso il rischio che l’elettore si sentisse sempre più demotivato a recarsi alle urne.
Fummo davvero in pochi, sempre noi figli di nessuno, a scrivere qualcosa quel 13 Aprile del 2006, quando berlusconi tentò di farsi approvare il decreto per l’elezione ad imperatore. Sempre noi comunisti e malati di giustizia e legalità a porci il problema del pericolo occorso.

Poi? Poi nulla.

Rita Pani (APOLIDE)


11.24.2006

 

Per fortuna che c'è Deaglio

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e portavoce del premier Silvio Sircana e del segretario dei Ds, Piero Fassino. Sircana riconosce che "qualche interrogativo su brogli elettorali me lo sono posto anche io, il crollo delle schede bianche è sorprendente. Quando però si passa dagli interrogativi alle risposte sono molto cauto". E ammette anche che "una verifica complessiva e definitiva sul risultato elettorale vada fatta".
Ho voluto iniziare con una citazione copiata dal Corriere, ma ancora cerco di capire se io mi senta più allibita o affascinata. Vorrei capirlo.
Dunque anche al governo, come noi comuni mortali normodotati, avevano avuto il dubbio che per la conta delle schede bianche si fosse usato il metodo Florida, ma a nessuno era venuto in mente di dare una controllata. Capisco che non se ne sentisse il bisogno, avendo soprattutto al Senato una maggioranza così schiacciante, ma della legalità, c’è qualcuno che abbia voglia di iniziare a porsi il problema dell’illegalità?
Anche Fassino finalmente, si esprime in merito alla porcata elettorale e dice delle cose giustissime quando afferma che bisogna fugare il dubbio che “qualcuno” abbia tentato di manomettere la volontà popolare per ridare al paese la serenità della vita democratica, ma la domanda che ci poniamo, conservando sempre la funzionalità neuronale è: “Perché solo ora?”
Perché ora è possibile sapere attraverso la mirabile e meritoria opera di Enrico Deaglio, e quindi si deve correre con urgenza a metterci “una pezza”.
Quando a denunciare il sospetto dei brogli eravamo stati noi, poveri figli di nessuno, ostinatamente impegnati ad essere liberi attraverso un minuscolo “blog”, forse non era necessario “fugare il dubbio per ridarci la serenità di una vita democratica?”
Quando si passa dagli interrogativi alle risposte …” Ma Sircana si rende conto di essere un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio o immaginava di essere solo l’usciere di una grossa ditta di polietilene espanso?
Toccava davvero a Deaglio procurare le risposte alle domande su un presunto procurato golpe? O forse “i nostri” si affidavano alla serietà dell’operazione berlusconistica del “ricontiamoli”, quella sorta di farsa beffarda che voleva imbrogliare sui brogli, e che è servita al tizio di Arcore a non ammettere la sconfitta, che oggi significa pure che non è stato nemmeno capace di imbrogliare?

Sì, ridateci la serenità di una vita in democrazia e fatelo al più presto, per esempio attivandovi a modificare la legge sul conflitto di interessi, abrogando la legge porcata elettorale, e soprattutto spiegandoci il perché del vostro silenzio. Queal’era il vostro disegno?

Rita Pani (APOLIDE)


11.22.2006

 

Nuove scosse a destra

La politica italiana sta per subire un altro sussulto. Una manifestazione di piazza indetta dalle destre, dove per partecipare ed essere protagonisti, sarebbe meglio dotarsi di tutti gli strumenti utili, reperibile via Web.

Cose serie, ovviamente, che non possono essere lasciate al caso o, come spesso capita a noi comunisti, alla fantasia artigianale. Se protesti a destra devi essere equipaggiato al meglio con tanto di “Kit”. E’ che hanno proprio la fissa del kit, lo vendevano anche a chi decideva di diventare protagonista nel movimento teatrale forza italia: camicia di forza (italia) celeste e cravatta regimental.

Sono certa che ci sarà qualche impedito che sborserà 15 euro per una maglietta con una scritta imbarazzante per quanto scontata e sono oltremodo sicura che qualcuno comprerà anche i boxer da uomo in puro cotone e rigorosamente fabbricate in Cina, con la scritta “ho pagato le tasse di Prodi”.

A questo proposito, devo ringraziare l’articolista del Corriere che ha avuto la bontà di spiegare il senso del gadget, : “Sono in mutande perché ho pagato le tasse di Prodi”. In un primo momento io avevo pensato che significassero: “Col cazzo che ho pagato le tasse di Prodi!”

Rita Pani (APOLIDE)


 

L'Italia sta morendo

Mi piace firmarmi Apolide, rappresenta esattamente il mio stato di non appartenenza a questo Paese ormai marcito. Non è una novità, sia chiaro. Ero molto piccola quando iniziai a percepire i sintomi; fu quando notai un cartello nei pressi della spiaggia da me più frequentata. “ E’ VIETATO GETTARE I RIFIUTI AL DI FUORI DEGLI APPOSITI CONTENITORI “. Il cartello continuava con l’elenco delle sanzioni amministrative per i trasgressori.
Perché mai uno stato dovrebbe obbligare la sua popolazione a compiere un naturale atto elementare?
Purtroppo sono cresciuta, assistendo sempre più all’illegalità che nei Palazzi, diventava “prassi consolidata”.
Basterebbe fermarsi ad osservare l’Italia che muore per comprendere che da troppo tempo ormai la politica è diventato semplicemente un strumento di consolidamento.
La politica ha svilito il senso stesso della politica, permettendo che si potessero “gettare i rifiuti fuori dagli appositi contenitori” in molti luoghi, da pochi eletti, ed è a quel punto che il cittadino non ci sta più e si ribella. Dopo qualche anno, nella stessa spiaggia, sotto lo stesso cartello ci trovai abbandonato il relitto di un frigorifero.
Da un certo punto in poi non c'è più modo di tornare indietro. E' là che si deve arrivare. Non ricordo chi lo disse, forse Kafka, ma è esattamente quel che penso stia accadendo.
L’Italia è in agonia e sta morendo, ma penso che la maggioranza degli italiani sia impegnata a costruire bunker virtuali, capaci di concedere qualche tempo in più di sopravvivenza. Sono bunker senza finestre, dai quali è impossibile guardare oltre il proprio naso.
Per l’ennesima volta oggi Padoa Schioppa ha annunciato che “sarà grazie alla lotta all’evasione fiscale” che vedremo risorge l’araba fenice italica. Qualcuno di quelli rinchiusi nel bunker ha capito cosa significa? Significa che, gli ultimi esemplari (in via d’estinzione) dei lavoratori dipendenti, sottoposti a detrazione alla fonte, se scordano di denunciare i 10 euro avuti come mancetta dalla nonna in carrozzina dovranno rifondere il fisco. Mi trovo in dovere di riconoscere a tremonti una linearità di pensiero: lui di mestiere faceva l’economo creativo, ovvero trovava il modo di non far pagare le tasse ai suoi clienti, e una volta al governo applicò lo stesso principio verso tutti gli evasori fiscali, a suon di condoni.
L’italiano medio è finito ma ancora non lo sa. L’esempio l’ho avuto in questi giorni, quando ho visto degli operai edili lavorare di sabato e di domenica. “Evado il 90% perché sennò me se magnano tutto, tanto … Governo ladro … Rubano loro e rubo anche io. Ce tocca lavorà anche de domenica sinnò li rumeni ce fregano”.
Forse un giorno, quando la morte dell’Italia sarà appurata si smetterà la guerra tra poveri, e si inizierà, finalmente, la guerra dei poveri.

Rita Pani (APOLIDE)


11.21.2006

 

Dov'ero rimasta ...

Qualche giorno fa, peccando d’ingenuità, ho scritto della riduzione degli stipendi “parlamentari”.
L’ho fatto in modo tale da rasentare quasi l’accusa, nei confronti di Prodi, di populismo. Seguendo le varie vicende legate all’approvazione della nuova legge finanziaria, oggi mi trovo costretta a chiedere scusa non solo a Prodi, ma al governo intero, e probabilmente anche all’opposizione.
La riduzione del 30% degli emolumenti, infatti, non toccherà le tasche dei parlamentari e dei senatori, ma soltanto quelle dei ministri e dei sottosegretari.
Nessun populismo quindi nella decisione e tanto meno il rischio di gettare sul lastrico un’ esercito di zelanti lavoratori, che quotidianamente si sacrificano, già abbastanza, per avere cura di noi.
Forzatamente, questi giorni, ho dovuto stare lontana dal mio blog, quindi vorrei riprendere il filo del mio “dire” ma è difficile trovare “il fatto saliente” su cui valga la pena meditare. Probabilmente perché quelle poche volte in cui ho potuto accendere la televisione per seguire un telegiornale, puntualmente venivo aggiornata sullo svolgimento del matrimonio di Tom e Katy, al quale non ero nemmeno stata invitata. Essendo immensamente ignorante, ho creduto che la Katy fosse la principessa di qualche piccolo borgo nord europeo, data l’enfasi dei cronisti inviati a Bracciano a seguire l’avvenimento mondano, che diversamente non si sarebbe proprio spiegato. In seguito, l’operaio che stava lavorando a casa mia in questi giorni, molto più erudito di me, mi ha spiegato che la promessa sposa era “solo” un’attrice che lui ricordava come coprotagonista di una serie per ragazzi, trasmessa qualche anno fa su Italia 1. Per intenderci uno di quei prodotti che hanno contribuito a ledere il cervello delle nuove generazioni. Sarda come sono, avendo appreso che la sposa altro non era che una sciacquetta qualunque, ho provato a cercare la stessa enfasi e lo stesso spiegamento di forze nelle televisioni estere. Ahimè! Nulla. Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
Decido quindi di fare un salto temporale, tralasciando la nuova moda in voga tra gli adolescenti ai quali abbiamo bruciato i libri, di violentare le compagne di scuola e videotelefilmare l’operazione da immettere sul Web, e la nuova moda in voga tra le modelle, di morire d’anoressia dato che essendo un fatto di difficile comprensione, è già stato sviscerato da esimi luminari aventi facoltà di opinare. Per un attimo avevo deciso di scrivere sull’esportazione di democrazia irachena, che tra i benefici apportati ora può anche vantare la semina di bombe giocattolo per lo sterminio dei bambini, ma sono già triste di mio e quindi salto ad oggi.
“Non sarò più Presidente del Consiglio”. L’ha detto berlusconi a Libero e mentre lo leggevo, questa mattina ho pensato: “Cazzo! (Penso spesso in francese) Questo ancora non vuole schiodare”. Non mi sbagliavo, infatti ora campeggia il titolo correttivo, (o correttore? Conoscendo il tipo …) “Non intendo lasciare!” soprattutto i giudici di Milano che dovranno processarlo per l’ennesima volta, infatti gli ha appena ricusati.
Finalmente ho capito perché il popolo italiano non potesse proprio fare a meno d’essere ragguagliato sullo spregevolmente suntuoso matrimonio di Bracciano; almeno quella era una novità, il resto è solo e soltanto, sempre la stessa merda.

Rita Pani (APOLIDE)


11.18.2006

 

L’INDULTO, OVVERO L’ALTRA FACCIA DELL’ORDINE BORGHESE

Il recente provvedimento d’indulto, approvato a larghissima maggioranza dal Parlamento italiano, è stato spacciato come un legittimo e doveroso atto di clemenza, se non addirittura di giustizia, compiuto dallo stato italiano per risanare la gravissima crisi emergenziale in cui versano le strutture penitenziarie. Non è un caso che gli unici voti nettamente contrari siano venuti da Antonio Di Pietro e dai suoi fedelissimi ipergiustizialisti, dai codini della Lega e dai post-fascisti di Alleanza Nazionale, cioè dai settori più apertamente reazionari, forcaioli ed oltranzisti del quadro politico-istituzionale italiano.
Ebbene, il provvedimento emesso è appunto una misura tampone, destinata a sospendere il problema in maniera transitoria nel tempo e a rimuovere i pesanti sensi di colpa che turbano la coscienza sporca della classe politica dirigente, sensi di colpa derivanti dalle vergognose ed inaccettabili condizioni di vita in cui è costretta la popolazione carceraria. Insomma, prima che esploda qualche rivolta sanguinosa, si è ritenuto opportuno prevenire i danni, anziché affrontarli in seguito, quando è più difficile rimediarvi. Di primo acchito si potrebbe convenire e concordare con lo spirito di saggezza e di indulgenza che pare aver animato ed ispirato la suddetta disposizione legislativa. Trattasi, invece, di una misura puramente emergenziale, che tuttavia non ha risolto nulla, dato che gran parte dei detenuti rimessi in libertà pochi mesi or sono in seguito all’indulto, stanno progressivamente rientrando in galera, avendo ripreso a delinquere, come d’altronde era prevedibile che facessero. Arrestati e condannati una prima volta, se non più volte, molti detenuti sono stati scarcerati grazie all’indulto, per essere nuovamente arrestati, condannati e detenuti, in attesa di un nuovo sconto di pena.
E’ chiaro allora che il vero scopo del condono da parte dello Stato è un altro, molto più subdolo ed ingannevole. Alla base di un simile gesto di “clemenza” risiede la volontà politica di occultare la natura reale, violenta, repressiva e antidemocratica dello Stato che è il detentore del monopolio della forza pubblica. In quanto tale, esso impone con la violenza e con la minaccia repressiva, le sue leggi e le sue regole, le sue strutture e le sue istituzioni, le sue ingiustizie e le sue contraddizioni, facendole accettare come “diritto”, ovvero come “giustizia”, come “ordine costituito”, eccetera. Ma il delitto non può essere trasfigurato come “regola” o “diritto”, l’ingiustizia non può essere spacciata come “legge” o “giustizia”, la violenza dell’oppressione, dello sfruttamento, della miseria, dell’emarginazione, della guerra, non può essere camuffata sotto la veste ipocrita e mistificatrice della “legge” e di un “ordine costituito”, che pertanto non possono essere messi in discussione e non possono essere criticati, e tanto meno modificati. La logica e l’ideologia imperanti nella nostra società, accettano e pretendono che si consideri la violenza, l’ingiustizia, lo sfruttamento materiale, la guerra, quali forme e fenomeni di un “ordine naturale” del mondo, che è dunque inevitabile e permanente, ossia uno stato di cose assolutamente immutabile. Eppure, la società borghese in cui viviamo è totalmente sorretta sulla violenza, tutti i rapporti economico-sociali sono imperniati sulla violenza, sull’ipocrisia, sulla mistificazione. Perciò io credo che il senso recondito di un provvedimento di indulto come quello adottato dal Parlamento italiano, sia di carattere ideologico-strumentale. Si è trattato di un’operazione di propaganda e di mistificazione politica, mirata ad esibire un volto “buonista” e “garantista”, dietro cui si annida invece la vera anima dell’ordine costituito, che è quella della repressione poliziesca e carceraria, dell’ingiustizia di classe, della ritorsione, dello squallore e del cinismo del potere, aspetti che non si possono ostentare con eccessiva disinvoltura, ma devono essere opportunamente nascosti.
La falsa clemenza, la falsa giustizia, e più un generale la falsa democrazia, servono a celare il carattere più duro e cruento che appartiene ad una società in cui la violenza e lo sfruttamento sono all’ordine del giorno, anzi stanno all’origine stessa della società, e si concretizzano abitualmente in tutti i rapporti della vita quotidiana degli individui, nelle carceri, in fabbrica, a scuola, in famiglia, dappertutto, persino nei più consueti e normali rapporti d’amore e d’amicizia. In tal senso, l’indulto ha offerto il lato ipocrita e “perbenista” del sistema attualmente in vigore, e non mi riferisco solo al sistema carcerario, ma all’intero sistema sociale, dominato da interessi materiali di profitto, di arricchimento e di potere, che coinvolgono un’esigua minoranza di soggetti, la cui ferrea volontà influenza lo Stato, il diritto, la legge e l’ordine, che sono una diretta emanazione storica della classe sociale al potere.
Recentemente ho rivisto su un canale televisivo tematico, il bellissimo film di Giuliano Montaldo, “Sacco e Vanzetti” (del 1971), interpretato da due attori magistrali, Gian Maria Volonté e Riccardo Cucciolla, calati nei panni dei due anarchici, un’opera cinematografica di gran pregio, impreziosita da una sublime colonna sonora composta da Ennio Morricone, la cui parte canora è stata interpretata dall’incantevole e soave voce di Joan Baez, la più importante cantautrice pop statunitense. Al termine della visione del film, dopo essermi commosso ancora una volta, ho meditato sulla dolorosa e imperdonabile ingiustizia sofferta dai due anarchici italiani (che, ricordo, sono stati tardivamente riabilitati dal governo U.S.A.), una violenza perpetrata dal sistema politico-giudiziario statunitense, cioè da quella che viene abitualmente osannata e celebrata come “la più grande democrazia del mondo”.
Una persona, che insieme a me ha assistito al film, ha espresso il seguente pensiero: “Chissà che dolore hanno provato i due compagni sulla sedia elettrica!”, come se un metodo meno doloroso di esecuzione di un’ingiusta pena capitale potesse attenuare e ridurre l’entità del torto, della violenza, dell’ingiustizia. Che si tratti della sedia elettrica o di un’impiccagione, della ghigliottina o della fucilazione, di una decapitazione a colpi d’ascia o di un’iniezione letale, ogni modalità tecnica di attuazione della pena capitale è indubbiamente legata e riconducibile alle condizioni temporali e spaziali in cui vive un determinato ordinamento statale, una determinata formazione sociale. E’ altrettanto indubbio che persino la civiltà giuridicamente più avanzata, che escluda dal suo codice punitivo la condanna a morte, sostituendola con un più “umano” ergastolo, ossia con il carcere a vita o con altre pesanti sanzioni carcerarie, e che ogni tanto conceda un’amnistia, un indulto, un condono, uno sconto di pena, una grazia, mostrando in tal guisa un volto di “clemenza” e di “equità”, in realtà si propone soltanto di camuffare ipocritamente la sua vera natura repressiva e reazionaria, mistificando l’autoritarismo e l’iniquità di fondo su cui si regge qualsiasi sistema economico-sociale di tipo classista, che ha bisogno di “normalizzare”, “istituzionalizzare” e “legalizzare” le aspre contraddizioni e le profonde sperequazioni materiali e sociali esistenti.
Restando sempre in materia cinematografica, mi viene in mente un altro film, diretto da Luigi Magni, intitolato “Nell’anno del Signore”, uscito nel 1969. In questo film il personaggio principale è Cornacchia/Pasquino, interpretato da un eccelso Nino Manfredi, uno dei migliori interpreti della commedia all’italiana, il cui nome spicca in un maestoso cast formato da attori di prestigio quali Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Robert Hossein ed altri. Pasquino rappresentava la voce satirica del popolo nella Roma papalina, era un autore clandestino di versi irriverenti, scritti sulla statua dell’imperatore Marco Aurelio, e rivolti contro il potere temporale dei papi e dei preti, insomma un acerrimo e irriducibile avversario della Chiesa cattolica apostolica romana. Pasquino, a un certo punto del film, che si avvia verso l’epilogo finale, afferma: “A noi rivoluzionari ce frega er core!”. Una frase ad effetto, che si inquadrava abilmente nel contesto storico del 1968/69, con tutte le inevitabili implicazioni che quel concetto esprimeva in un momento rivoluzionario della storia italiana ed internazionale.
Personalmente non concordo affatto con la tesi contenuta nell’asserzione lapidaria di Pasquino, che probabilmente parlava a nome del regista del film, il romano Luigi Magni.
Non sono d’accordo per tanti motivi, ma soprattutto per innegabili ragioni storiche.
Infatti, tutti coloro che hanno messo rigorosamente in pratica un simile orientamento strategico-politico, attenendosi alla lettera al modello e allo spirito rivoluzionario incarnato da Pasquino e riassunto in quella sua frase, hanno miseramente fallito. Si pensi, ad esempio, alle Brigate Rosse in Italia, alla R.A.F. nella Germania Ovest, a tutte quelle formazioni e quei gruppi combattenti emuli delle Br, che hanno adottato una linea di lotta armata durissima, inflessibile, senza “cuore” e senza “pietà”: hanno tutti perso tragicamente. Persino quelle rivoluzioni sociali e politiche che erano state inizialmente vincenti, come la rivoluzione bolscevica del 1917 in Russia, hanno condotto in seguito ad esiti catastrofici e rovinosi. Come mai?
A mio avviso, il problema di fondo sta nel fatto che quando si rigetta e si elimina il “cuore”, vale a dire l’umanità, nella lotta e nel movimento di una rivoluzione, il rischio principale che si corre è quello di allontanarsi ed isolarsi dal carattere, dalla forza, dal sentimento e dallo spirito delle masse popolari, per diventare aridi e spietati, addirittura più violenti e spregiudicati del potere che si intende affossare. Non si può sconfiggere il nemico emulandolo, altrimenti si rischia di assomigliargli troppo e si finisce per sostituire un altro sistema di potere e di oppressione, più cruento ed efferato rispetto a quello che è stato abbattuto e rovesciato.
Io credo che non si debba cercare di sovvertire e conquistare il potere, ma bisogna semplicemente negarlo e ripudiarlo tout-court, senza emularlo o eguagliarlo, evitando di farsi plagiare, sedurre, e quindi corrompere, dal suo fascino subdolo, malefico e perverso.


Lucio Garofalo


 

Uno o l'altro pari son

Ho seguito la conferenza stampa di Prodi sommariamente, ne ho letto di più sui giornali. C’è del vero in quanto da lui ha affermato, ma non è bastato.
Non basta perché il problema, Caro Prodi, non si risolve tagliando il 30 % del vostro stipendio, e il vero non basta nemmeno a nascondere il falso.
E’ normale che ora le discussioni politiche vertano solo ed esclusivamente sulla finanziaria, ma sbagliate quando tentate di nascondere l’altro. Tutto l’altro.
L’obbiettivo primario di questo governo, avrebbe dovuto essere quello di distinguersi dal precedente e questo non è stato. Quando si passeggia tra la folla e si incontra un gruppetto di persone che discute, per esempio, di pensioni, e si sente dire “non mi importa se ci perdo ma vado in pensione, non si sa mai, tanto Prodi è uguale a berlusconi…” già si è perso qualcosa.
Quando nasce nell’animo popolare la decisione ferma di NON andare più a votare, significa soltanto una cosa: l’uno o l’altro pari son! E’ chiaro che Prodi dice il vero quando narra della tragicità dell’eredità lasciata dai malfattori berlusconiani, ma Prodi sbaglia e ha sbagliato da quando ha negato la necessità di una sorta di vendetta, probabilmente perché ha chiamato vendetta ciò che noi intendevamo come giustizia.
Prodi sbaglia quando si fa scudo della certezza: “sapevo che i tagli avrebbero provocato malcontento” perché anche se metaforicamente parlando, i tagli, noi avremmo auspicato riguardassero le teste.
Il popolo senziente italiano, è portato a credere fermamente all’uguaglianza tra i presunti, inesistenti poli, perché prima della finanziaria da “sacrificio” ci saremo aspettati il rigore della “pulizia”, la copertura delle garanzie, con quelle riforme necessarie a credere che una volta tanto, il governo, stesse lavorando per noi. La legge sul conflitto di interessi, annunciata in discussine per il 16 settembre scorso, si è dimostrata una bufala (non ho voglia di cercare il link, se vi interessa guardate l’archivio di Agosto), la riforma della legge “porcata calderoli” è solo un’ipotesi vaga al punto che io mi chiedo se Prodi sia una vittima dell’ingenuità o dell’arroganza.
L’errore di Prodi, non mi stancherò mai di dirlo, è stata la sottovalutazione del popolo elettore. Ogni cittadino si sarebbe dichiarato felice di patire, se di contro avesse percepito la sensazione di essere difeso. L’errore del popolo elettore è stato quello di continuare a lamentarsi davanti ad un bancone di bar, tra una chiacchiera sulla “figa” ed un’altra sul pallone senza attivarsi veramente per pretendere d’essere ascoltato sulle cose importanti, che se cambiassero farebbero di noi un popolo ricco e civile.
Faccio un solo banale esempio: paolo cirino pomicino, e alfredo vito sono entrati a far parte della commissione parlamentare antimafia. paolo cirino pomicino, già democristiano, più volte ministro vanta due condanne definitive: un anno e otto mesi per una tangente Enimont, e due mesi, patteggiati, per corruzione nel processo per i fonde neri dell´Eni. alfredo vito, per gli amici «Mister Centomila preferenze» data la sua straordinaria capacità di attirare voti, è stato condannato a due anni di reclusione per 22 episodi di corruzione: restituì anche 5 miliardi di lire.
Che ne è stato della sollevazione popolare e della protesta? Nulla. Tanto l’uno o l’altro pari sono.
E’ palese la difficoltà di comprendere quale sia la differenza tra il prima e il dopo, quando il prima mina la credibilità del dopo.
Che mi frega della finanziaria in un paese che sbeffeggia la legalità?
Qualcuno lo spieghi a Prodi, io mi sono ampiamente rotta i …

Rita Pani (APOLIDE)


 

DA DOVE NASCE L’OPERAZIONE ARCADIA?

Negli ultimi 10 – 15 anni si è assistito ad una continua crescita dell’indipendentismo sardo, sia in termini di consenso elettorale sia, soprattutto, in termini di consenso che la società sarda da a quest’opzione. La tendenza al consenso di massa (alla popolarizzazione diciamo noi) che questa scelta politica ha intrapreso, ha innescato un’incredibile serie di reazioni e contromisure da parte dell’italia. Queste sono tese ad arginare sia la possibilità di crescita dell’indipendentismo (misure persuasive) e sia lo stesso esistere ed essere vitale (misure repressive). Le prime, persuasive, mirano al soddisfacimento con metodi blandi e folcloristici del naturale sentimento nazionale sardo che è sempre stato vivo tra la nostra gente. L’italia ha capito che il tentativo di soffocare la nostra sardità in favore di un’italianizzazione forzata è una scelta sbagliata, perchè alimenta solo la sete d’indipendenza del nostro popolo: per questo motivo negli ultimi 15 – 20 anni ha accettato la legalizzazione della storia e della lingua sarda, ha incentivato il travestimento in chiave sarda di tutti i partiti italiani presenti in Sardigna, ha sguinzagliato i suoi politici e i suoi intellettuali a parlare di popolo sardo, ha ricostituito la brigata sassari e ne ha esageratamente propagandato il suo carattere di sardità genuina (falsa) ma di fedeltà all’italia, ha lasciato che l’entusiasmo popolare facesse rifiorire vari aspetti della nostra cultura che rischiavano di scomparire……tutto ciò per non contrastare, bensì per deviare, in ambiti folcloristici e mansueti, quell’inestinguibile sentimento nazionale sardo che dimostrava prepotentemente di non voler morire. Gli antichi romani quando avevano sentore di forte malcontento nella plebe, procedevano alla distribuzione gratuita di grano e permettevano di assistere gratuitamente ai giochi circensi. Ottenevano così che il popolo si distraesse dai problemi più gravi e isolasse, semisoddisfatto, quegli elementi più radicali che miravano a risolvere una volta per tutte i problemi. A quanto pare l’italia ha inteso proseguire in Sardigna la sua politica di dare “panem et circenses” con la formula “arruolamento e folklore”.Tuttavia quest’ultimo decennio ha dimostrato molto chiaramente che queste mosse (che evidentemente l’italia reputava sufficienti) non sono servite affatto ad arrestare il cammino del Popolo Sardo verso l’indipendenza. Il consenso elettorale, che ormai ammonta ad alcune decine di migliaia di voti per i partiti indipendentisti che si presentano alle elezioni, è in continua ascesa; centinaia sono i patrioti che quotidianamente sono impegnati nella lotta per l’indipendenza nei campi più disparati; il consenso popolare si fa evidente, palpabile.A questo punto l’italia, non avendo ottenuto risultati apprezzabili con le “buone”, decide di usare le maniere forti. Ad onor del vero i metodi violenti lo stato italiano li ha sempre usati nei confronti dei fenomeni di protesta che si sono sviluppati in Sardigna. Ed è anche vero che, non solo nell’800 ma anche negli anni ’80 del 900, si era ben prodigato ad arrestare patrioti sardi. Per quanto riguarda il caso nostro è poi d’obbligo sottolineare che le persecuzioni di patrioti sono iniziate ben prima del collocamento di ordigni esplosivi da parte dei N.P.C. e dell’O.I.R.Non si contano infatti le perquisizioni domiciliari, le pressioni, le minacce neanche tanto velate che gli indipendentisti hanno dovuto subire ben prima del 2002. Sta comunque di fatto che il periodo con cui l’italia con una mano concedeva “riforme sardisteggianti” e con l’altra perseguitava i patrioti sardi è ormai giunto a conclusione.In questo momento storico non c’è più tempo per sviluppare fini strategie contro il movimento indipendentista.Sono state collocate decine di bombe contro il colonialismo italiano e contro il capitalismo, gli autori non sono stati arrestati, la reputazione dell’italia rischia di andare a farsi benedire, le notti sono illuminate dall’esplosivo e sui giornali nessuna foto, nessun articolo può celebrare brillanti operazioni antiterrorismo; la tranquilittà e l’ottimismo dei cittadini si incrinano. Allo stesso modo, per un complesso gioco politico, si incrina anche la comoda sedia di chi da quattro anni riceve relazioni dagli artificieri, dalla digos, dal ros, dal ris…….riceve relazioni su relazioni ma nessuna prova; legge i giornali che parlano di bombe contro l’italia, parla al telefono con Roma che chiede, chiede, chiede e non vuole capire che non si riesce a cavare un ragno dal buco in questo accidente di Sardigna!Ma il procedimento è aperto, le indagini, anche se inutili, sono state fatte. Ormai sono passati 4 anni, a Roma vogliono assolutamente risultati, non si può rispondere che dopo quattro anni, con un territorio semi-disabitato e militarizzato da cima a fondo, non ci sono risultati. A Roma non capirebbero mai!Se non si trova il colpevole, ci vuole qualcuno da incolpare! L’opinione pubblica lo pretende!Si arriva così alla mattina dell’11 luglio: operazione arcadia, contro i militanti di a Manca pro s’Indipendentzia si abbatte la vendetta di chi non è riuscito ad arrestare gli N.P.C.. e l’O.I.R.Si cerca di prendere due piccioni con una fava: far credere a Roma che la repressione ha colpito la lotta armata in Sardigna e contemporaneamente attaccare un movimento indipendentista che evidentemente da fastidio, ma contro il quale non si può muovere alcuna accusa legittima.Teniamo a precisare e ribadire ancora una volta che a Manca pro s’Indipendentzia svolge la sua attività su ambiti esclusivamente politici, legali, non clandestini, alla luce del sole. A Manca pro s’Indipendentzia non pratica nè ha mai praticato la lotta armata come mezzo per il conseguimento dei suoi obiettivi, ma ha sempre svolto il suo lavoro in maniera pubblica e palese al fianco del Popolo Lavoratore Sardo. Attività che peraltro continua e continuerà a svolgere senza farsi intimorire da nessun atto repressivo colonialista, specialmente se (come in questo caso) privo di qualsiasi fondamento.

a Manca pro s’Indipendentzia

(con la certa condivisione del Comitato dei prigionieri di a Manca pro s’Indipendentzia)


11.17.2006

 

Inceneritore a Modugno

Grande è lo sconcerto sotto il cielo di Modugno, centro nevralgico della Terra di Bari, distante una manciata di chilometri dal capoluogo. Da quando è stato deciso balordamente di realizzare una centrale termoelettrica e un inceneritore nel territorio modugnese, già ammorbato da indicibili livelli di inquinamento ambientale, dall'assordante silenzio dei vari governi e governanti e dal verificarsi di numerosi casi di gravi patologie (tumori, leucemie), nessuno si è ancora preoccupato di fornire una sola risposta plausibile alle folla di domande inevase che circondano questo terribile progetto.
La foglia di fico con cui hanno tentato di rabbonirci è il risparmio di pochi euro in bolletta...ma a quale prezzo? In cambio di qualche cancro in più?
L'angoscia e la rabbia del popolo modugnese si condensano in un solo dubbio: come evitare questo inferno e vedere le stelle? C'è senso in tutto questo? Una Provvidenza, un barlume di ragione, una traccia di umanità, un briciolo di saggezza?
Evidentemente NO.

http://gisa.splinder.com/post/9935253/NO+ALLA+CENTRALE+E+ALL%27INCENERITORE%21
Gisa
Giovedì 23 novembre - Modugno, piazza Sedile
ore 09.30 manifestazione contro la costruzione della centrale termoelettrica e dell'inceneritore alle porte di Modugno - è richiesta la mobilitazione generale

11.16.2006

 

Trenitaliani

“Stiamo lavorando sodo e i risultati si vedono, ma c’è chi rema contro, come i sindacati che gridano al disastro”

“Ce l’abbiamo fatta, nonostante tutto», esordisce con un sorriso disarmante”

Sapete di chi era il sorriso disarmante? E soprattutto sapete cosa sono riusciti a fare?
Non è un gioco, non si vince nulla, quindi la farò breve.
La iena ridens era Elio Catania, presidente e amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, intervistato da Famiglia Cristiana non il secolo scorso, ma lo scorso mese di Luglio (2006).
Il “nonostante” lo spiega nell’articolo il giornalista… nonostante “i sindacati che parlano di catastrofe e una certa stampa che diffonde veleni …
Scordavo di specificare “il cosa” erano riusciti a fare, nonostante … Sono riusciti a portare al fallimento le Ferrovie dello Stato.
Non è un gioco. Gli somiglia. Almeno a leggere le cronache recenti che narravano l’atto di responsabilità di Elio Catania:
“In accordo con il ministro dell’Economia lascia le cariche di presidente ed ad del gruppo Ferrovie” Padoa-Schioppa: “Grazie per i significativi risultati conseguiti”

Sì, grazie davvero, fortuna che il ministro non ha aggiunto, per esempio: “Non so proprio come avremmo fatto senza di lei …”
Questo è uno di quei casi in cui viene fuori tutta la malattia del sistema Italia, e di conseguenza è anche il momento in cui si inizia la cura. Rifinanziamento da parte dello stato ed ovviamente aumento delle tariffe “per adeguarsi” agli altri paesi europei; così ha detto il nuovo amministratore Moretti. Ovviamente l’adeguamento è dei costi e non del servizio, perché in Italia funziona così, quindi nessuno stupore.
Stupefacente semmai la solerzia con cui Prodi ha reso noto di aver già “messo da parte” sei miliardi da destinare alle ferrovie. Pretendere che paghi chi ha disintegrato le Ferrovie sarebbe un gesto da Unione Sovietica e certo non proponibile in una “democrazia matura” come la nostra che grazie alle privatizzazioni ha garantito alle ex aziende di stato di conseguire significativi risultati .

Rita Pani (APOLIDE)


11.15.2006

 

Peccato, aver promesso di non scrivere a Romano!

Se solo non avessi deciso di smettere, ora scriverei a Romano Prodi ancora una volta. Peccato. Mi sarebbe piaciuto, solo per soddisfare una mia curiosità. Mi sarebbe piaciuto sapere quanto ha riso leggendo le parole di Luca Cordero di Montezemolo, protettore di tutti i Serbelloni Mazzanti vien dal Mare, quando esortava il governo ad essere un po’ “meno rosso”.
In effetti mi sarebbe piaciuto scrivergli anche per un altro paio di cosette che se da un lato solleticano la mia irrefrenabile ilarità, dall’altra stimolano la voglia di forcone.
Ci risiamo, il ricco non si tocca. E’ una legge non scritta, e poi come ebbe a dire qualcuno “i poveri sono già abituati al sacrificio”. La tassa ai SUV? La tassa sul turismo? La tracciabilità delle parcelle? Semplice crusca per polli, per ingozzare il gallinaccio. Se solo non avessi deciso di non scrivere più a Romano… Da fumatrice, sto aspettando la novità del secolo che sicuramente riuscirà a risanare i conti dello stato: l’aumento delle sigarette. In una finanziaria ferma e decisa come questa, coraggiosa come questa, che mai e poi mai si cambierà, a me manca quella voce che il governo berlusconi, vergognandosene, nemmeno annunciava più. Con una mia missiva avrei esortato Romano Prodi ad essere sensibilmente diverso, a non farlo di nascosto, ma di avere il coraggio delle proprie azioni. Mi viene in mente dopo aver letto la novità del secolo: l’incentivo per la rottamazione. Strano che non ci avessero pensato gli operai della fabbrica del programma.
Sono molte le cose che da comunista (quindi di sinistra) sto aspettando da questo governo: prime fra tutte che abbiano il coraggio di ammettere di non essere di sinistra. Sto aspettando che coloro i quali si dichiarano ancora “la sinistra” del paese, si comportino di conseguenza. Il compagno Caruso, per esempio, chi voleva stupire con la sparata dei semi di marijuana piantati nella fioriera? Una manica di cocainomani? Ma non lo sa il compagno Caruso che chi si fa le canne è visto dai Serbelloni Mazzanti vien dal Mare come un pezzente? Se proprio voleva agire da deputato della Repubblica italiana ed integrarsi, come minimo avrebbe dovuto dichiarare di importare illegalmente della cocaina, o di avere una troia d’alto bordo da 1000 euro a botta che gliela procurava. Livia Turco è di sinistra perché consente due canne ai gallinacci senza andare in galera? Ma Lapo, in overdose da coca è stato arrestato? E quell’attore genovese, che mi scuserà per non avere a memoria il suo nome, che di cocaina ha fatto crepare una ragazza, quanta ne ha fatto di galera? E come fanno, in coscienza, tutti i Serbelloni della destra a protestare contro la DC che sta al governo? Che orrore l’indulto! 30.000 detenuti in libertà per colpa dei comunisti. Eh! Già! Vedete cosa accade quando si fanno le porcate senza riflettere? Per avere una decina di pregiudicati in (casa delle) libertà se ne sono dovute aggiungere alcune decine di migliaia. Qual è la colpa del governo? Non aver scritto a margine del decreto di indulto che era applicabile soltanto a coloro che dimostravano di essere Serbelloni Mazzanti vien dal mare?
Se avessi potuto scrivere a Romano, avrei iniziato così: “Caro Romano, sbrigatevi a farvi ‘sto benedetto partito democratico cristiano e smettetela di millantare l’appartenenza a sinistra. Noi siamo un’altra cosa.

Rita Pani (APOLIDE)


11.14.2006

 

Ricontiamoli.

Come avrete avuto modo di leggere, il 24 Novembre uscirà nelle edicole il nuovo lavoro di Enrico Deaglio. Dopo “Quando c’era silvio” è ora il turno di una nuova inchiesta “ Un grande broglio”. Con la sua indiscutibile bravura, Deaglio riesce a trovare le carte per accertare quello che quasi tutto il popolo senziente aveva già subodorato all’indomani delle elezioni; tutti sapevamo della possibilità di truccare il voto elettronico, col modello americano, tutti sapevamo della presenza del figlio di giuseppe pisanu nella ditta di tarocchi e della sua formazione americana, proprio a servizio di quelli che fecero saltare l’elezione di John Kerry.
Come sempre il problema dell’Italia non è sapere, volendo le cose si sanno, il problema resta il “che fare”. Cosa accadrà il 25 Novembre, dopo che sarà palesato l’imbroglio? Nulla. Questo è il problema dell’Italia. Dopo ogni schifezza, dopo ogni scandalo, dopo ogni truffa, accade inesorabilmente NULLA.
La prima domanda che mi pongo in questo frangente è, perché se Enrico Deraglio ha trovato le carte che comprovano il tentativo di golpe (perché di questo si tratta) di berlusconi, il governo non è riuscito a trovarle e mostrarle prima di lui? Perché il Governo deve continuare a stare in bilico, con quell’unico voto in più al senato, quando potrebbe disporre di una larga maggioranza contando una ventina di senatori in più dell’opposizione? A chi fa comodo fingere che sia normale avere degli abusivi nelle istituzioni? Sono domande dettate da un residuo di buon senso, quindi sono quelle domande che non troveranno mai risposta.
Penso che sia l’ennesimo esempio di un paese anomalo e deteriorato fino alle fondamenta, irrimediabilmente perso. Siamo vittime di un attentato alla democrazia, ma gli attentatori ancora stanno là a minacciare, moralizzare e demonizzare il “presunto pericolo comunista” come se nulla fosse, mentre l’unico posto dove dovrebbero essere costretti ad agitarsi è una galera (eh, sì! Io faccio orgogliosamente parte della sinistra vendicativa).
E’ terrificante, ma che importa? Siamo un popolo impazzito, preso ad inseguire la sopravvivenza, intento a cercare di cavarsela nonostante loro, siamo un popolo che si arrangia, e non ha tempo per rivendicare il proprio diritto alla democrazia e alla legalità.
La legalità, ma ci pensate che toccherebbe proprio a loro difenderla?

Rita Pani (APOLIDE)


11.13.2006

 

Lezioni di pene

Aiuto! Un’ambulanza, presto!

"No all'ipocrisia, nelle scuole bisogna dare spazio anche all'educazione sessuale e il caso della supplente di Milano sorpresa in atteggiamenti inequivocabili con alcuni alunni deve aiutare a riflettere". E' quanto afferma il deputato della Margherita Roberto Giochetti.

"Forse basterebbe ripristinare l'ora di educazione civica, ma l'idea di un'ora di educazione sessuale crediamo sia giusta" E' il commento di Francesco Mosca, segretario nazionale della Federazione dei Giovani Socialisti (FGS)

Eccccerto! La professoressa è stata costretta a fare la porca perché i ragazzi sono curiosi, abbondano di sete di sapere e non viviamo più in un’epoca nella quale ci si accontenta di api e di fiori. Se solo qualcuno si fosse degnato di spiegare ai ragazzi la riproduzione sessuale, la professoressa non avrebbe dovuti sottostare ad un coito orale al quale assistevano (arma in pugno) altri alunni coscienziosi.

Ma un decreto legge per l’abolizione dell’idiozia no, eh?

Rita Pani (APOLIDE)


 

Matti tutti, matti, matti.



Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri. Arthur Schopenhauer

Che male c’è ad esser pazzi? Nessuno, non si è punibili, non c’è nemmeno bisogno di farsi le leggi ad personam o ricorrere alla corruzione dei giudici per non pagare il conto. Quindi evviva la pazzia.
Se non sono matti non li vogliamo, si diceva in allegra compagnia, ed è per questo che oggi, dal rutilante mondo del business salta fuori Luca Cordero di Montezemolo, che da ora chiameremo Luca, per comodità.
Eh! Non gliele ha mica mandate a dire, al governo. No, no!

Per esempio: spera che il governo si dimostri “un po' meno rosso”. Luca, sarai mica condizionato dalla Ferrari? Potrebbe essere perché subito dopo, Luca, dice “Quello di cui c'è bisogno e una riforma dello Stato per rendere competitiva questa nostra macchina…”
Luca che parli a fare? Da presidente degli industriali italiani, non ti vergogni nemmeno un po’ di metter lingua sulle problematiche del lavoro? Sono stati i primi a fiutare l’affare della nuova schiavitù, assumendo extracomunitari da poter sfruttare e sottopagare. Sono stati i primi a demolire il sistema industriale italiano trasferendo le produzioni all’estero prima nei paesi sottosviluppati sud est asiatico, poi nei paesi dell’est, ora in Cina, per continuare a sfruttare nuovi schiavi a poco più di due euro all’ora e poi vorrebbero imporre un sistema meritocratico nella pubblica amministrazione o consigliare attuazioni di leggi in merito al precariato nato in seguito alla FOLLE privatizzazione degli enti e delle strutture di stato, demolite a loro volta dagli stessi industriali?
A Luca è piaciuto molto il piano delle privatizzazioni di Rutelli, lo dice lui. A me no, perché sono pazza e mi verrebbe da dire “Aridatece la SIP, e pure le autostrade, e le ferrovie, e l’ente nazionale idrocarburi e l’enel e l’acquedotto!”
Questi parlano tutti e fanno vento. Ecco dove sta la follia. Gente che non conosce la forma di una zappa, vorrebbe insegnare al contadino a seminare. Questa è la vera pazzia.
Il paese è matto, matto, matto, ed è una tragedia perché se fosse stato un minimo più savio, forse avrebbe iniziato a chiedere conto del perché delle cose.
Il paese è matto quando compra a 500 euro un paio di scarpe italiane costruite in Romania, costate all’industriale italiano a malapena 50 euro.
Il potere in Italia è in mano alla banda dei soliti noti, tutti gli interessi dello stato, convergono esclusivamente nelle mani sempre delle solite persone, sia che si parli di strade o di aerei, di industrie o edilizia, di telecomunicazioni o di politica. Sempre gli stessi nomi, sempre le stesse facce, sempre le stesse mani. Pluripregiudicati, almeno una volta indagati, malversatori che oggi chiedono riforme e coraggio. Coraggio per far che? Ma davvero ancora non vi basta?

Rita Pani (APOLIDE)


11.12.2006

 

Tutti matti, tutti, tutti

Non so se come dice Prodi, il paese sia impazzito, ma a leggere le dichiarazioni di bonaiuti, portavoce di berlusconi, e della destra in genere, sicuramente è lecito avere il sospetto che l’Italia abbia l’alzheimer.

"Non è il paese che è impazzito ma é impazzito questo governo che dopo queste offese di Prodi agli italiani, si conferma il peggior governo del dopoguerra''.

Oh! Bella! Certo che detto da chi ci chiamò coglioni … Assume una rilevanza davvero importante.

Penso che in un certo senso Prodi abbia finalmente detto qualcosa di reale. Il paese non è solo impazzito, ma è anche rincretinito. Il termine rigore non ha più senso, se non quello relegato alla sola accezione calcistica. Ormai le diatribe politiche non hanno più senso, si dice e si fa tutto e il contrario di tutto. Si protesta da destra e si protesta da sinistra, si creano regole e leggi che esistono solo nel pensiero di chi le partorisce o per un giorno sulle pagine dei giornali, il Parlamento somiglia ad uno stadio dove il tifo rende tutti equamente imbecilli.
Prodi difende la sua finanziaria e dice che non la cambierà, mentre noi, in attesa del sapere del nostro domani, che ancora ci attardiamo nella lettura dei giornali, ne abbiamo letto quaranta tutte diverse, ed abbiamo assistito, basiti, all’evolvere della demenzialità partendo dalle proteste nei confronti del decreto Bersani. Ricordate i tassisti?
Non so se il paese sia impazzito, ma sicuramente è stato aiutato ad andare in “tilt”. Si annuncia oggi la tassa sui SUV che sparisce all’indomani, l’aliquota al 45% per i redditi più alti che sparisce all’indomani. Resta fermo il furto del TFR, resta fermo il taglio alle pensioni, resta fermo tutto il resto. Mi sento pazza. Sono senza lavoro da due anni e quattro mesi (dopodomani), si vive di precariato, persone che hanno abbondantemente superato i 40 anni ed hanno lavorato ormai una vita non conoscono più il loro futuro, e Padoa Schioppa cosa riesce a dichiarare? “E’ fondamentale continuare a produrre all’estero”? Mi sento pazza, certo, come potrei non sentirmi così, immaginando che la vita dovrebbe avere un po’ di senso ed un po’ di logica.
Pochi tagli o troppi tagli? Non entro nel merito, se non per il fatto che purtroppo si taglia laddove non bisognerebbe farlo. E, caro Prodi, proprio in previsione del nostro futuro. L’esempio banale è la scuola. Forma oggi la classe dirigente di domani. Auguri! Ci state condannando, e state condannando i nostri figli, a finire nelle mani dei vostri figli e dei vostri nipoti, unici eletti che potranno fuggire a formarsi all’estero. Ma che c’è di nuovo? Mi rompo il menisco? Chiamo il parroco e mi raccomando a Dio, poi l’ambulanza che prima o poi troverà un ospedale dove depositarmi con la speranza che mi venga operato il ginocchio giusto e non mi venga amputato un braccio: c’è chi si rompe il menisco e vola in Belgio con l’aereo privato.
Il paese è impazzito? Certo che è impazzito. E’ un paese in cui rubano tutti e tutti si sentono autorizzati a rubare e se pure non vorrebbero, a volte ci sono costretti. Avete dei figli all’università e pagate un affitto in nero? Bene. La finanziaria prevede la tassazione e lo sgravio fiscale. Ottimo! Capita però che si viva in un regime di “follia collettiva” per cui il padrone di casa dinnanzi alla giusta richiesta di un contratto d’affitto regolare ti risponda: “… Ma così sarò costretto a raddoppiare l’affitto, o a sfrattarvi.” Allora, io che sono pazza, mi dico che nel mio mondo immaginario, chiunque denuncia all’autorità competente un evasore fiscale sarà premiato con l’abbuono della tassa da lui dovuta. Troppo semplice, eh? E soprattutto questa idea bislacca ha una pecca grande come una casa: potrebbe funzionare. Siamo diventati pazzi perché assistiamo alla tragedia di un parlamento che difende l’evasore fiscale e lo fa per noi: “ma i vecchietti spesso non hanno il bancomat! (cdl. Dixit) sarebbe per loro un costo aggiuntivo!” MAANDATEVENETUTTIACAGARE. Certo che siamo matti, e ci avete fatto diventare voi. Ma che regola è quella che “le parcelle superiori ai 100 euro devono essere tracciabili?”
“Quanto le devo dottore?”
“1000 euro, cento in bonifico e 900 in contanti”

Rita Pani (APOLIDE)


 

Sospetta censura per il romanzo “Camici sporchi”

Mercoledì 15 novembre alle ore 20:30 circa andrà in onda su EntellaTV una puntata di “ZOOM”, trasmissione ideata e condotto da Paola Valdata, dedicata alla sconcertante notizia dei 90 morti al giorno per errore clinico in Italia, declinata a livello del nostro comprensorio.

Tra gli ospiti della puntata vi sarà una sedia vuota sulla quale è stata appoggiata una copia del romanzo “Camici sporchi” di Roberto Dantès.

Ci è stato comunicato che un intervento del Dott. Roberto Santi sul tema del rischio clinico e dell'errore in medicina concluderà la trasmissione.
Editore Gammarò

11.11.2006

 

Quanto siamo bravi a fare "Ohhh!"

Quanto siamo bravi a fare “Ohhhhh”! Lo facciamo spesso, ad intervalli regolari, a seconda di ciò che è dato sapere.
Anche ieri abbiamo fatto “Ohhhh”! Sì, quando abbiamo letto che gran parte dell’8 per mille donato col cuore dal contribuente per risanare il patrimonio culturale italiano, per la lotta alla fame e per altre emergenze sociali invece è stato destinato dal governo berlusconi al finanziamento della guerra di democratizzazione (e sterminio) in Iraq.
Facciamo “Ohhhh!” per un disperato bisogno di sentirci in qualche modo ancora umani, ma diciamoci la verità, non ce ne frega proprio una mazza. Il fatto è che se non ci accodassimo all’onda del disgusto rischieremo di essere guardati con sospetto da chi si aspetta da noi, proprio quell’esclamazione.
Se così non fosse, se ci importasse veramente, avremo fatto “Ohhhh!” già nel mese di Luglio dell’anno scorso, periodo in cui la notizia fu resa nota per la prima volta. E’ vero, all’epoca regnava ancora il barbaro, ma la notizia non venne data da uno dei giornali dello stesso barbaro governante, ma dall’Unità (quotidiano comunista fondato da Antonio Gramsci, sic!)
Se ci importasse veramente, se il nostro stupore fosse sinceramente disgustato, probabilmente avremo pressato il governo per sapere come furono spesi “gli euro” donati attraverso SMS per la catastrofe che colpì il sud est asiatico a Dicembre del 2004. Che ne è stato dei nostri soldi? Non ce ne frega un accidente e sapete perché? Perché era solo un euro, cioè quanto basta per levarsi dalle scatole lo slavo o il cingalese che fuori dal supermercato ci insegue per avere il nostro carrello, è un caffè compresa mancia, è una pallina di Winnie the Pooh che contiene l’ultima bestia da appendere al cellulare. Eppure eravamo rimasti al punto in cui, il barbaro, decise di utilizzare quei MILIONI di euro per risanare le casse della Protezione Civile.
Visto che sono in vena di sincerità, vorrei anche dire che un po’ ci conviene unirci al coro dello stupore, perché anziché combattere e capovolgere le situazioni che ci lasciano disgustati, da popolo intelligentemente idiota, quale siamo, riusciamo a volgere a nostro favore anche l’accadimento più orrendo. Riusciamo a trasformare ogni “Ohhh!” espresso all’unisono in linfa energetica, che riesce ad assolverci quando, rubando, evadendo il fisco, e non rispettando le regole, riusciamo a diventare parte integrante di quel sistema che tanto ci offende; col candore italico riusciamo ad essere anche seri quando ci corazziamo con frasi come “ Se sono ladri loro, allora rubo anche io… Se non pagano le tasse loro, allora non le pago nemmeno io”.
Chiudete la bocca e fate silenzio. Non è così che funziona, almeno non è così che dovrebbe funzionare.

Rita Pani (APOLIDE)


11.10.2006

 

C'è qualcosa di sinistra, nell'aria

Tempo fa mi scrisse un signore poco gentile, che dopo aver letto la mia ultima lettera a Romano Prodi, mi accusò non solo di NON essere comunista, ma di essere addirittura un’infiltrata della destra. Secondo lui, essendo di sinistra, mai nella vita avrei dovuto o potuto criticare l’operato di un governo che ci aveva salvato dal berlusconismo.
Risposi cercando di non usare l’insulto, anche se lo strumento sarebbe stato non solo efficace ma anche opportuno.
Non so se quel signore legge ancora il mio blog, ma mi piacerebbe, per potergli così chiedere se ha avuto modo, negli ultimi giorni di leggere i giornali; anche per sapere chi o cosa, secondo lui è di sinistra.
Non ricordo, a memoria, una finanziaria che non sia stata contestata dalla popolazione. Si sa che la legge finanziaria dello stato è quel meccanismo capace di sfilare le banconote dal portafogli dei contribuenti, ma questa volta avrebbe dovuto essere diverso.
Ricordo la contrapposizione dei programmi elettorali dei due schieramenti, la destra si presentò con dieci paginette scarne e malscritte, come il compito di un alunno un po’ tonto che crede d’esser furbo. La sinistra, invece, secchiona e un po’ presuntuosa, partorì un tomo di oltre duecento pagine che come i libri di Dostoevskij, tutti hanno in casa ma in pochi li hanno letti. Una sorta di lupo di Cappuccetto Rosso: “Quante pagine che hai!” … “Per prenderti meglio per il culo”.
Da qualunque parte la si voglia guardare, tolti gli oboli per i poverissimi che possano realmente dimostrare la loro povertà, il messaggio che esce da questo stato è il messaggio globale dilagante: “La vita è fatta a misura di ricchi” che essendo spesso di destra, saranno costretti anche a protestare contro loro stessi pur di non perdere la faccia, ringraziando Prodi e Padoa Schioppa per non aver sfilato troppe banconote dai loro ferma soldi in oro massiccio.
Tutti i vertici dell’economia italiana ed europea continuano a ribadire che “questa finanziaria prevede troppo pochi tagli” e allora, leggendo della catastrofe che colpirà le università e la sanità, per esempio, è spontaneo chiedersi cosa sarebbe accaduto, tagliando ancora e ancora. Perché non ammettere la bancarotta? Se non fosse drammatico, ci sarebbe da ridere, e rimpiango gli spot berlusconiani, che almeno erano in grado di palesare l’inadeguatezza di gente come tremonti. Ricordate lo spot dell’imbecille che girava per strada con la busta gialla della spesa e ci invitava a “far girare” l’economia? Avete notato ora lo spot di Trony? 15% di sconto su tutti gli articoli se paghi tra sei mesi. Un palese invito ad indebitarsi ancora, quasi un’estorsione, quando ti accorgi che se tra sei mesi non sarai in grado di pagare in contanti, verrai spellato vivo dagli interessi.
Io non so che ci abbia fatto Prodi col programma, se lo legga la mattina al bagno per stimolare le proprie funzioni organiche, o lo usi dopo averle espletate, se ci abbia acceso il barbecue o ci abbia fatto materiale d’imballaggio, so solo che se avessi partecipato “alla fabbrica del programma” ed oggi fossi stata licenziata senza nemmeno preavviso, io la fabbrica gliela demolirei.
Ogni tanto una voce s’alza da sinistra ed è quella di qualche ministro che voterà contro il governo, o forse si limiterà a minacciare di farlo, come il caso del ministro Ferrero, il ministro della “solidarietà”. Già! Ma non è tristissimo avere bisogno di controllare la solidarietà attraverso un ministero, e non averne nemmeno un briciolo?
Un’altra voce di sinistra che s’ode spesso è quella della Melandri, che tra sport e spettacolo ha il suo bel daffare. Ha dovuto riordinare con provvedimenti d’urgenza il roboante mondo del calcio, primaria risorsa per l’italiota tonto, ed ora è alle prese con la salvaguardia dell’italica gioventù. Dovrà convocare i sarti italiani per oncordare un codice etico che impedisca l’utilizzo di modelle di taglia inferiore alla quaranta; le ragazze italiane spinte dalla magrezza delle modelle da emulare sono in grave pericolo d’anoressia.
Non sarebbe stato meglio utilizzare sforzo e fatica per riordinare e ridare dignità al sistema scolastico italiano, invitando allo studio, facilitandone l’accesso per tutti in modo da distogliere dall’obbiettivo unico di diventare tutte modelle, veline, cantantattriciballerine?
Bisogna tagliare, dicono, e a volte penso che è vero.Viva Roberspierre

Rita Pani (APOLIDE)


11.09.2006

 

Terzo Michael Schumacher

“LAURA IO E TE 3MSC!” Così stava scritto in caratteri azzurri sul muro. Una scritta nuova tra le tante che informano delle attitudini sessuali degli allenatori delle due maggiori squadre della capitale e delle disinibite attività delle compagne dei calciatori. La cosa ha destato la mia curiosità, tanto da farmi trascorrere parte della giornata a chiedermi il significato del criptico messaggio senza però riuscire a decifrarlo con certezza. Essendo terminato il mondiale di formula uno, ho scartato l’ipotesi che potesse significare “io, Laura e terzo Michael Schumacher”. Allora avrebbe potuto essere il messaggio di uno affetto da eiaculazione precoce: tre Minuti Sotto le Coperte. Oppure il messaggio di due conviventi poco puliti: tre Mutande Sporche nel Cassetto. O forse due entomologi: tre Moscerini Scoreggiano Controvento. Magari, un menefreghista: tre Ma ‘Sti Cazzi? E comunque, perché renderlo pubblico? Il mistero mi stava corrodendo. Senza contare che ancora devo decifrare “ANGELO MIO TVTBDMSCRNTV”: senza dubbio un nome polacco.

Alla fine un collega mi ha spiegato che, nel gergo giovanile, la felicità si esprime con il titolo di un libro: tre Metri Sopra il Cielo. Sarà che io appartengo a una generazione differente e sono sufficientemente disilluso, ma ho meno pretese e mi accontento che i miei nemici mi stiano ad almeno 3PDC (tre Palmi Dal Culo).

In ogni caso, soddisfatto dalla spiegazione e deluso dalla mancanza di fantasia, sono rimasto sorpreso dalla lettura dei quotidiani: qualcuno si sta finalmente rendendo conto della crisi del lavoro, problema che si sta manifestando con caratteri sempre più inquietanti, se è vero che addirittura il Papa in persona ha posato per un calendario.

De gustibus, ma io spero di non vederlo mai: non sono morboso al punto di eccitarmi con un anziano prelato in un’attillata tonaca di lattice nero translucido che mi lancia sguardi ammiccanti, mentre agita un rosario come fosse un gatto a nove code al grido di “sado subito!”

Peraltro, sembra che quella dei calendari per salvaguardare il posto di lavoro stia assumendo sempre più i connotati di un vero e proprio fenomeno di massa: a seconda del settore di competenza, i dipendenti delle aziende in crisi si fanno fotografare in pose accattivanti o provocatorie, con gli attrezzi del mestiere, sperando di contribuire al bilancio societario con gli introiti delle vendite degli almanacchi.

Dato il degrado culturale che imperversa, potrebbe anche funzionare, così sto pensando di realizzare un calendario anche io: essendo lavoratore precario del settore informatico, potrei farmi delle foto mentre ballo la laptop dance e una folla di direttori del personale mi infila dei contratti a progetto negli slip.

dirtyboots



 

Noi, siamo di più.

Noi, siamo di più. Questo è il messaggio che esce, scritto in lettere d’oro dalle urne americane.

Noi siamo di più, ma sembriamo non bastare mai, eppure sarebbe semplice far valere il nostro pensare e il nostro dissentire; basterebbe pretendere che quel messaggio così chiaro e così forte venisse recepito da chi di se ne impadronisce senza che gli appartenga davvero.

Come ha dichiarato Prodi, la dèbacle è dovuta fondamentalmente alla guerra in Iraq, ma forse Prodi scorda che la stessa guerra fu uno dei punti a favore della sua elezione, e se avesse avuto più rispetto del messaggio scritto da noi, non in oro, ma in un stampatello a volte stentato, non si sarebbe limitato a far finta di uscire dall’avventura di colonizzazione irachena, seguendo di fatto quanto già sancito dal governo berlusconi, ma si sarebbe attivato per copiare il modello Zapatero.

Prodi dovrebbe ricordare che noi siamo di più nelle tante occasioni della vita.

Le dichiarazioni del centrosinistra, in merito alle elezioni americane di medio termine, sono state più o meno tutte sullo stesso tono di soddisfazione: “Quant’è brutta la guerra in Iraq”. Io, che ho contribuito a scrivere il messaggio uscito dalle urne italiane però, sono costretta a chiedermi se loro l’ abbiano letto fino in fondo, perché se è vero che 650.000 (cifra destinata a crescere quotidianamente) morti in Iraq un peso l’hanno avuto, non dobbiamo scordarci i morti in Afghanistan, paese precedentemente democratizzato, nel quale i soldati italiani continuano a morire.

Diverse le reazioni del centrodestra, secondo cui non è vero che sia stata la disastrosa politica estera a far perdere bush, che anzi, forse nemmeno le ha perse queste elezioni.

Rita Pani (APOLIDE)


11.07.2006

 

Il divertimento è inesauribile, la serietà no

Il divertimento è inesauribile, la serietà no. Jean Paul Richter

Strano, avrei giurato che dopo l’esito delle elezioni nella Regione Molise, che fa almeno diciotto abitanti, vinte dalla cdl, berlusconi avrebbe chiesto le dimissioni del governo, delegittimato dalla schiacciante sconfitta. Mi sbagliavo, infatti si è limitato a dichiarare: “'Il risultato delle regionali - ha detto - e' significativo anche a livello nazionale perche' dimostra che anche il Molise e' scontento del Governo Prodi, che è' il peggior governo avuto sinora''.

Durante gli anni del dominio barbarico berlusconiano i risultati elettorali furono catastrofici per la cdl, e grazie alla straordinaria memoria di Internet è possibile ancora trovare traccia delle spiegazioni tecnico-politiche che portarono alla disfatta del precedente governo: La commozione per la morte del Papa ha sicuramente fatto passare in secondo piano le elezioni e potrebbe aver allontanato dalle urne gli indecisi e coloro che di solito vanno ad ingrossare il numero degli astensionisti, che tra l’altro leggendo i giornali o guardando la tv non sono stati debitamente informati sulle elezioni”.

Il divertimento è inesauribile, la serietà no

Il ministro per i rapporti col parlamento (ma che razza di ministero è?) Vannino Chiti pervaso dalla nostalgia di Lascia o Raddoppia e Rischiatutto spara a zero sulla scandalosa immoralità della televisione quizzarola, che regala ingenti somme di danaro a chi non dimostra alcune capacità. Almeno prima il messaggio dei quiz era differente, invogliava a studiare. (Ci ha scritto davvero un libro su queste cose, signor ministro?) No perché a me vengono in mente quei direttori generali politicizzati, seduti di peso su una poltrona per fare una beata mazza da mane a sera, che magari demoliscono un ente fino ad allora produttivo e che poi vengono profumatamente risarciti per andare a far danni da un’altra parte. Ma se vogliamo restare in tema di TV, si potrebbe discutere sulla moralità delle trasmissioni culinarie, cinque o sei per tutti i giorni della settimana che sprecano cibo prezioso mentre la FAO stabilisce che sono 850 milioni (ottocentocinquantamilioni) le persone affamate nel mondo. Che male c’è se si vince alla lotteria? Signor ministro, il divertimento è inesauribile, la serietà no. Un operaio di un’impresa di conglomerati bituminosi guadagna circa 800 euro al mese, asfalta le strade sulle quali passiamo tutti, una “velina” guadagna 800 euro al giorno per sbatacchiare le chiappe davanti ad una telecamera, faccia un po’ lei.
Copio dal Corriere: Saddam di nuovo in aula per il genocidio curdo Secondo processo per il raìs, rischia un'altra condanna a morte. Rischia davvero un'altra condanna a morte? Certo immagino quanto debba essere preoccupato Saddam. Pregherà Allah perché sia condannato ad una pena minore, da scontarsi dopo la prima condanna a morte o viceversa? Che sia invece un modo per assecondare le richieste del condannato, senza però dare la parvenza d’aver in qualche modo ceduto? Prima lo impiccano e poi lo fucilano, così sono tutti più contenti.

Il divertimento è inesauribile …
Rita Pani (APOLIDE)

 

Ho letto Camici Sporchi ...

Qualche tempo fa venni invitata ad occuparmi di una vicenda che stava “per provocare un terremoto” in Liguria. La vicenda altro non era che un libro; se però un libro è in grado di provocare qualche smottamento tellurico, pensai valesse la pena di saperne di più.
Ricevetti molte e-mail “sulla vicenda” e quello che mi incuriosì maggiormente era la domanda che mi si poneva più spesso sempre in forma riservata e con la richiesta, nel caso avessi potuto rispondere, di farlo privatamente e non pubblicamente sul blog.

Il libro è “Camici Sporchi” di Roberto Dantés, edito da Gammarò; la domanda, anzi le domande erano: “Sai se è vero che l’autore è un medico e sai se la storia è vera?”
E’ passato qualche mese da allora ed è ormai noto a tutti che sì, Roberto Dantés è un medico e la vicenda è ambientata in una ASL della Regione Liguria. Per essere più precisa forse dovrei scrivere che “ormai è arci noto in Liguria e in qualche altro condominio sparso per l’Italia che …”
Non so se l’uscita del libro “Camici Sporchi” poi lo abbia provocato davvero il terremoto, almeno quello sognato dagli amanti traditi della giustizia e della legalità, ma è certo che qualche smottamento tellurico lo ha provocato nei dipendenti delle ASL, a volte persino minacciati di ritorsioni qualora avessero partecipato alle varie presentazioni del libro organizzate dall’autore e dall’editore nel territorio ligure.
Ho letto il libro e devo ringraziare di cuore Roberto Dantès, per avermene fatto omaggio e per averlo scritto. Come scrivevo in principio, se un libro diventa una “vicenda” allora merita di essere letto, anche se sfogliando pagina dopo pagina, senti salire la rabbia ed il disgusto, fino a renderti conto che è un libro di morbida creta che potrebbe modellarsi su ognuno di noi. Spero che quest’opera varchi massicciamente i confini della Liguria, non si ha bisogno d’essere medici, malati, infermieri o virtuosi dirigenti d’azienda per appartenergli; d’altronde l’amarezza più grande, durante la lettura, l’ho avuta constatando che l’Ospedale di Pernambuco altro non è che l’esatta rappresentazione di mille altre realtà italiane, se non la rappresentazione esatta della realtà Italia. Mi viene in mente, per esempio, il Centro CASIC dell’area industriale di Macchiareddu a Cagliari, una sorta di oasi protetta dove vegetano figli e parenti di politici multicolori, lavoratori in via d’estinzione assunti a tempo indeterminato in epoca di precariato, o le Università italiane a conduzione familiare.
E’ strana l’amarezza che lascia questa lettura perché alla fine Dantés non ha fatto altro che raccontare una storia già scritta molte altre volte, e sono certa che molte altre volte ne leggeremo, e ne denunceremo ed è così che si comprende che qualcosa non va in noi, prima che nelle cose dello stato
Ho trovato di tutto dentro questo libro, mille spunti per vivacizzare il mio infimo contributo alla lotta contro questo Stato e questo stato di cose. Ribadisco: basta leggerlo con un po’ di elasticità mentale e lasciare che la creta che contiene si modelli su di te, su una delle ingiustizie subite o su un’ingiustizia che hai inflitto.

C’è Loris Rocchi, e la sua forma che si scambia con la mia, per esempio; a lui è andata meglio che a me. Io sto ancora qua.

Rita Pani (APOLIDE)


11.06.2006

 

Re: Caro Romano


Gentile Rita,

mi scuso con te per il ritardo, ma riesco solo adesso a trovare finalmente qualche minuto per rispondere alle tue numerose lettere che pure così tanta compagnia mi hanno tenuto in questi, non certo facili, primi mesi di governo.
A mia parziale giustificazione, lasciami dire subito che questo ritardo è da imputarsi soprattutto alla fallimentare gestione della precedente amministrazione di centrodestra: ho dovuto prima rispondere a tutta la posta inevasa di Berlusconi. E i francobolli ho dovuto leccarli personalmente... il problema maggiore è che dopo un po’ il monitor è completamente coperto e non si vede più niente, neanche a riavviarlo: è già il trentasettesimo notepad che cambio e non sono nemmeno a metà!
Sappi, inoltre, che una recente ricerca ha accertato che le persone con problemi di sovra peso hanno più difficoltà a pensare. Oltretutto, avendo io un problema di immagine da gestire, ho immediatamente pensato che non bastava più pedalare, ma ci voleva una palestra. E però, mi sono detto, citando Descartes: “Cogito, ergo gracilis sum” ovvero “penso, quindi il mio peso è ancora nella norma!”
E poi, modestia a parte, nonostante la mia età, posso orgogliosamente affermare di avere ancora gli addominali “a medusa” che, certo, non sono come quelli “a tartaruga”, ma pur sempre di creature marine si tratta, perbacco!
Per me le cose semplici sono le più efficaci: per tenermi in forma, tutte le mattine appena alzato bevo un orang juice, e sto bene fino all’ora di pranzo. Tra l’altro, lo immagineresti mai? La spremuta di scimmia ha lo stesso, identico sapore di quella di arance: stupefacente, vero?
Ma vengo al punto e, quindi, alle tue critiche. In primis, ci tengo in particolar modo a rassicurarti su una questione fondamentale: il lavoro. Credimi quando ti dico che, con D’Alema e Rutelli che cercano continuamente di sfilarmi la poltrona da sotto il sedere, capisco perfettamente tutti coloro i quali hanno un impiego precario! Facile che, a breve, riesca a comprendere anche quelli che il lavoro l’hanno perso...
Tra le grandi riforme già intraprese, ti segnalo la concessione affinché le donne musulmane possano portare il velo, purché non le nasconda il volto. Potrebbero indossarlo come un foulard per tenere i capelli, oppure annodato al collo in guisa di simpatica sciarpetta. Le donne più abili potrebbero addirittura mostrarlo con grazia passandoselo da una mano all’altra, per poi far apparire improvvisamente una colomba. Il che costituirebbe un notevole passo avanti verso l’integrazione.
E sul fronte diplomatico mi sono recentemente congratulato con Valentino Rossi che, nonostante la caduta, ha dimostrato comunque di essere un esempio per i giovani. Il campione del motociclismo mi ha dapprima ringraziato per le belle parole, confidandomi poi che, come evidenziato dalla telemetria, in realtà non è caduto: aveva solo visto della tenerissima cicoria all’esterno di quella curva e non ha resistito alla tentazione di coglierla per farne omaggio alla mamma.
Eppure, nonostante queste illuminate concessioni che finanche Zapatero ha mai osato nemmeno pensare e questi incommensurabili successi diplomatici di grande prestigio, i sondaggi continuano a dare me e il mio governo in costante calo, in quanto a gradimento. E questo mi spiace, ma io l’avevo detto: non sono un politico! Pensa che studiavo da aruspice, ma fui espulso dalla scuola perché ero troppo sensibile e, ogni volta che dovevo leggere le interiora di qualche animale sacrificato, mi sentivo male e perdevo costantemente il segno, fino a che non ci vomitavo dentro.
Posso assicurarti che presto saranno adottati alcuni provvedimenti che si propongono di ristabilire il consenso della popolazione nei confronti della coalizione del centrosinistra.
Per darti un’idea, posso solo anticiparti a titolo esemplificativo che la prima di queste misure prevede che la Finanziaria sia esposta e spiegata congiuntamente da me e Padoa-Schioppa in diretta televisiva a reti unificate mentre balliamo la break dance.
Malgrado tutto, e proprio per questo, dureremo cinque anni! Anche se Berlusconi, appreso dal libro di Augias che in base al reale anno di nascita di Cristo saremmo nel 2012, ha subito preteso nuove elezioni.
Romano (gnà famo) Prodi

dirtyboots


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