6.13.2006

 

Ci vorrebbero le palle.

E’ davvero triste la nostra italianità che ci impedisce di renderci conto e di gioire, del declino inesorabile del berlusconismo. Sarà per gli eventi concomitanti dello scandalo del calcio, dei mondiali e del tardivo arrivo dell’estate, capaci di attirare tutta l’attenzione, che non ci accorgiamo di quanto sta accadendo. Il penultimo atto è stato scritto ieri con la conclusione della tornata elettorale delle amministrative, ma l’attenzione era troppo concentrata nell’esordio della nazionale di calcio in Germania, contro il Ghana, e alla fine il 4 a 2 è stato abbondantemente soppiantato dal 2 a 0, con veementi discussioni tra chi, nonostante tutto gridava Alè Italia Alè, alè, alè … e chi invece, deluso, urlava: “Forza Ghana facci sognare”.
E’ tristissimo il terrore che il centrosinistra ha del virus “sinistra”, dal quale cerca in ogni modo di stare alla larga, evitando di restarne contagiato anche solo il tempo ristrettissimo e necessario per dire qualcosa di intelligente; farla, sarebbe quasi la conclamata malattia.
Quello che non si vuol capire, quello che il governo non vuol capire, è che per risanare l’Italia dai danni arrecati dal periodo berlusconiano, bisogna prima risanare la mente degli italiani dal berlusconismo, e per farlo occorre il coraggio della chiarezza, e il coraggio delle azioni. Avere le palle.
E’ come se Prodi avesse deciso di tenere teso un sottile filo, al quale i servi di berlusconi ancora al potere possano tenersi legati. Sanno di poter cadere qualora il filo si spezzasse, ma decidono di correre ugualmente il rischio, sapendo bene che prima o poi la loro caduta verrà premiata. Il caso più eclatante è quello dei direttori dei due TG Rai, incapaci persino di essere dignitosi.
L’ultimo e definitivo atto della caduta del berlusconismo sarà il referendum, non promosso e non tutelato dal centro sinistra che pure, insieme al pacifismo e alla giustizia sociale, ne ha fatto il suo cavallo di battaglia. Così quel che oggi appare chiaro all’elettore è il teorema secondo cui, votare sì, significa semplicemente eliminare un gran numero di parlamentari, e la sinistra inviterebbe a votare no, perché nel suo governo sono state distribuite 102 poltrone. Tutto questo ovviamente grazie alle televisioni di berlusconi (RAI compresa) che ancora sente di dover pagare il conto alla lega di bossi e calderoli.
La fortuna dell’Italia in questo caso sarà semplicemente l’avversione verso il malfattore di Arcore che porterà poca gente, ma motivata, alle urne a votare ancora una volta contro di lui. Un voto a prescindere che cancellerà ancora un pezzetto di coscienza civile e di impegno politico. Personalmente andrò a votare e voterò NO per salvare la Costituzione italiana, con la speranza che Prodi si guardi bene dal reiterato tentativo di tirare dentro alla sua coalizione “le forze buone” (e democristiane) della diaspora del centrodestra.
Ci vorrebbero davvero le palle per eliminare il berlusconismo dalla testa dell’italiano, rendendoci partecipi, per esempio, di quanti dei 12 milioni di euro abbiamo sborsato per mettere in sicurezza la villa abusiva in Sardegna, del piduista di Arcore. Pochi sanno che quando si stabilisce che un luogo sia “obbiettivo sensibile”, è lo stato a doverne garantire la sicurezza. Avete presente l’approdo scavato nella roccia (violentando la costa sarda) per le navi in visita all’ex capo dello stato, sul quale venne posto il segreto di stato? Quello per esempio, l’abbiamo pagato noi. Quanto? Non ce lo diranno mai, e immagino che nemmeno la Corte dei conti ne chiederà la restituzione.
Probabile che io sia “vittima” della sinistra vendicativa, ma avrei preferito un’ uscita di scena del criminale di Arcore più sonora e visibile, sul modello della caduta di Saddam Hussein, o delle vecchie statue abbattute in mezzo mondo, dopo la laboriosa opera di distruzione guidata dal Papa Santo Subito, la vera arma letale in mano ai dominatori americani. Ma questo sarebbe un altro discorso.

Rita Pani (APOLIDE)


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