8.21.2006

 

Weekend di arrivi e di partenze.

Traffico sulle autostrade, ma non così terribile come si poteva sospettare e traffico, molto traffico anche nel tratto di mare che separa la Libia da Lampedusa.
Capisco che non sia facile porre un rimedio ad una situazione che giorno dopo giorno si fa più gravosa, infondo ci hanno provato in tanti e sempre andando a trovare Gheddafi sotto la sua tenda.
L’ultimo che ci è stato ha promesso di costruire in Libia una “grande opera”, una strada litoranea a quattro corsie e scorrimento veloce; ma è lo stesso che ha fatto finta di costruire il ponte sullo stretto di Messina, e che ha inaugurato la posa della prima (e unica) pietra di una miriade di cantieri, senza avere le risorse economiche per poter costruire.
Come spesso accade in Italia, i problemi esistono solamente quando è chiaro a tutti che la gente muore. Certo, la destra avrebbe risolto in modo differente dalla sinistra, ovvero dando mandato alle navi militari di sparare addosso ai natanti di fortuna, ma visto che affondano da soli non c’è stato bisogno di intervenire in quel senso. La sinistra ha capito ora che esiste un problema di immigrazione e per bocca di Prodi si dichiara pronta a lavorare per rimediare. Cinque o sei scafisti arrestati proprio oggi, e siamo d’Agosto. Impeccabile.
Balle.
I lager CPT e la morte di un numero che resterà sempre maggiore di quello a noi noto, di persone che muoiono affogate non si risolveranno mai, fino a quando non si avrà il coraggio di debellare la schiavitù.
Basta leggere un qualunque giornale di annunci per rendersi conto che è il cittadino italiano il primo responsabile di questi accadimenti. Nessuno controlla la mercificazione di esseri umani che è in atto, nessuno punisce penalmente chi fa commercio di schiavi eppure è palese come questo avvenga. Pare sia la globalizzazione, no?
Sembra d’essere tornati ai tempi di Rossella O’Hara, a sentire i discorsi della gente comune… “Io ho una polacca che è un tesoro…” oppure “Guarda, la russa che assiste mio padre è una favola, parla poco e mangia meno”… “Pensa che è venuto un rumeno e per una miseria mi ha sistemato il giardino”. (Vi garantisco di aver sentito queste frasi)
A me spiace solo che l’attuale governo non abbia capito che non è innalzando le quote di immigrati accettabili che si risolve il problema, ma semmai quella di un maggiore controllo su chi effettivamente assume questa forza lavoro, costringendole al rispetto delle regole fondamentali della civiltà. Un po’ come il problema delle puttane (dimenticato perché da un pezzo non ne muoiono più sgozzate per strada). Non servirebbe affrontarlo se la gente non prediligesse andare con minorenni albanesi, piuttosto che nigeriane. O i bambini per strada, quelli che cercano di pulire i vetri ai semafori ai quali si danno 20 centesimi per ripulirsi la coscienza e sporcarsi i parabrezza. Sappiamo bene tutti che sono vittime innocenti di racket ma chi di noi chiama la polizia quando ne incontra uno? Chi invece del soldino compra loro un gelato che non andrà in mano del suo sfruttatore?
Conosco un operaio edile albanese che per lavorare deve portarsi gli attrezzi da casa se vuol lavorare, sennò sta a casa.
Buffo come queste persone siano considerate persone quando stanno in fondo al mare e merce in saldo quando le si devono pagare.
Rita Pani (APOLIDE)

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