8.28.2006

 

La terza pace mondiale

Ho letto qualche articolo sulla missione di pace in guerra prossima ventura, ed ogni volta che concludevo con l’ultimo rigo, mi aspettavo di trovare la firma: “Mel Brooks”. Invece no. Non erano eccelse parodie sulla vita, ma cose serissime scritte con la parvenza di una qualche austerità.
Devo anche dire che qualche giorno fa (e per qualche intendo al massimo quattro) il texano presidente onnipotente degli USA, durante una conferenza stampa ha ammesso, finalmente, che la guerra in Iraq è stata dolorosa e che la situazione non è felice, essendoci il rischio di una guerra civile. Anche in quell’occasione mi aspettavo qualche sottotitolo del tipo: “ based on novel of Mel Brooks”.
Ricordate il principio della fine? Subito dopo l’11 Settembre, in previsione della guerra mondiale che si sarebbe scatenata, iniziammo ad usare le bandiere arcobaleno, disseminandole ovunque, dai balconi ai siti Internet, iniziammo ad usare quei colori anche per agghindarci un po’ prima di uscire da casa per andare a fare la spesa, quasi a volerci rendere visibili, per poterci riconoscere gli uni con gli altri. Il pericolo era incombente, te TV cercavano di raccontare tutto quanto fosse possibile dire, imperversavano esperti di armi, esperti di guerriglia, esperti in strategie. Tutto finì per esser teso a non farci preoccupare, quindi via con la descrizione particolareggiata del missile furbissimo teleguidato da un joystick all’interno della caverna presso la quale stava nascosto Osama bin Laden, innamorato di Whitney Houston (ma all’epoca ancora non lo sapevamo) mentre era intento a sollazzarsi con la sua schiava del sesso preferita che prendeva appunti per un best seller (nemmeno questo sapevamo).
La terza guerra mondiale iniziò inesorabilmente, ma nessuno ebbe il coraggio di dircelo, sperando forse che noi, intenti ad elargire le nostre risorse pacifiste in modo rateizzato, laddove c’era bisogno, non ce ne saremmo mai accorti. Il dubbio venne quando si iniziarono a seppellire eroi in ogni parte del mondo. Gli americani allora, che fessi non sono, scavarono nella memoria e tornarono indietro fino al 1950 quando per giustificare la guerra di Korea si inventarono “l’operazione di polizia internazionale”, coniando il termine “guerra globale al terrorismo”. Un modo rapido anche per uccidere il pacifismo, col teorema che, chi è contro la guerra al terrorismo è un terrorista. Le nostre bandiere scolorite, accompagnate da quelle rosse, divennero il simbolo del filoterrorista, come spesso ebbe a chiamarci il ridicolo presidente del consiglio incapace persino di giocare a Risiko.
Oggi siamo pronti a partire per la prosecuzione della terza pace mondiale, e non dobbiamo preoccuparci, quindi per rassicurarci su tutti i giornali vengono esposti gli armamenti che i nostri pacificatori porteranno con loro: il mortaio 60 mm, vari sistemi controcarri a diverse gittate e persino un utilissimo panzerfaust 3, che solo il nome da i brividi.
C’è solo una cosa che il ministro per la propaganda D’Alema o Parisi o Amato non mi hanno spiegato: “L’azione di pace dovrà solo impedire che Hezbollah colpisca Israele o anche viceversa? E mentre i panzefaust 3 italiani saranno piazzati al confine libanese, Israele potrà ancora bombardare Gaza?”

Rita Pani (APOLIDE)


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