11.25.2006

 

Poi? Poi nulla.

Ho visto il film del bravissimo Deaglio, e alla fine, se avessi vissuto in un paese civile, mi sarei chiesta: e adesso?
Vivendo in Italia, ho fatto a meno di sprecare tempo a farmi domande dalla risposta scontata: nulla!
Sì, l’inchiesta, i giudici, la conta e riconta ma poi? Poi, nulla!
Ci siamo fatti ormai una ragione di tutto (ribadisco la nostra colpevole assenza) e quindi restiamo così, buoni a parlare e buoni ad aspettare, che il miracolo e non importa quale, avvenga.
A proposito dei (poco) presunti brogli elettorali, per esempio, su un blog in un commento, si legge una roba che suona pressappoco così: “sì, ma se ha vinto la sinistra allora sono stati loro a fare i brogli”. Mancava solo “cicca, cicca” alla fine del periodo per adornarlo del giusto spessore politico.
La responsabilità politica oggi non ha più valore, soprattutto perché non è associata alla responsabilità penale. Bisogna dare atto a berlusconi di aver mantenuto una sola delle sue innumerevoli promesse: quella di riuscire a trasformare l’Italia. C’è riuscito alla grande e quindi a lui e a cesare quel che è di Cesare. E’ riuscito a radicare l’illegalità a livelli che nessuno avrebbe mai immaginato. Problemi? Nessuno.
La cosa peggiore per l’Italia è che anche “porsi delle problematiche” sia un male incurabile che colpisce solo i senzienti di sinistra. L’elettore di destra difficilmente si chiederà cosa significhi per uno stato democratico, stravolgere l’esito delle votazioni ovvero la volontà popolare.
Io non sono di sinistra, io ho il male assai più conclamato essendo comunista (quindi ai vostri occhi residuato prenuragico) e le domande me le faccio e le faccio.
Per esempio continuo a chiedermi e a chiedere il perché del silenzio da parte del governo, del ministro Amato.
Il silenzio che si pone sul silenzio ci autorizza a pensare. La linea più logica e triste è quella che induce a trarre la conclusione più banale: il trucco era talmente palese agli occhi dei deputati di sinistra mandati a controllare personalmente al Viminale, che ci si è dovuti interrompere giusto in tempo lasciando quindi che la sinistra vincesse anche se di pochissimo. Dare seguito alle voci di brogli, avrebbe svilito il senso delle elezioni e quindi si sarebbe corso il rischio che l’elettore si sentisse sempre più demotivato a recarsi alle urne.
Fummo davvero in pochi, sempre noi figli di nessuno, a scrivere qualcosa quel 13 Aprile del 2006, quando berlusconi tentò di farsi approvare il decreto per l’elezione ad imperatore. Sempre noi comunisti e malati di giustizia e legalità a porci il problema del pericolo occorso.

Poi? Poi nulla.

Rita Pani (APOLIDE)


Comments:
Io avevo scritto qualcosa il 20 aprile...
 
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