12.12.2006

 

L'uomo nero

Le cronache della strage di Erba, ieri notte, si concludevano con “si ricerca il marocchino che ha usufruito dell’indulto”. Questa mattina il marocchino era diventato tunisino, poi alla radio mentre stavo in auto la stessa notizia si concludeva con “si ricerca il nordafricano”.
Mastella, il guardasigilli garantista manda gli ispettori a Potenza per indagare su possibili irregolarità dell’indagine su vacche e vitelli fotografati di frodo, e in merito alla strage di Erba ha solo una considerazione da fare: “l’indulto è bipartisan”.
La presunzione di innocenza non è un bonus di cui abbiano diritto “gli ultimi”, ce ne rendiamo conto ogni volta che un extracomunitario o un povero disgraziato si trova coinvolto in un fatto di cronaca, o forse non ce ne rendiamo nemmeno conto, perché il problema non ci tange.
Personalmente non so chi sia il colpevole della strage, ma certo ora che appare assai meno certa la colpevolezza del “negro” un po’ di curiosità mi assale: qualcuno si scuserà per aver gridato “al mostro?”
Non credo.
A Roma, per esempio, i commercianti del centro, esasperati dalla presenza dei senegalesi con le loro povere mercanzie da vendere, hanno chiesto l’intervento dei Carabinieri, per arginare il problema. La motivazione è nel “calo delle vendite” perché è normale che andando a fare acquisti in via Condotti si possa essere tratti in inganno dall’oggetto venduto da un “negretto”, così i Carabinieri sono organizzati in veri e propri appostamenti. I commercianti per poveri con sapienza raccattano in men che non si dica quello che possono e scappano cento metri più avanti per aprire un’altra volta il loro negozio itinerante, fino a quando scatta l’operazione di Polizia e il tutto finisce col fermo ed il sequestro della “preziosa merce”.
I commercianti hanno espresso tutta la loro soddisfazione. Peccato però che gli stessi non si siano accorti dei cassonetti dell’immondizia traboccanti e maleodoranti che fanno da cornice ai loro addobbi e i loro tappeti rossi, contribuendo con i loro cartoni a rendere sempre più impressionante la montagna di rifiuti accanto alle loro ricchissime vetrine.
C’è spazzatura e spazzatura.

Rita Pani (APOLIDE)


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