3.10.2006

 

Anche il mio cane si chiama Ciccio.


La mia generazione è quella che ha visto i telefilm di Nero Wolf, qualche altro, un po’ più temerario ha anche letto i lavori di Chester Gould, per non parlare poi del film di Serpico. Erano anche i tempi di Magnum PI, e io ebbi la fortuna di avere, per qualche tempo, un fidanzato che gli somigliava molto, anche se era in versione bonsai; non si chiamava nemmeno Thomas, aveva invece un nome buffo che non scrivo per educazione.
Il “giallo” in letteratura è sempre stato un po’ sottovalutato, quasi snobbato da chi diceva di pensare bene, poi nel tempo è stato rivalutato e ai giorni nostri, mi vengono in mente i successi di Camilleri col suo Montalbano e Carlo Lucarelli, che io adoro quasi quanto fosse Magnum PI (quello in versione integrale).
Da ieri continuano a rimbalzare le cronache degli spioni di “Ciccio Storace” e la sua banda di improbabili spie, a loro volta spiate e l’epidemia di cimici che colpisce la destra in occasione di ogni tornata elettorale. Ho letto le poche intercettazioni agli intercettatori riportate da Repubblica e al solito non ho potuto fare a meno di chiedermi, “in che cazzo di mani siamo stati” (non posso e non voglio cercare eufemismi) per questi cinque anni, non senza sorridere per la ridicolaggine di tutta la vicenda.
Essendo seri, però, c’è da rimarcare un concetto fondamentale e cioè che pare essere prassi, quella di utilizzare strutture dello stato, per fini privati e nemmeno tanto edificanti. Non ho trovato nessun collegamento al caso UNIPOL, con le intercettazioni telefoniche di Fassino, sbattute su un giornale di proprietà del presidente del consiglio. Anche allora quando si tentò di capire come e soprattutto chi le divulgò, calò un velo di opportuno silenzio.
Lo stupore che accompagna la vicenda di Ciccio e Qui, Quo, Qua è poi assolutamente vergognoso, quasi a dire che in Italia queste cose non sono reali, che la Telecom sia innocente e soprattutto che in Italia non esistano “centrali d’ascolto”.
Nessuno stupore invece nell’apprendere che gli spioni di Ciccio, hanno poi trovato lavoro da funzionari presso la Regione Lazio, anche se dalle trascrizioni delle intercettazioni si evince che la speranza per i Dick Tracy era quella restare amici del futuro ministro degli interni, magari sperando di diventare a tutti gli effetti vere spie autorizzate.
Non so chi fosse l’imbecille che ieri, intervistato da un telegiornale ha detto che non riusciva a spiegarsi tutto il clamore, e che infondo in America era “legale” indagare sull’avversario politico. Forse l’imbecille non sa che l’America, per fortuna è lontana, e che anche a noi sarebbe piaciuto avere di che parlare di una Monica mediterranea, solo che è difficile immaginarla inginocchiata sotto il tavolo di Ciccio.

Una banda di gretti cavernicoli al governo, ladri, corruttori, fascisti, bugiardi,malfattori, piduisti, nani e ballerine.
No. Decisamente meglio i froci.
Rita Pani (APOLIDE)

Comments:
Ti sei dimenticata che la colpa è sempre, SEMPRE, dei COMUNISTI!!!, e la prima di questi ... la Mussolini ...
Per la prima volta questo cognome mi provoca un sentimento che non sia odio.
 
No, io non ho ancora sviluppato tale immunità batteriologica. Quel cognome continua a farmi rimpiangere Piazzale Loreto.
 
Leggendo la tua citazione di Serpico (tra i miei film preferiti in assoluto), mi chiedo se anche oggi non avremmo bisogno di far stare alle luci della ribalta un personaggio come quello..Sono convinta che parecchi Serpico siano la' fuori a giro, portando avanti il loro lavoro e le loro idee a dispetto di tutto e tutti; il problema e' che di Serpico non riesce ad emergere la notizia, mentre va parecchio la gente bastarda, che fa sempre la sua porca figura e riesce a dare sempre nuova linfa alla tipologia dell'italiano furbetto..

SI
 
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