11.10.2006

 

C'è qualcosa di sinistra, nell'aria

Tempo fa mi scrisse un signore poco gentile, che dopo aver letto la mia ultima lettera a Romano Prodi, mi accusò non solo di NON essere comunista, ma di essere addirittura un’infiltrata della destra. Secondo lui, essendo di sinistra, mai nella vita avrei dovuto o potuto criticare l’operato di un governo che ci aveva salvato dal berlusconismo.
Risposi cercando di non usare l’insulto, anche se lo strumento sarebbe stato non solo efficace ma anche opportuno.
Non so se quel signore legge ancora il mio blog, ma mi piacerebbe, per potergli così chiedere se ha avuto modo, negli ultimi giorni di leggere i giornali; anche per sapere chi o cosa, secondo lui è di sinistra.
Non ricordo, a memoria, una finanziaria che non sia stata contestata dalla popolazione. Si sa che la legge finanziaria dello stato è quel meccanismo capace di sfilare le banconote dal portafogli dei contribuenti, ma questa volta avrebbe dovuto essere diverso.
Ricordo la contrapposizione dei programmi elettorali dei due schieramenti, la destra si presentò con dieci paginette scarne e malscritte, come il compito di un alunno un po’ tonto che crede d’esser furbo. La sinistra, invece, secchiona e un po’ presuntuosa, partorì un tomo di oltre duecento pagine che come i libri di Dostoevskij, tutti hanno in casa ma in pochi li hanno letti. Una sorta di lupo di Cappuccetto Rosso: “Quante pagine che hai!” … “Per prenderti meglio per il culo”.
Da qualunque parte la si voglia guardare, tolti gli oboli per i poverissimi che possano realmente dimostrare la loro povertà, il messaggio che esce da questo stato è il messaggio globale dilagante: “La vita è fatta a misura di ricchi” che essendo spesso di destra, saranno costretti anche a protestare contro loro stessi pur di non perdere la faccia, ringraziando Prodi e Padoa Schioppa per non aver sfilato troppe banconote dai loro ferma soldi in oro massiccio.
Tutti i vertici dell’economia italiana ed europea continuano a ribadire che “questa finanziaria prevede troppo pochi tagli” e allora, leggendo della catastrofe che colpirà le università e la sanità, per esempio, è spontaneo chiedersi cosa sarebbe accaduto, tagliando ancora e ancora. Perché non ammettere la bancarotta? Se non fosse drammatico, ci sarebbe da ridere, e rimpiango gli spot berlusconiani, che almeno erano in grado di palesare l’inadeguatezza di gente come tremonti. Ricordate lo spot dell’imbecille che girava per strada con la busta gialla della spesa e ci invitava a “far girare” l’economia? Avete notato ora lo spot di Trony? 15% di sconto su tutti gli articoli se paghi tra sei mesi. Un palese invito ad indebitarsi ancora, quasi un’estorsione, quando ti accorgi che se tra sei mesi non sarai in grado di pagare in contanti, verrai spellato vivo dagli interessi.
Io non so che ci abbia fatto Prodi col programma, se lo legga la mattina al bagno per stimolare le proprie funzioni organiche, o lo usi dopo averle espletate, se ci abbia acceso il barbecue o ci abbia fatto materiale d’imballaggio, so solo che se avessi partecipato “alla fabbrica del programma” ed oggi fossi stata licenziata senza nemmeno preavviso, io la fabbrica gliela demolirei.
Ogni tanto una voce s’alza da sinistra ed è quella di qualche ministro che voterà contro il governo, o forse si limiterà a minacciare di farlo, come il caso del ministro Ferrero, il ministro della “solidarietà”. Già! Ma non è tristissimo avere bisogno di controllare la solidarietà attraverso un ministero, e non averne nemmeno un briciolo?
Un’altra voce di sinistra che s’ode spesso è quella della Melandri, che tra sport e spettacolo ha il suo bel daffare. Ha dovuto riordinare con provvedimenti d’urgenza il roboante mondo del calcio, primaria risorsa per l’italiota tonto, ed ora è alle prese con la salvaguardia dell’italica gioventù. Dovrà convocare i sarti italiani per oncordare un codice etico che impedisca l’utilizzo di modelle di taglia inferiore alla quaranta; le ragazze italiane spinte dalla magrezza delle modelle da emulare sono in grave pericolo d’anoressia.
Non sarebbe stato meglio utilizzare sforzo e fatica per riordinare e ridare dignità al sistema scolastico italiano, invitando allo studio, facilitandone l’accesso per tutti in modo da distogliere dall’obbiettivo unico di diventare tutte modelle, veline, cantantattriciballerine?
Bisogna tagliare, dicono, e a volte penso che è vero.Viva Roberspierre

Rita Pani (APOLIDE)


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