11.18.2006

 

Uno o l'altro pari son

Ho seguito la conferenza stampa di Prodi sommariamente, ne ho letto di più sui giornali. C’è del vero in quanto da lui ha affermato, ma non è bastato.
Non basta perché il problema, Caro Prodi, non si risolve tagliando il 30 % del vostro stipendio, e il vero non basta nemmeno a nascondere il falso.
E’ normale che ora le discussioni politiche vertano solo ed esclusivamente sulla finanziaria, ma sbagliate quando tentate di nascondere l’altro. Tutto l’altro.
L’obbiettivo primario di questo governo, avrebbe dovuto essere quello di distinguersi dal precedente e questo non è stato. Quando si passeggia tra la folla e si incontra un gruppetto di persone che discute, per esempio, di pensioni, e si sente dire “non mi importa se ci perdo ma vado in pensione, non si sa mai, tanto Prodi è uguale a berlusconi…” già si è perso qualcosa.
Quando nasce nell’animo popolare la decisione ferma di NON andare più a votare, significa soltanto una cosa: l’uno o l’altro pari son! E’ chiaro che Prodi dice il vero quando narra della tragicità dell’eredità lasciata dai malfattori berlusconiani, ma Prodi sbaglia e ha sbagliato da quando ha negato la necessità di una sorta di vendetta, probabilmente perché ha chiamato vendetta ciò che noi intendevamo come giustizia.
Prodi sbaglia quando si fa scudo della certezza: “sapevo che i tagli avrebbero provocato malcontento” perché anche se metaforicamente parlando, i tagli, noi avremmo auspicato riguardassero le teste.
Il popolo senziente italiano, è portato a credere fermamente all’uguaglianza tra i presunti, inesistenti poli, perché prima della finanziaria da “sacrificio” ci saremo aspettati il rigore della “pulizia”, la copertura delle garanzie, con quelle riforme necessarie a credere che una volta tanto, il governo, stesse lavorando per noi. La legge sul conflitto di interessi, annunciata in discussine per il 16 settembre scorso, si è dimostrata una bufala (non ho voglia di cercare il link, se vi interessa guardate l’archivio di Agosto), la riforma della legge “porcata calderoli” è solo un’ipotesi vaga al punto che io mi chiedo se Prodi sia una vittima dell’ingenuità o dell’arroganza.
L’errore di Prodi, non mi stancherò mai di dirlo, è stata la sottovalutazione del popolo elettore. Ogni cittadino si sarebbe dichiarato felice di patire, se di contro avesse percepito la sensazione di essere difeso. L’errore del popolo elettore è stato quello di continuare a lamentarsi davanti ad un bancone di bar, tra una chiacchiera sulla “figa” ed un’altra sul pallone senza attivarsi veramente per pretendere d’essere ascoltato sulle cose importanti, che se cambiassero farebbero di noi un popolo ricco e civile.
Faccio un solo banale esempio: paolo cirino pomicino, e alfredo vito sono entrati a far parte della commissione parlamentare antimafia. paolo cirino pomicino, già democristiano, più volte ministro vanta due condanne definitive: un anno e otto mesi per una tangente Enimont, e due mesi, patteggiati, per corruzione nel processo per i fonde neri dell´Eni. alfredo vito, per gli amici «Mister Centomila preferenze» data la sua straordinaria capacità di attirare voti, è stato condannato a due anni di reclusione per 22 episodi di corruzione: restituì anche 5 miliardi di lire.
Che ne è stato della sollevazione popolare e della protesta? Nulla. Tanto l’uno o l’altro pari sono.
E’ palese la difficoltà di comprendere quale sia la differenza tra il prima e il dopo, quando il prima mina la credibilità del dopo.
Che mi frega della finanziaria in un paese che sbeffeggia la legalità?
Qualcuno lo spieghi a Prodi, io mi sono ampiamente rotta i …

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Qualunquista!

Scherzi a parte, ti invito a considerare la questione anche da un altro punto di vista.
Il pragmatico e democristiano Prodi altro non è che il referente di una certa classe sociale e politica.
Questo comporta che la sua priorità consista nel mantenere a galla la barca, e ciò richiede un elevato tasso di compromesso, ad iniziare dall'assenza di ogni e qualsiasi "vendetta", per giusta che possa essere.
In pratica, il suo "ricatto" è questo: con me, avrete una barca, mummificata nel suo democristianismo, ma galleggiante; con berlusca, avrete il Titanic dell'Argentina.
Vero è che, dopo il "naufragio argentino", dopo le morti e le distruzioni, questa merda di paese potrebbe anche rinascere...
Fatto sta che la massa degli italiani questo rischio non lo vorrebbe correre...
Ed invece lo correrà!
Questo perche, la sia pur minuscola truppa degli "argentini", sarà comunque grande a sufficienza per non far rieleggere l'attuale governo.
Io, in tutta onestà, ad oggi, proprio non saprei se sia meglio il "rischio argentino" o la certezza democristiana...
 
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