11.14.2006

 

Ricontiamoli.

Come avrete avuto modo di leggere, il 24 Novembre uscirà nelle edicole il nuovo lavoro di Enrico Deaglio. Dopo “Quando c’era silvio” è ora il turno di una nuova inchiesta “ Un grande broglio”. Con la sua indiscutibile bravura, Deaglio riesce a trovare le carte per accertare quello che quasi tutto il popolo senziente aveva già subodorato all’indomani delle elezioni; tutti sapevamo della possibilità di truccare il voto elettronico, col modello americano, tutti sapevamo della presenza del figlio di giuseppe pisanu nella ditta di tarocchi e della sua formazione americana, proprio a servizio di quelli che fecero saltare l’elezione di John Kerry.
Come sempre il problema dell’Italia non è sapere, volendo le cose si sanno, il problema resta il “che fare”. Cosa accadrà il 25 Novembre, dopo che sarà palesato l’imbroglio? Nulla. Questo è il problema dell’Italia. Dopo ogni schifezza, dopo ogni scandalo, dopo ogni truffa, accade inesorabilmente NULLA.
La prima domanda che mi pongo in questo frangente è, perché se Enrico Deraglio ha trovato le carte che comprovano il tentativo di golpe (perché di questo si tratta) di berlusconi, il governo non è riuscito a trovarle e mostrarle prima di lui? Perché il Governo deve continuare a stare in bilico, con quell’unico voto in più al senato, quando potrebbe disporre di una larga maggioranza contando una ventina di senatori in più dell’opposizione? A chi fa comodo fingere che sia normale avere degli abusivi nelle istituzioni? Sono domande dettate da un residuo di buon senso, quindi sono quelle domande che non troveranno mai risposta.
Penso che sia l’ennesimo esempio di un paese anomalo e deteriorato fino alle fondamenta, irrimediabilmente perso. Siamo vittime di un attentato alla democrazia, ma gli attentatori ancora stanno là a minacciare, moralizzare e demonizzare il “presunto pericolo comunista” come se nulla fosse, mentre l’unico posto dove dovrebbero essere costretti ad agitarsi è una galera (eh, sì! Io faccio orgogliosamente parte della sinistra vendicativa).
E’ terrificante, ma che importa? Siamo un popolo impazzito, preso ad inseguire la sopravvivenza, intento a cercare di cavarsela nonostante loro, siamo un popolo che si arrangia, e non ha tempo per rivendicare il proprio diritto alla democrazia e alla legalità.
La legalità, ma ci pensate che toccherebbe proprio a loro difenderla?

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Forse perchè questa gente è impegnata più a garantirsi delle rendite di posizione che a fare politica.
Oltre che resistere dovremmo iniziare a sbattere i pugni ogni qualvolta ci si presenti l'occasione. Io non sono molto contento di quest'andazzo. Mi chiedo se valga la pena continuare in questo modo...
 
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