5.12.2006

 

Impossibile ricordare Borsellino (per par condicio)

Dunque è così: siccome viviamo in un paese libero e democratico, il 23 Maggio prossimo sarà proibito commemorare la memoria dei Giudici Falcone e Borsellino, uccisi dalla Mafia a Palermo, perché … Ci sono le elezioni e la sorella del giudice, Rita Borsellino è candidata a guidare il consiglio regionale. Niente fiction in TV, prevista proprio in occasione della ricorrenza, e non oso pensare cosa saranno le commemorazioni ufficiali. Morì prima il giudice Falcone, quindi immagino che ci saranno palchi e discorsi, stando però bene attenti a non nominare l’altro giudice.
Potrebbe andare pressappoco così: “Ricordiamo qui il giudice Giovanni Falcone, assassinato dalla mafia a Capaci 14 anni fa, per aver condotto con un altro giudice ed un pool di investigatori, una strenue lotta alla mafia…” L’immagine simbolo dei due giudici sarà censurata, magari da quella orribile striscetta nera che si opponeva sulle tette della star di turno, nei manifesti cinematografici degli anni 70, quelli con Barbara Bouquet vietati ai minori di 14 anni.
Questa non è una delle storie strane che ci siamo abituati a digerire in questa Italia impoverita da cinque anni di barbarie berlusconiana, questa è una storia ridicola, che andrebbe fatta conoscere a chi certo la ignora. La par condicio verso cosa? Verso la mafia? Trasmettendo la fiction sulla storia dei due giudici Falcone e Borsellino a chi si sarebbe arrecato danno? Al candidato del partito mafioso? E dopo si sarebbe mica potuto preparare in tutta fretta una fiction “riparatrice” sulla storia romantica del boss col pannolone o di cuffaro che in diretta TV, nella memorabile trasmissione staffetta tra Maurizio Costanzo e Michele Santoro, gridava con la bava alla bocca che i due giudici erano corrotti?
La stranezza di questa storia, forse risiede solamente nell’innaturale bisogno di avere eroi inventati ed eroi da dimenticare. Durante l’ultima campagna elettorale, sebbene il fratello di un “eroe” contractor fosse candidato, sono state regalate medaglie, intitolate strade e piazze, e in molti ancora si chiedono che ci fosse di eroico nella morte, terribile, di Quattrocchi, mente è palese come sia stata eroica tutta l’esistenza dei due giudici ammazzati dalla mafia. E’ anche vero che vorrebbero farci credere che la mafia non esiste, e la guerra si fa per la pace.
Rita Pani (APOLIDE)

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